(ASI)
Lettere in Redazione - La Giornata mondiale di Gerusalemme (Al Qods) fu istituita per volontà della guida della rivoluzione islamica dell’Iran, l’imam Khomeini, nel 1979, all’indomani della caduta della monarchia filoisraeliana che governava con pungo di ferro il paese persiano.
La proclamazione dell’imam coincideva a grandi linee con la chiusura dell’Ambasciata di Tel Aviv a Tehran. Era la prima volta che un paese del Medio Oriente, dopo aver riconosciuto la legittimità dell’entità sionista, tornava sui suoi passi e interrompeva unilateralmente le relazioni diplomatiche. Oggi in Medio Oriente, paesi come l’Egitto, la Giordania e la Turchia, intrattengono normali relazioni diplomatiche con Tel Aviv, tradendo così gli ideali della causa palestinese. Non a caso poi, nel comunicato ufficiale in cui l’imam Khomeini istituiva la Giornata mondiale di Gerusalemme, da celebrare in tutto il globo ogni ultimo venerdì del mese sacro di Ramadan, mese di digiuno e preghiera per i musulmani, possiamo leggere: “Israele sta bombardando in continuazione le case dei combattenti palestinesi ed i loro rifugi, soprattutto nel sud del Libano. Mi rivolgo ai musulmani del mondo, nonché ai governi dei paesi musulmani, affinché uniscano le loro forze contro Israele al fine di tagliare le mani degli aggressori e degli usurpatori della Palestina e dei loro sostenitori.” La causa palestinese allora come oggi rappresenta la madre di tutte le questioni, sia per i musulmani che per tutti gli uomini liberi del mondo. Senza la libertà per la Palestina e i palestinesi nessun essere umano coscienzioso potrà mai sentirsi libero. Ed è per questo che anche in Italia, anche i non musulmani partecipano alle celebrazioni di questa importante ricorrenza internazionale. La nostra libertà passa per la libertà di Gerusalemme e della Palestina.
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