(ASI) In Sierra Leone e nei paesi confinanti continua la lotta contro il tempo. Le autorità e le organizzazioni internazionali stanno cercando di fermare l’epidemia di Ebola che ha già mietuto almeno seicento vittime nel solo mese di luglio.
In prima linea, Medici Senza Frontiere è costretta a combattere ogni giorno per la vita dei suoi pazienti, con scarse risorse e infrastrutture inadeguate. La cura non passa solo attraverso i medicinali. C’è bisogno di una sensibilizzazione a livello locale e internazionale che vada a informare le comunità del Sierra Leone e gli altri Stati del mondo. L’associazione internazionale ha trattato più di settanta pazienti con sintomi simili a quelli della terribile malattia che sta mietendo vittime in ampie zone dell'Africa Occidentale. Il numero di vittime potrebbe aumentare nei prossimi mesi e con esso la paura nelle città africane, dove i malati spesso vengono stigmatizzati. L'epidemia di ebola che sta invadendo l’Africa Occidentale e ha raggiunto una portata senza precedenti in quanto ad estensione del contagio, numero di casi accertati e numero di vittime. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i casi totali sono 964 e 603 invece sono i decessi in Guinea, Sierra Leone e Liberia dall'inizio dell'epidemia. Il 2 e 3 luglio 2014, 11 ministri della salute della regione africana, insieme all'OMS e alle organizzazioni internazionali attive nel contrasto all’epidemia si sono incontrate a Accra, in Ghana, per valutare la situazione e mettere in atto delle misure per fermare la malattia. Lo scontro tra l’Africa e l’ebola è appena iniziato.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia