L’ultima comunicazione certa di padre Paolo, riferisce la fonte ad ACS, risale alla sera di sabato scorso (27 luglio). L’ultimo messaggio attendibile sul profilo twitter del gesuita, @AbunaPaolo, risale invece a giovedì 25. Segue poi un tweet di pubblicità spam, ripetuto tre volte, che potrebbe indicare una possibile forzatura del profilo.
Solo pochi giorni fa il religioso romano aveva lanciato un appello al Santo Padre, con relativa petizione via Internet, chiedendo a Papa Francesco di «promuovere personalmente un'iniziativa diplomatica urgente e inclusiva per la Siria che assicuri la fine del regime torturatore e massacratore, salvaguardi l'unità nella molteplicità del paese e consenta, per mezzo dell'autodeterminazione democratica assistita internazionalmente, l'uscita dalla guerra tra estremismi armati». Padre Dall’Oglio non ha mai nascosto la sua avversità al regime di Damasco che nel giugno del 2012 gli è costata l’espulsione dalla sua amata Siria, dove viveva da oltre trent’anni e dove aveva fondato una comunità spirituale ecumenica mista per la promozione del dialogo islamico-cristiano - la comunità al-Khalil – e dove aveva rifondato il monastero cattolico siriaco Mar Musa nel deserto a nord di Damasco
«Lui non si ferma mai - continua la fonte – non è la prima volta che invoca l’azione del Vaticano, sia attraverso canali privati che tramite petizioni pubbliche. Stavolta ha voluto farlo in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù».
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“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2012 ha raccolto oltre 90 milioni di euro nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.604 progetti in 140 nazioni.