Italia e Mediterraneo, Foad Aodi (Co-mai): una politica, un’esigenza ma servono soluzioni urgenti

(ASI) Che l’Italia recuperi il suo ruolo di ponte tra le due sponde mediterranee e che riprenda una politica di rapporti bilaterali con i Paesi interessati è una necessità. Questo quanto si evince dalla Conferenza “Italia e Mediterraneo” che si è tenuta a Roma il 3 marzo presso la Sala Zuccari di  Palazzo Giustiniani.

Un’occasione di scambio e di confronto rivolto ai politici e ai giornalisti italiani, che ha esteso il suo invito agli Ambasciatori del Marocco, della Lega Araba ed alla Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai).

Il Senatore Gennaro Acquaviva apre la tavola rotonda ribadendo l’importanza di portare avanti una missione politica  che sia “Italia e Mediterraneo”. Perché Mediterraneo è fonte di vita, di scambi preziosi, culturali, politici ed economici che devono essere intensificati.

L’intervento dell’Ambasciatore Antonio Badini è il resoconto di uno studio approfondito di geopolitica.

“Dobbiamo restituire all'Italia la sua autorevolezza nel Mediterraneo, che è un’area fondamentale a livello geopolitico. L’Italia deve fare da ponte con i Paesi della sponda Sud per intensificare i rapporti e al tempo stesso arginare gravi problematiche come l’immigrazione. Bisogna recuperare il senso del ponte, quello che è nato dal Partenariato euro-mediterraneo rilanciando una politica mediterranea.  Si avverte la mancanza di una politica di sicurezza e di globalizzazione con un suo Comitato di Governo apposito”. Dichiara l’Ambasciatore.

Dagli Interventi che seguono, come quello dei giornalisti Gaetano Pelosi e Antonella Rampino, dello storico ed economista Giulio Sapelli, il quadro-Italia è tutt’altro che roseo.

E' un’Italia in disparte, che soffre di un isolamento politico e che, per quanto sensibilizzata, non è di fatto attiva, dimostrandosi impreparata all’intervento militare in Libia.  Secondo il Generale Vincenzo Camporini, per riaffermare una centralità nei rapporti con i Paesi della Sponda Sud ci vuole un’attività continua, fondata su un disegno politico nitido, che sia portato avanti con ponderazione e gradualità dalla diplomazia internazionale.

La seconda tavola rotonda è affidata ai politici.

“La crisi che stiamo vivendo non è frutto dell'inadempienza  italiana ma dipende da altri fattori, ben radicati nel tempo. L’Italia sta reagendo, sì a una task force politico-economica italiana”. Afferma Bobo Craxi.

Punto di comune incontro è che il Mediterraneo debba essere un dossier centrale sul quale richiamare l’attenzione di tutta la comunità internazionale, con una critica implicita rivolta alla politica USA che avrebbe aggravato la crisi in Libia e portato allo sviluppo del terrorismo in Medio Oriente (Nicola Latorre, Fabrizio Cicchitto).

Commentando il recente episodio della mozione del Governo per il riconoscimento dello Stato della Palestina, l’Onorevole Pier Ferdinando Casini rivela la difficoltà oggettiva del sistema politico italiano nell’andare sino in fondo ad alcune problematiche relative ai suddetti Paesi.  “In Europa manca un dossier libico, è necessaria un’azione congiunta per la ricostituzione di un tessuto politico più esteso su  quelli che sono i temi della nostra realtà e del nostro futuro”.

La Comunità del Mondo Arabo in Italia partecipa all’evento ed interreagisce con i relatori e con la stampa .

“Siamo onorati di essere stati invitati, apprezziamo l’analisi  dell’accaduto in sede  del voto per il riconoscimento della Palestina e l’individuazione della necessità in Libia di un’azione diplomatica anziché militare.Dobbiamo intensificare e rafforzare la politica estera italiana ed europea compreso il dialogo tra i popoli, ribadisco che la Consulta islamica riconvocata dal Ministro Alfano deve comprendere tutte le Comunità religiose e laiche ”.  Commenta il Presidente di Co-mai Foad Aodi.

In conclusione, le parole del Presidente della Comunità giordana in Italia e Coordinatore del Dipartimento Sanità di Co-mai Dr. Mohamed Alkhalili che ricorda come la Giordania costituisca un modello di solidarietà per l’accoglienza dei profughi di guerra ed un esempio di convivenza pacifica tra i popoli appartenenti a diverse religioni.

Consapevoli dell’importanza del dialogo interculturale in Italia in un  momento tanto delicato in politica internazionale, continuiamo il nostro lavoro volto alla sensibilizzazione ed al coinvolgimento di Istituzioni e politici, augurandoci che occasioni come questa siano solo l’inizio di una serie di scambi proficui e costruttivi.


Redazione Agenzia Stampa Italia

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