Attentato in Egitto: terrorismo o terrorismi?

 

(ASI) Dall'11 settembre 2001 gli atti di terrorismo, prima abbastanza sporadici, sono cresciuti esponenzialmente in tutto il mondo, tanto da divenire lo strumento di “lotta politica” oggi più praticato.

I tragici avvenimenti del Cairo ne sono l'ennesima conferma, anche se si collocano nella lotta di resistenza del partito dei Fratelli Musulmani, che con elezioni democratiche avevano assunto il potere in Egitto e ne sono stati esclusi  attraverso un violento colpo di Stato ispirato e sostenuto dagli USA e dai loro alleati. Tutti comprensibilmente si indignano per l’attentato al consolato italiano del Cairo ed indicano nel terrorismo il responsabile, auspicando una risposta mondiale a un fenomeno distruttivo apparentemente senza volto.  Ma qual è l'esatta matrice del terrorismo? E soprattutto esiste uno o più terrorismi?  E infine: sono i fondamendalisti  islamici i soli a servirsi del terrorismo? Le domande sono suggerite dalla logica, di fronte al moltiplicarsi di fenomeni che colpiscono le più diverse realtà geografiche ed etniche, lontanissime tra loro, spesso anche politicamente.  

E' chiaro, per esempio, che il terrorismo ceceno, attivo contro la Federazione Russa, è diverso (come ispirazione politica e sostegno finanziario-militare) dal terrorismo che colpisce  Paesi arabi come l'Egitto o la penisola arabica (Yemen), che sono considerati fondamentali siti strategici da statunitensi e sionisti. Diverso è anche il caso del Pakistan: qui l’attività terroristica di fatto destabilizza (con l’appoggio degli USA, ma non della Cina) una Nazione mussulmana, che è storicamente antagonista dell'India e un ostacolo all’egemonia di quest’ultima nella Regione. Il terrorismo che non cessa di infierire in Iraq è nato ai tempi dell’aggressione militare del 2003 contro questo Stato da parte di George W. C.  Bush e della scellerata “coalizione dei volenterosi”, tra i quali anche l’Italia, che prodigiosamente aveva riscoperto (a gettone) la propria antica “vocazione” guerriera. Tutti ricorderanno che i servizi segreti del governo iracheno allora catturarono due militari britannici, travestiti da civili iracheni, mentre trasportavano esplosivo evidentemente per un attentato. Ciò significa che in una guerra convenzionale ci si serviva del terrorismo anziché di regolari procedure militari.

Nella casistica del terrorismo rientrano anche i bombardamenti indiscriminati con droni  (velivoli senza pilota), principalmente usati dagli Stati Uniti,  che agiscono in diverse zone del mondo portando morte dei civili e distruzioni. Di qui la domanda di fondo: Cui prodest? A chi giova tutto ciò?  Allora non si parli più ipocritamente di terrorismo sic et simpliciter, ma di terrorismi, e si indichino chiaramente i veri o sospetti responsabili, che spesso sono Stati e governi o strane organizzazioni semi-segrete (come il “Ministero-ombra” creato da Rumsfeld, segretario di Stato di Bush Jr.),  lautamente finanziate dai poteri forti.


Redazione Agenzia Stampa Italia

 
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