(ASI) Aja – L’Olanda dice “no” all’accordo U.E. – Kiev. Il recente referendum ha visto una netta affermazione dei contrari all’accordo di associazione tra Unione Europea e Ucraina.
Alle urne si è registrata la partecipazione del 32,2% degli aventi diritto al voto, di poco oltre la soglia del 30% che rende valido il referendum. I “no” sono arrivati al 61,1%. L’accordo di associazione U. E. – Ucraina invero è già entrato in vigore dal primo gennaio, ed è stato ratificato da tutti gli Stati membri dell’Unione Europea tranne l’Aja. Il Governo e il Parlamento vi hanno dato da tempo il loro assenso, ma con l’entrata in vigore di una nuova legge in Olanda che consente la convocazione di referendum con una raccolta di almeno 300mila firme, una serie di movimenti anti-U.E. facendo leva proprio sul malcontento di stampo “euroscettico”, hanno chiamato i cittadini per contrastare l’intesa fondamentale per il nuovo corso di Kiev e il conflitto con la Russia. Geert Wilders, leader dell’euroscettico Partito per la Libertà (Partij voor de Vrijheid, P.V.V.), ha spronato gli elettori a votare per la bocciatura dell’accordo, evocando “l’invasione di migranti ucraini in Olanda” con l’ingresso dello Stato ucraino nell’U.E.
Anche se il referendum è di natura solamente “consultiva”, non si può nascondere la grossa influenza che il risultato referendario avrà sull’assetto politico in Olanda. Con l’ulteriore rischio che possa essere un incentivo a favore per la Brexit: di fatto il prossimo giugno in Gran Bretagna si svolgerà il referendum per l’uscita della stessa dall’U.E. Sempre Wilders, alla vigilia del voto, aveva asserito di essere certo di «un grandissimo effetto anche sul referendum nel Regno Unito», auspicando un pari effetto in molti altri Stati dell’U.E..
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia