A questa premessa si aggiunge un'altra considerazione e, se vogliamo, una cinica domanda: c'era nella mente degli alleati sin dall'inizio del conflitto un progetto chiaro e lineare di ricostruzione europea? E ancora, ci si poteva fidare delle varie formazioni partigiane che in Italia come in Francia combattevano contro la Germania nazista?
A distanza di anni e con le dovute differenze sono ancora oggi queste le due domande più ricorrenti che l'opinione pubblica e non solo si pone guardando il conflitto siriano di cui improvvisamente, dopo due anni di guerra e un'emergenza umanitaria di profughi senza precedenti, ci si è resi conto.
Le differenze appunto. Le guerre in Iraq e in Libia hanno certamente rappresentato un vulnus di credibilità delle organizzazioni internazionali e il dispiegamento navale di queste ore davanti alle coste della Siria e del Libano stanno a testimoniare non solo una rievocazione in chiave moderna della politica delle cannoniere ma la fine dell'unilateralismo in campo internazionale.
Le guerre guerreggiate possono essere ancora condotte dalla superpotenza americana ma certamente la cosiddetta gestione della pace o della ricostruzione non sono più sfide alla portata di un unico Paese. Più complessa di molte altre crisi è quella siriana, direttamente e fino a prova contraria connessa al Libano e all'Iran.
L'Unifil ha rappresentato una cerniera tra Hezbollah e Israele stabilizzando uno dei confini più a rischio di tutto il Medio Oriente.
Negare questo oggi sarebbe un grave errore. Diverso è certamente il quadro e le eventuali reazioni a catena che si potrebbero innescare con un conflitto su vasta scala. Lo schema più temuto è certamente quello di una reazione siriana insieme ad Hezbollah contro Israele che andrebbe quindi ad aprire con molta probabilità un fronte di guerra in Libano.
Uno scenario simile segnerebbe un punto di non ritorno per Hezbollah, impegnato in Siria, e metterebbe in seria difficoltà lo stesso Iran. Fino a che punto il nuovo corso iraniano del Presidente Rouhani può tollerare un coinvolgimento nella crisi siriana? Domande e dubbi alla vigilia dello strike, domande obbligatorie alla vigilia di questo conflitto e che al momento non trovano risposte in un Mediterraneo sempre più instabile.
Matteo Bressan - Agenzia Stampa Italia