(ASI) Nel recente 11 ottobre in Bielorussia, si sono tenute le elezioni nazionali. Riconfermato nel suo mandato, è stato l’uscente Aleksandr Lukašenko con una percentuale di voti a favore che rappresenta quasi un plebiscito: l’83%.
MA sfidarlo Tatjana Korotkevič con il 4,42%, Sergej Gajdukevič 3,32% e Nikolaj Ulakhovič fermatosi all'1,67%. Insieme, chi maggiormente e chi minormente, rappresentato quella che può essere definita “opposizione filo-occidentale” al governo di Lukašenko.
Già perché il rieletto Presidente della Bielorussia, non rientra nelle simpatie dei politici statunitensi e di quelli dell’U.E.. Comunista vecchio stampo, Aleksandr Lukašenko è il punto di riferimento del Partito Comunista di Bielorussia. Contrario alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, fu l’unico deputato bielorusso a votare contro lo scioglimento di essa nel 1991, costituendo poi la Comunità degli Stati Indipendenti. Lukašenko detiene un governo ininterrotto dal 1994, ponendosi sempre nei suoi vari mandati, come stretto collaboratore del mondo alternativo a quello occidentale.
Forti sono i legami che la Bielorussia ha stretto sotto il suo governo con la Russia, la Cina, i Paesi dell’America Latina. Oggi la Bielorussia è una nazione componente dell’Unione Economica Euroasiatica, la comunità di Stati voluta da Mosca che collega stati europei con stati asiatici.
Da ciò si può ben comprendere che le caratteristiche della Bielorussia di Lukašenko, facciano “storcere il naso” e di molto a tutto l’assetto Occidentale. Del resto, Aleksandr Lukašenko, è stato il bersaglio ripetuto di una campagna diffamatoria da parte dell’U.E. e degli Stati Uniti. Continue e ripetute accuse di governo “violento e autoritario”, “brogli elettori” che non hanno risparmiato nemmeno quest’ultime elezioni, e molte altre. Ma nonostante la dura campagna di attacco di tutto l’Occidente, al governo di Lukašenko non è mai mancato il saldo appoggio popolare. Appoggio popolare, meritatosi soprattutto grazie alle grandi riforme economiche che hanno reso la Bielorussia uno dei paesi più produttivi in tutta l’Europa e soprattutto un protagonista di rilevo, e risolutore, nella calda questione di Ucraina, con gli accordi di pace di Minsk.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia