(ASI) Fin dall’inizio era chiaro che la prima visita di un presidente Usa a Cuba dopo cinquant’anni di Guerra Fredda non avrebbe potuto essere un normale incontro all’insegna del politicamente corretto.
Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti per tentare di superare le ovvie contraddizione ideologiche e le questioni legate alle opposte politiche perseguite, non sono mancate le tensioni. Ad alimentarle l’atteggiamento tenuto da entrambi i leader, Raul Castro da una parte, e Barack Obama dall’altra, la necessità di far apparire la storica occasione di svolta come un successo personale e allontanare le voci di una resa allo storico avversario. L’arrivo dell’Air Force One nei cieli dell’Avana è stato subito salutato come un trionfo del metodo Obama in politica estera. Tale immagine, destinata ad entrare nei libri di storia, rischiava però di indebolire il presidente Castro, fratello di Fidel, che, per non farlo apparire appunto un trionfo statunitense, non si è recato a ricevere il presidente Usa all’aeroporto. Fin dal momento in cui Barack Obama ha messo piede sul suolo cubano era dunque chiaro che il disgelo tra i due avversari, pur rappresentando una svolta storica, è ancora un percorso lungo e niente affatto scontato. Il cerimoniale ha previsto manifestazioni culturali e festeggiamenti per l’illustre ex-nemico, ospite di riguardo all’Avana. Nonostante i numerosi momenti in cui i due leader si sono fatti ritrarre assieme mentre discutevano amichevolmente, la tensione è nuovamente esplosa poco dopo l’incontro bilaterale tra i due, tenutosi a porte chiuse. Infatti il presdiente Obama è riuscito ad ottenere la conferenza stampa cui Raul Castro si era opposto fin dal principio della storica visita. Nel corso della conferenza stampa, a margine dell’augurio di entrambi i leader per una distensione rapida e duratura, le contrapposizioni sono riemerse in tutta la loro grandezza. Il presidente Usa ha puntualizzato le solite necessità di democratizzazione dell’Isola posta a 90 miglia dalle coste statunitensi. Parlando di rispetto dei diritti umani, il presidente Castro non ha mancato di rispondere seccamente alle richieste di Obama in tal senso.“Diritti umani? Non esiste paese che li applichi nella loro interezza e gli Stati Uniti non fanno eccezione”. Con un Obama in chiara difficoltà, inaspettatamente scrollato senza troppi riguardi dalla cattedra di giudice e giuria del politicamente corretto, Castro ha proseguito incalzando il presidente Usa sui temi caldi dell’embargo e di Guantanamo. In sostanza il presidente cubano ha chiesto la restituzione del suolo cubano da cinquant’anni occupato dalla base Usa, sede del ben noto carcere di massima sicurezza, e la fine immediata dell’embargo statunitense che incide pesantemente sull’economia dell’isola. Dal canto suo Obama è apparso incerto e contraddittorio sul tema dell’embargo in quanto, pur essendosi adoperato per l’allentamento dello stesso, ne ha assicurato la fine solo previa il verificarsi di generiche condizioni in merito al soddisfacimento dei requisiti democratici americani. Altri requisiti posti dal presidente Obama nel corso di quella che è sembrata una tentata lezione allo “scolaro difficile” Raul Castro, quelli riguardanti le riforme sociali ed economiche. In sostanza Obama ha chiesto il libero mercato a Cuba e la fine dei monopoli di stato. Mentre per la questione di Guantanamo, il presidente Usa ha preferito non trattarla nelle sue dichiarazioni. Anche in questo caso la replica di Raul Castro è stata secca –“Ridateci Guantanamo. Questo è il punto cardine della normalizzazione dei rapporti tra i nostri paesi”. A salvare Obama e il politicamente corretto ci ha pensato il giornalista della CNN Jim Acosta. Acosta, figlio di rifugiati cubani, ha infatti riportato lo spinoso dibattito sul tema dei diritti umani domandando al presidente Castro per quale ragione non decreta la liberazione dei detenuti politici. Dal canto suo il presidente cubano, complice forse anche i recenti arresti dei giorni scorsi di “agitatori”, è apparso visibilmente irritato dalla domanda posta e pertanto ha risposto polemicamente –“Chi ha detto che abbiamo prigionieri politici? Se lei mi fornisce una lista io provvederò alla loro liberazione immediata”. Subito dopo Castro è tornato sui temi economici chiedendo ed ottenendo l’impegno dell’amministrazione Obama affinché l’isola possa utilizzare il dollaro per poter regolare le transazioni internazionali superando l’attuale sistema che prevede la conversione mediante la triangolarizzazione con altre valute estere. Colloqui dunque estremamente serrati da cui entrambi i condenti volevano uscire da vincitori. Al termine della visita entrambe le parti hanno riconosciuto la caparbietà della controparte e la necessità di un forte impegno onde superare la reciproca diffidenza. Sostanziale pareggio e trionfo del politicamente corretto dunque? Forse solo apparentemente poiché la verità rischia di essere ben più complessa e, forse per la prima volta, assai sfavorevole al presidente Obama. Quest’ultimo è apparso debole fin dall’inizio. La mancata accoglienza da parte di Raul Castro all’aeroporto dell’Avana, ha immediatamente scatenato le ire degli oppositori di Obama. La voce più forte è stata quella del candidato repubblicano Donald Trump. Per Trump non ci sarebbero dubbi –“Raul Castro non ha nessun rispetto per Barack Obama” e ha puntualizzato come si sia trattata dell’unica occasione in cui il leader cubano non si sia recato personalmente all’aeroporto ad accogliere una delegazione diplomatica straniera. Altri problemi per Obama sono sorti durante l’incontro riservato con il presidente Castro. Durante questa occasione il presidente Usa, oltre alle argomentazioni presentate in conferenza stampa, si sarebbe dilungato sul tema delle grandi sacche di povertà presenti a Cuba e di come esse siano inaccettabili e simbolo della necessità di rivedere le conquiste della “Revolucion” in favore del sistema liberista. La replica del presidente cubano, che ha fatto notare ad Obama che anche e soprattutto negli Stati Uniti d’America esistono larghe sacche di povertà e una forte disuguaglianza sociale, ha indotto il presidente Usa a non affrontare il tema nella successiva conferenza stampa. Viceversa un grande successo Obama lo ha ottenuto in materia di liberalizzazione delle telecomunicazioni. Il presidente Usa è riuscito ad ottenere uno storico accordo tra il governo cubano e Google che porrà le basi per l’accesso alla rete dell’isola sotto l’egida del noto provider che potrà così allargare il suo campo d’azione economico.

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

 

ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione

 
L'onestà intellettuale crea dibattito e stimola nelle persone l'approfondimento. Chi sostiene l'informazione libera, sostiene il pluralismo e la libertà di pensiero. La nostra missione è fare informazione a 360 gradi.

Se credi ed apprezzi la linea editoriale di questo giornale hai la possibilità di sostenerlo concretamente.
 

 

 

Ultimi articoli

Dalle Biennali ai premi internazionali: la storia di Milvia Mucchiut

(ASI) Il percorso di Milvia Mucchiut si distingue per una presenza costante nelle più importanti piattaforme dell’arte contemporanea. Con Spoleto Arte ha partecipato a numerose manifestazioni di rilievo, dalla ...

Argentina, nuovi jet per rilanciare potenza militare

(ASI) L’aeronautica militare argentina si è dotata di sei nuovi caccia F-16 acquistati dalla Danimarca; i jet hanno fatto il loro debutto effettuando un sorvolo a bassa quota della capitale, ...

Gasparri (FI): Tajani tracciato rotta chiara, Europa sia protagonista 

(ASI) ‘Forza Italia, forza Europa’, così potremmo sintetizzare la chiarissima ed esaustiva intervista di Antonio Tajani. Il Segretario nazionale di Forza Italia e Ministro degli Esteri delinea una strategia chiara ...

Ariccia. Il PCI condanna linguaggio denigratorio del PD locale contro la consigliera Monosilio

(ASI)“È inaudito, quanto abbiamo appreso dalla consigliera Francesca Monosilio, che ha subito un attacco verbale, sguaiato nei modi e diffamatorio nei contenuti, Riferisce  in una nota Roberto Bocchino, ...

UE–Nato, De Meo (FI-PPE): "Bene Tajani, l'Europa ritrovi coraggio e affermi finalmente la sua voce nel mondo"

(ASI) Bruxelles  – «Bene ha detto il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani: oggi all'Europa serve coraggio. Non possiamo più limitarci a essere un gigante economico e un nano politico. ...

Gran Premio d’Africa, il progetto di Christopher Aleo va avanti: “La Formula Uno occasione di sviluppo per tutto il continente”

(ASI) Il banchiere svizzero Christopher Aleo, fondatore del gruppo finanziario iSwiss e noto appassionato ferrarista, prosegue nel suo progetto di riportare un Gran Premio di Formula 1 nel continente africano.

Cortina e le Olimpiadi, quando lo sport educa e unisce di Salvo Nugnes

(ASI) Le Olimpiadi Invernali di Cortina rappresentano molto più di una competizione sportiva: sono un evento capace di trasformare territori, mentalità e prospettive future. In un mondo in cui lo ...

Colombia, presidente Petro ribadisce sostegno ai lavoratori

(ASI) Nel corso della commemorazione del 97esimo anniversario del massacro delle banane a Ciénaga, Magdalena, un evento che ha unito il massacro a una riflessione sul ruolo dello Stato, ...

Reggio Emilia: nessun passo indietro. Difendiamo i nostri spazi politici 

(ASI) Roma – "Siamo costretti a rispondere all'ennesima accusa costruita ad arte dall'antifascismo militante e montata come versione univoca sui giornali locali.

Scritta ‘spara a Giorgia’: Crippa (Lega), solidarietà a presidente consiglio per aberrante frase

(ASI) Roma - “Solidarietà al presidente del consiglio Meloni per l’aberrante frase, dipinta in rosso su una parete bianca, a Marina di Pietrasanta: ‘Spara a Giorgia’. Accanto, la firma ...