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(ASI) L'Alto Commissario per i diritti umani, Navi Pillay, ha espresso ieri, grave preoccupazione per l'accumulo di elementi di prova riguardo alle violazioni dei diritti umani in corso in Costa d'Avorio, dal 16 dicembre 2010 scorso e ha ribadito la propria determinazione a garantire alla giustizia i colpevoli di tali violazioni.
"Quando le persone sono vittime di esecuzioni extragiudiziali, ci devono essere individuati i responsabili", ha dichiarato l'Alto Commissario, sottolineando che questi tre giorni sono state oltre 50 persone uccise e oltre 200 quelle feriti. "Tuttavia, il deterioramento della sicurezza nel paese ha impedito la libertà di movimento del personale delle Nazioni Unite e ha reso difficile indagare su queste numerose violazioni osservate.
L'operazione delle Nazioni Unite in Costa d'Avorio (UNOCI) ha ricevuto da centinaia di vittime e dei loro familiari, i rapporti di rapimenti di persone nelle loro case, soprattutto di notte, da non identificati uomini armati in uniforme militare, accompagnati da elementi delle forze di difesa e di sicurezza o milizie. Le informazioni indicano che i rapiti sono stati portati con la forza in luoghi illegali di detenzione dove sono detenuti in isolamento e senza processo. Altri sono stati trovati morti in circostanze sospette.
"Invito tutte le parti interessate a rispettare i diritti umani di tutti i cittadini, senza alcuna eccezione", ha dichiarato l'Alto Commissario. "I funzionari dei diritti umani in Costa d'Avorio sono in allerta e continuano a monitorare attentamente la situazione in tutto il paese."
La Costa d'Avorio è di fronte a una grave incertezza politica dopo che il presidente uscente Laurent Gbagbo ha rifiutato di ammettere la sconfitta nel secondo turno delle elezioni presidenziali il 28 novembre. La comunità internazionale, compresa l'Assemblea delle Nazioni Unite, ha riconosciuto la vittoria del suo avversario Alassane Ouattara.
Giovedi sono scoppiati scontri mortali tra forze di sicurezza fedeli a Laurent Gbagbo e sostenitori del presidente eletto Alassane Ouattara. Venerdì, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha esortato Gbagbo a dimettersi.
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