(ASI) Atene – Apparentemente è un colpo micidiale quello inferto alla Troika e all’austerity dal risultato elettorale greco. “Ha trionfato la speranza”: con queste parole il neo eletto premier
greco Alexis Tsipras, ha suggellato la vittoria di Syriza, il movimento della sinistra radicale anti U.E. e anti austerity di cui era leader e candidato. Con oltre il 36% Syriza si conferma prima forza politica nazionale già nel corso della serata di domenica. Tale percentuale vale ben 149 seggi in un parlamento composto da 300 membri. Ma nonostante il brillante risultato ottenuto da Tsipras si è profilato quasi immediatamente lo spauracchio di non poter formare un governo per la mancanza dei due seggi necessari per avere la maggioranza assoluta in parlamento. Tsipras ha quindi dovuto cercare una sponda in altre forza della sinistra già nel corso della mattinata seguente. La ricerca si è rivelata infruttuosa fino alla tarda mattinata, quando si è profilata l’ipotesi di un governo di coalizione con Anel, formazione di centro destra anti U.E. Poco dopo il leader di Anel, Panos Kammenos, ufficializzava il proprio appoggio al governo del vincitore Tsipras che forte dei 13 seggi ottenuti da Anel, ha ottenuto la maggioranza assoluta di ben 162 seggi. Ciò ha permesso ad Alexis Tsipras di prestare il giuramento politico dinnanzi al presidente della repubblica greca e accettare l’incarico di formare un governo già nel tardo pomeriggio. Questo atto ha sancito la definitiva vittoria delle forze anti U.E. e anti austerity sotto l’egida di una alleanza non certo ideologica, ma basata su obbiettivi comuni. “La Troika è il passato” – ha dichiarato il neo premier che ha ribadito che, pur rimanendo all’interno dell’Unione europea, la Grecia sotto il suo mandato avrà come obbiettivo la rinegoziazione del debito e la promulgazione di politiche sociali volte a tutelare le fasce più deboli della popolazione e a creare occupazione.
Mentre in Grecia esplodeva la gioia per il risultato elettorale, dall’Inghilterra all’Italia, da Marine Le Pen a Matteo Salvini, è stato unanime il coro delle formazioni euro-scettiche che hanno plaudito calorosamente alla vittoria di Tsipras. Di fatto il neo premier greco è riuscito a trasformare quelle che molti consideravano solo delle rivendicazioni populiste, nate dal malcontento nei confronti della politica rigorista filo europeista, in una compagine unita e determinata che ora guiderà il paese.
Quasi da panico la reazione della Germania. Già nel corso della serata, il presidente della Bunsebank, Jens Weidmann, tuonava – “La Grecia dovrà rispettare gli impegni presi a livello internazionale”, mentre nel corso della mattinata la cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta pronta a poter al massimo prendere in considerazione delle misure di agevolazione per venire incontro alla Grecia. Più o meno nello stesso momento si teneva una riunione d’emergenza della Bce cui hanno partecipato i presidenti del consiglio Donald Tusk, della commissione Jean Claude Juncker, della Bce Mario Draghie dell'eurogruppo Jeroen Dijsselbloem; durante la quale si è presa visione di tutti gli scenari aperti dalla vittoria di Tsipras.
Il numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, nel corso della mattinata ha chiesto che la Grecia rispetti gli impegni presi proseguendo sulla politica delle riforme per poter ripagare i debiti contratti per il suo salvataggio e gli interessi maturati dai suoi creditori. “Impensabile fare delle eccezioni”- ha commentato a proposito delle rivendicazioni di Syriza sulla rinegoziazione del debito greco e la fine dell’austerity che ha dissanguato il paese.
Più cauto la reazione del premier inglese David Cameron che ha parlato di segnali di incertezze in Europa dopo il risultato delle elezioni greche. In Italia anche il ministro Pier Carlo Padoan ha dato una lettura prudente del risultato greco parlando genericamente di un segnale che deve incitare l’Europa a fare di più per combattere la disoccupazione e favorire politiche volte alla crescita degli stati membri.
La vittoria di Tsipras ha fatto sentire i suoi effetti anche sui mercati internazionali. Crolla il cambio euro – dollaro, sceso a 1,11. In crescita stabile invece le borse europee con la sola eccezione di Atene che registra uno scivolone del 3,2 %, situazione comunque molto più rosea rispetto a quanto preventivato da più parti nei giorni scorsi in caso di vittoria degli anti U.E. alle elezioni greche. Si conferma stabile anche lo spread tra titoli italiani e tedeschi fermo a 114 punti base.
Cenusa Alexandru Rares - Agenzia Stampa Italia