(ASI) Nelle elezioni di domenica 25 ottobre per il rinnovo del Parlamento e del Governo della Polonia, ha vinto il Partito Diritto e Giustizia (Prawo i Sprawiedliwość).
Diritto e Giustizia ha ottenuto il 39,1% delle preferenze contro il suo principale rivale Piattaforma civica (Platforma Obywatelska), partito di centro ed europeista quest’ultimo, che si è fermato al 23,4%. Così, facendo conquistare la carica di Primo Ministro al vicepresidente di Diritto e Giustizia e sua candidata presidente per le elezioni, Beata Szydło. Carica quella di Primo Ministro che, da quanto viene riportato al momento, essa potrà esercitare in piena autonomia senza la ricerca di alleanze con partiti minori, avendo conquistato la sua formazione politica 242 seggi nel Parlamento Polacco che ne prevede un totale di 460. Dunque una maggioranza piena!
Diritto e Giustizia è un partito considerato tendenzialmente di destra nazionalista ed euroscettico. Venne fondato nel marzo 2001 dai gemelli Lech e Jarosław Kaczyński. Lech morì poi in un incidente aereo, dalla cornice non ancora del tutto chiara, il 10 aprile 2010 a Smolensk in Russia, dove si stava recando per commemorare l'anniversario del Massacro di Katyń (l’esecuzione di massa, da parte dell'Armata Rossa, di soldati e civili polacchi avvenuta durante la seconda guerra mondiale). Da sempre i gemelli Kaczyński, considerati come i grandi padroni della Polonia nei ultimi decenni, conducono una politica fortemente nazionalista avversa tanto alle ingerenze U.E. tanto verso i suoi vicini ovvero la Germania e la Russia. Di fatto seppur governata sotto un’egida tendenzialmente euroscettica, la Polonia nei anni di governo del Partito Diritto e Giustizia, proprio per il suo doppio ostracismo verso Berlino e Mosca, è sempre stata una fedele pedina nello scacchiere U.S.A.. Da una parte come muro di protezione per un’espansione dell’influenza russa verso occidente, e dall’altra come un freno a certe tendenze egemoni in Europa e anche indipendentiste nei confronti di Washington che a più riprese si rifanno vive in Germania. In tal senso il nuovo Premier Beata Szydło con lo slogan precipuo della sua campagna elettorale “il paese ha bisogno del cambiamento”, oltre che ad aver condotto la sua linea di propaganda contro l’immigrazionismo e favorevole ad una ricalcatura in chiave polacca di diverse politiche protezionistiche e nazionaliste dell’Ungheria di Orban, vuole anche un ritornare del suo Paese come punto strategico per la N.A.T.O..
Da tutto questo, Bruxelles si è detta preoccupata per i forti canoni euroscettici e anti-immigrazionistici del nuovo Governo di Varsavia, ma non si può dire che si sia “stracciata le vesti”. Forse la riconfermata fedeltà della Polonia alla N.A.T.O. e all’Occidente in chiave antirussa, di buon occhio agli Stati Uniti d’America, e di freno ad una possibile egemonia europea della Germania, ha mantenuto freddi, o comunque contenuti, certi bollori dell’Unione Europa e quindi della Merkel per gli esiti delle nuove elezioni polacche, da non rischiare un possibile rancore della Casa Bianca?
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia