(ASI) Un mese ancora ed il Venezuela tornerà alle urne per le elezioni presidenziali. Grande favorito il presidente uscente Hugo Chavez che, per via della Costituzione da lui stesso promulgata, non potrebbe presentarsi.
Le opposizioni interne, spinte ovviamente dagli Usa, nemici giurati di quel Chevaez che sta guidando non solo la rinascita del suo Paese ma di tutto il continente nei confronti di Washingotn, e che in passato hanno già organizzato un golpe per liberarsi dell'erede di Bolivar, non solo puntano su questa forzatura della legge ma stanno anche alzando il tono dello scontro.
Chavez però per non vuole certo lasciare tutto l'allarmismo alle opposizione e dopo aver ufficialmente consegnato la propria condidatura ha predetto “una profonda destabilizazzione” qualora il suo rivale, Henrique Capriles dovesse sconfiggerlo.
Mai come prima d'ora i sondaggi sono poco amici del presidente uscente che sembra voler far leva sulgi indecisi puntando l'indice contro il programma neo liberale delle opposizioni che stravolgerebbero il volto del Venezuela da lui ridisegnato nel corso degli anni.
Secondo il presidente uscente una sua sconfitta e l'attuazione di un programma di governo di stampo atlantico potrebbe perfino condurre ad una guerra civile.
In verità non è la prima volta che Chavez si esprime in questi termini prima di una tornata elettorale, era già successo nel 2010 e secondo molti analisti intenrazionali questo atteggiamento nasconde in realtà il timore di una sconfitta. Secondo questa tesi quindi Chavez si sentirebbe sottopressione e starebbe cercando di edificare un piano per ristabilire la sua posizione provando a frenare la corsa dell'avversario minacciando scenari apocalittici.
Chavez ha a dispozione un mese, le elezioni sono state fissate per il prossimo 7 ottobre, per conquistare il suo terzo mandato. Sotto la sua guida il venezuela è crescituo molto ma è indubbio che una sua sconfitta riporterebbe il paese ai livelli di fine '900.
I venezuelani lo sanno bene, continuare la cresita o regredire dipende solo da loro.
Fabrizio Di Ernesto Agenzia Stampa Italia