(ASI)
GERUSALEMME- "La sicurezza di Israele non è negoziabile. Israele deve essere in grado di difendersi da sola di fronte ad ogni minaccia". Sono le parole pronunciate dal presidente statunitense, Barack Obama, in occasione della sua prima visita in Terra Santa.
"L'America è fiera di essere il vostro migliore alleato. Questo incontro rappresenta per me l'opportunità di ribadire i legami indistruttibili che legano gli Usa allo Stato ebraico", ha ribadito il presidente Obama in presenza del premier, Benyamin Netanyahu, ed il suo omologo, Shimon Peres.
Entrambe le parti, ribadendo l'impegno per una soluzione al conflitto israelo-palestinese, hanno auspicato per una rapida negoziazione, al fine di riportare il dialogo tra i due popoli.
"I palestinesi devono poter sentire di essere anch'essi padroni del loro destino", ha aggiunto il presidente Usa. In attesa dell'incontro di domani in Cisgiordania tra Obama ed il presidente dell'Anp, Abu Mazen, il premier Netanyahu ha voluto comunque sottolineare che "Israele continuerà a esercitare il proprio "diritto all'autodifesa" ad ogni costo.
Rapporti e problemi ai confini . Tra gli argomenti posti sul tavolo delle trattative anche quello relativo ai rapporti con Teheran e la crisi Siriana.
"L'Iran deve adempiere a degli obblighi internazionali- ha dichiarato Obama riferendosi ai programmi nucleari del paese islamico- Qualsiasi azione possibile sarà vagliata per contrastare la minaccia".
Sembra quindi rafforzarsi l'intesa militare tra Usa ed Israele, anche in vista della scadenza, prevista per il 2017, dei rapporti di aiuti reciproci.
Per quanto riguarda la Siria, Obama ha voluto sottolineare la necessità di far luce circa l'utilizzo di armi chimiche nel conflitto ed aprire un'inchiesta per chiarirne la provenienza.
La Protesta palestinese. A Gaza erano migliaia i palestinesi scesi in piazza per protestare in occasione della visita del presidente statunitense. I cortei sono partiti dalla piazza principale 'Omar al Muktar', dirigendosi poi verso la sede dell'ufficio delle Nazioni Unite. I manifestanti, guidati da delegazioni di Hamas, di al-Fatah, della Jihad islamica e delle fazioni della sinistra marxista, hanno così voluto esprimere la loro preoccupazione circa i rapporti tra lo Stato ebraico e quello Usa, definendo ‘unilaterale’ il sostegno offerto dagli statunitensi.
Altri attivisti, in Cisgiordania, hanno allestito una tendopoli per reclamare il proprio dissenso circa la politica coloniale ed edilizia di Israele.
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