Lo scorso 9 luglio, un'autobomba esplosa sempre nella zona di Beirut sud, aveva causato il ferimento di oltre 50 persone.
Secondo la ricostruzione dell'esercito libanese, l'esplosione è avvenuta alle 18.20 (17.20 italiane) di ieri vicino al complesso Sayyed al-Shuhadaa, dove l'organizzazione sciita tiene spesso le sue manifestazioni.
Il presidente libanese, Michel Suleiman, ha affermato che dietro l'attentato «terrorista e criminale» ci sarebbe la responsabilità di Israele: «È un gesto criminale dietro al quale c'è lo zampino del terrorismo e di Israele, che ha come intento quello di destabilizzare il Libano».
Il ministro dell'Interno, Marwan Charbel, invece, ha dichiarato che «nessuna conclusione può essere fatta prima della fine delle indagini».
Una cosa però è chiara: il Libano vive ogni giorno l'incubo di una nuova guerra civile. Nell’ultimo periodo, infatti, si sono registrati scontri a fuoco a nord e a sud del Paese, lanci di razzi nella valle della Bekaa provenienti dalla vicina Siria e diversi attentati.
Fabio Polese – Agenzia Stampa Italia