(ASI) Niente accordo. Dopo le due sedute dell'Eurogruppo che nei giorni scorsi avrebbero dovuto sancire il raggiungimento di un accordo sulla delicata questione del debito greco; ancora non si è dunque giunti ad un intesa.
Tali difficoltà nel raggiungimento di un intesa si sono ripercosse istantaneamente sull'umore dei mercati internazionali. Dopo il vertiginoso guadagno dell'11% conseguito dalla borsa di Atene a inizio settimana che aveva trainato tutte le borse del vecchio continente su trend molto positivi, oggi i mercati si sono aperti all'insegna dell'incertezza e attualmente tutte le borse europee sono in una situazione di stallo o di leggero calo. Per la verità la reazione dei mercati è da considerarsi inusualmente positiva, in quanto molti temevano che un mancato accordo nelle ultime 48 ore avrebbe potuto significare il crollo delle borse europee. Ciò nonostante la certezza che regna a Bruxelles, e non solo, è che l"Armageddon" dei mercati europei sia stato in verità solo rimandato a lunedì 29 giugno. Il rischio infatti è che l'ottimismo dei mercati, che ancora credono nella positiva risoluzione della crisi greca, si tramuti in un "fuggi fuggi" finanziario da quella che potrebbe divenire l'inizio della fine per l'Unione Europea così come attualmente strutturata.
E a ben guardare l'ipotesi "lunedì nero" è tutt'altro che irrealistica. La battuta d'arresto nelle trattative, dovuta sostanzialmente al rifiuto da parte dei creditori internazionali di rinunciare al controllo sulla politica interna greca mediante l'imposizione delle riforme richieste, rischia ora di tramutarsi nel primo atto del "grexit". Da una parte la posizione dell'U.E. è stata riassunta dal ministro dell'economia tedesco, il "falco" rigorista Wolfgang Schaeuble, e dal presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, entrambi concordi nell'affermare che "non ci sono abbastanza progressi per una risoluzione positiva della crisi". Dello stesso avviso, anche se con toni più "diplomatici", la presidente dell' Fmi Cristine Lagarde che ha affermato –"le istituzioni creditrici sono tutte unite per trovare una soluzione".
Da parte sua il premier greco Alexis Tsipras, non arretra di un millimetro rispetto alle posizioni di martedì scorso. Tsipras ha infatti confermato la propria intenzione di non cedere sulla richiesta di riforme del welfare e della sanità pubblica. Al contrario, oggi Atene ha varato un piano di aiuti da 200 milioni di euro a sostegno delle fasce più deboli della popolazione greca. Tale provvedimento consentirà di garantire un tetto, cibo e la fruizione dei servizi elettrici e di tutte le utenze a quanti non potrebbero altresì permetterselo. Nonostante le proteste dell'ex – Troika, il piano non solo è stato varato in ottemperanza a quanto promesso da Tsipras e dall'esecutivo, ma sarebbe solo la prima parte di un piano di aiuti ben più complesso e articolato. Nonostante ciò, e nonostante abbia ancora una volta ribadito il suo convinto "no" a qualsiasi "cattivo accordo", Tsipras si è oggi detto "fiducioso" che si riuscirà infine a trovare un accordo, un'intesa con i creditori per sbloccare la tranche di aiuti da 7,2 miliardi ed evitare il default di Atene.
La fiducia di Tsipras è certamente più che una mera dichiarazione diplomatica. L'accordo che la Grecia ha siglato con la Russia per la creazione del punto di sbocco del nuovo gasdotto di Gazprom sul proprio territorio, e il dibattito in corso alla Duma per far superare ai prodotti agroalimentari ellenici l'embargo sui prodotti U.E. vigente in Russia, costituiscono per Atene un ottimo "paracadute" anche in caso di un eventuale mancato accordo con i creditori e l'ex-Troika. Diversamente non si può dire lo stesso per il resto dell'U.E. L'ansia per un eventuale mancato è emersa evidente anche nelle dichiarazione della cancelliera tedesca Angela Merkel che ha chiesto che l'accordo si chiuda entro lunedì, preferibilmente alla ormai decisiva seduta dell'Eurogruppo di sabato.
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia