(ASI) Ore critiche sono quelle che intercorrono in questi giorni tra Atene e Bruxelles. In palio c’è la possibilità che la Grecia rimanga nella “Zona Euro” o la sua fuoriuscita, tanto temuta dai vertici dell’U.E..
All’orizzonte sembra profilarsi un accordo tra il governo ellenico di Alexis Tsipras e l’Unione Europea per il pagamento del debito greco, così da fugare qualsiasi pericolo di uscita. Ma a mettersi di traverso in questi ore drammatiche è nientepopodimeno che il Fondo Monetario Internazionale.
L’F.M.I. non è soddisfatto della proposta-compromesso che la Grecia ha indirizzato ai creditori. Pochi tagli su spese e pensioni e troppe tasse, questo accusa il Fondo Monetario alla Grecia. Christine Lagarde, Direttore Operativo dell’F.M.I., ha inviato a Bruxelles un negoziatore senza mandato, per riflettere bene prima di prendere una posizione precisa.
Tsipras oltre che a relazionarsi con L’U.E. e il Fondo Monetario, deve anche tenere testa all’ala più radicale della coalizione che lo sostiene (Syriza) e che non vuole assolutamente un altro programma di lacrime e sangue per il già martoriato popolo greco. Quindi anche se l’U.E. dovesse acconsentire al piano greco, ci sarebbe la possibilità concreta di una crisi di governo per il Presidente Tsipras. Con le conseguenziali elezioni anticipate o con un referendum popolare sul pagamento dei debiti.
A sentire la Commissione dell’U.E. che si sta occupando del vaio del piano greco, sembra che entro la fine della settimana tutto sarà stabilito. Il come e le conseguenze di questo “accordo” sono ancora imprevedibili. Certo è che il Fondo Monetario Internazionale vuole porre le sue condizioni, e come è ormai risaputo, le condizioni dell’F.M.I. non sono di facile risoluzione. Una situazione magmatica che presenta tutti i termini per diventare “esplosiva”.
Federcio Pulcinelli - Agenzia Stampa Italia