(ASI) Forlì. Lettere in Redazione - In diverse occasioni ho lamentato la disinformazione che affligge la pena di morte e il diritto penale americano. Ho fatto acidamente notare [1] in che modo vengano impunemente pubblicate patetiche frottole come quella dei 123 americani condannati a morte, uccisi e successivamente riconosciuti innocenti grazie al test del DNA. Ho detto e ridetto che queste fandonie creano gravi problemi ai quattro gatti che si battono contro la pena di morte (non solo) americana.
Ora la situazione è ancor più degenerata.
Da mesi siamo martellati da una riuscitissima campagna mediatica che esige la liberazione di Enrico “Chico” Forti. Costui sta scontando in Florida l’ergastolo e i sostenitori della sua innocenza hanno costruito una gigantesca ragnatela di distorsioni e invenzioni: una cortina fumogena per nascondere la realtà. Così la questione della innocenza o colpevolezza di Forti non è più un problema di verità giudiziaria, non riguarda la sfera della razionalità, ma quello della fede. L’innocenza di Chico Forti è un dogma e non deve essere dimostrata. [2]
Le tesi innocentiste sono propagandate da cantanti, cabarettisti, presentatori e giornalisti televisivi senza che a nessuno sia venuto in mente di verificarne la verosimiglianza. Nessuno ha cercato il conforto dei giuristi americani come nessuno ha intervistato i protagonisti della vicenda: i due avvocati difensori, il prosecutor Rubin, il giudice Platzer e i dodici giurati.
Questa faccenda produrrebbe il solito inutile polverone italiano se non fosse che proprio in Florida sta iniziando una campagna per salvare il condannato a morte italo-americano Anthony Farina e le invenzioni degli amici del Forti aumenteranno le difficoltà degli abolizionisti. Farina ha ricevuto la pena capitale per l’omicidio di cui è stato complice nel 1992. Utilizzando la sua discendenza italiana e continuando la centenaria tradizione abolizionista del nostro paese, alcune organizzazioni italiane [3] si sono attivate perché a Farina sia concessa la cittadinanza e il nostro governo segua il suo appello federale. Purtroppo gli abolizionisti si troveranno continuamente a inciampare nelle prefiche piangenti la sorte dell’amato Chico, mentre in Florida dovranno costantemente distinguere la loro campagna da quella del Forti.
Dott. Claudio Giusti
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http://www.osservatoriosullalegalita.org/special/penam.htm
Membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla Legalità e i Diritti, Claudio Giusti ha avuto il privilegio e l’onore di partecipare al primo congresso della sezione italiana di Amnesty International ed è stato uno dei fondatori della World Coalition Against The Death Penalty.
[1] http://www.astrangefruit.org/index.php/it/risorse/864-la-scomparsa-dei-fatti
[2] http://www.astrangefruit.org/index.php/it/risorse/956-sulla-presunta-innocenza-di-enrico-chico-forti
[3] Nessuno Tocchi Caino, Sant’Egidio con Reprieve e la Professoressa Babcock.