Guerra in Siria: dialogo difficile ma presenza di gesti distensivi.

(ASI) Il “tira e molla” sulla situazione siriana stenta ad addivenire a una conclusione. L’incontro del “Gruppo internazionale di sostegno alla Siria” che si sta svolgendo in questi giorni a Monaco, con una partecipazione di ben 17 Stati tra cui l’Italia, ha vissuto e vive momenti di profonda divisione. Da una parte gli Stati Uniti d’America e i suoi principali sodali Turchia, Arabia Saudita, Francia, Germania, ribelli siriani anti-Assad; dall’altra la Russia e il suo sostengo alla Siria guidata dal Presidente Bashar al-Assad, coadiuvata dall’Iran.

Sul “tavolo” delle trattative aiuti umanitari alle popolazioni delle città colpite dalla guerra, ed un cessate il fuoco delle parti partecipi per far riprendere i negoziati di Ginevra tra il governo di Damasco e i ribelli, invito di sospensione degli attacchi rivolto soprattutto alla Russia.

I russi hanno dato la loro disponibilità per una tregua per il primo marzo, ma gli americani e l’U.E. invece pretendevano un cessate il fuoco immediato. Nonostante le posizioni divergenti sembrava che un accordo si stesse per raggiungere, ma a complicare il tutto è arrivata la dichiarazione di dei delegati delle forze ribelli anti-Assad, che si sono detti contrari a qualsiasi trattativa fin quando il Presidente siriano rimanga al suo posto. Bashar al-Assad dal canto suo ha affermato di nutrire forti speranze per la via diplomatica, ma che questo comunque non poteva compromettere l’azione militare sul territorio e la riconquista dell’intero Paese: «Noi crediamo fermamente nei negoziati, tuttavia, se negoziamo, non significa che fermiamo la lotta al terrorismo. Le due strade sono inevitabili in Siria... L'esercito governativo siriano tenterà di riconquistare tutta la Siria "senza alcuna esitazione» questo ha dichiarato Assad. Mentre la Turchia continua a bombardare le postazioni dei curdi vicine ad Aleppo e l’Arabia Saudita si schiera anche essa nel coro della “rimozione di Assad”.
Nell’incontro del Gruppo internazionale non sono mancate nemmeno le accuse di “ritorno alla guerra fredda”, scambiatesi un po’ da tutti.
Domenica 14 a far tirare un sospiro di sollievo, è giunta la notizia di una telefonata tra il Presidente U.S.A. Barack Obama e il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. I quali hanno rimarcato la condivisa convinzione di voler far distendere i toni e di lavorare reciprocamente ad una soluzione comune al problema siriano.
Intanto ciò che è stato raggiunto sono gli aiuti umanitari che nei prossimi giorni partiranno alla volta delle zone più colpite della Siria. Per il resto si attende, con ansia, l’evolversi delle trattative.

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia

 

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