Podemos accusato di ricevere fondi illeciti dall'Iran

iglesias2 680x365(ASI) Barcellona - Il 20 dicembre il successo elettorale a livello nazionale del partito politico guidato da Pablo Iglesias, oggi emergono invece già diverse inchieste sul presunto finanziamento illecito del nuovo movimento votato in Spagna da quasi un elettore su cinque.

Podemos è una forza politica che, come tante nella penisola Iberica come negli altri Paesi, dopo essere entrate nel sistema sono sempre pronte ad annunciare e portare tante sensazionali novità, ma purtroppo, non appena l'agone pubblico fa partire l'ingranaggio delle ricerche, neanche i più speranzosi riescono a evitarne l'onda.
In termini semplici l'accusa che muove il sito di informazione El Confidencial, notizia di cui parlano a dire il vero più i media stranieri di quelli spagnoli, sarebbe quella di un finanziamento che ammonta ad oltre cinque milioni di euro da parte di un'emittente televisiva spagnola, amministrata e gestita dal magnate iraniano Mahmoud Alizadeh Azimi, un uomo dagli stretti contatti con il governo di Teheran.

Hispan Tv, questo il nome dell'azienda televisiva, ha anche diverse volte ospitato lo stesso Pablo Iglesias, sollevando in buona parte il dibattito sopra il conflitto di interessi che legano in Spagna i media alle differenti forze politiche, soprattutto se la provenienza dei fondi del businessman iraniano sono a tutt'oggi ancora poco chiari.
Ciò che maggiormente preoccupa i vertici del partito al momento è il tempismo con cui queste accuse siano state sollevate, in una fase storica dove la terza forza politica del Paese ha vinto attraverso l'ultima tornata elettorale 69 seggi, dietro solo alle due forze tradizionali spagnole, quella dei popolari di Mariano Rajoy (PP) e quella dei socialisti di Pedro Sanchez (PSOE).

La transizione dal bipartitismo a una presenza partitica multipla tra gli scranni del parlamento della Moncloa di Madrid sta infatti complicando non poco la fase di formazione delle commissioni parlamentari e delle specifiche alleanze, se contiamo anche il quarto partito, Ciudadanos guidato da Albert Rivera e le tante formazioni politiche inerenti il fitto gioco della autonomie regionali che negli ultimi tempi stanno destando molta preoccupazione anche a livello nazionale. Tra queste ultime va necessariamente ricordato il caso catalano che, mosso da un nuovo nazionalismo ha nominato il nuovo leader del governo della Generalitat di Barcellona, l'ex sindaco di Girona, l'indipendentista Carles Puigdemont.

Accuse come quella sollevata ai danni di Podemos, in un quadro internazionale dove viene naturale associare finanziamenti medio orientali a fondi che possono in qualche modo legare il terrorismo alle democrazie occidentali, è tutt'altro che ben accolta dai nuovi parlamentari e non farà dormire sonni tranquilli a Pablo Iglesias.

Ora che il nuovo movimento ha iniziato a districarsi nella politica nazionale ecco la sua prima grande sfida di credibilità, le reazioni a questa non saranno da sottovalutare, proprio nel momento in cui tutto lo slancio e l'entusiasmo dei risultati elettorali rischia di essere minato prima di poterne raccogliere i frutti politicamente più concreti.

Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia

 
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