(ASI) La Siria sta vivendo il suo momento più difficle. Ogni giorno molte sono le vittime. La situazione se prima era critica, oggi si è aggravata moltisimo, tanto da far minacciare un intervento “umanitario” fatto, però con le armi, perfino dallo stesso Presidente Obama. La comunità internazionale comprende bene i rischi e le conseguenze che si avrebbero a causa di un'azione militare Usa in Siria.
Il primo effetto negativo è quello di trasformare lo scontro da carattere regionale ad un conflitto, per traspoziaione, a livello globale. Infatti, se ciò avenisse, sicuramente, alcuni paesi occidentali fra cui Francia,Gran Bretagna, Israele eTurchia da una parte, Cina,Russia, Iran ed Hezbollah dall'altra sarebbero direttamente coivolte nello scontro.
Un crescendo del confronto bellico che avrebbe conseguenze disastrose per il mondo intero, in particolar modo per la popolazione civile.
Occorre impedire questa deriva, necessita bloccare a tutti livelli diplomatici e non questa ipotesi. Su questa prospettiva e sulla Siria interviene il Prof. Foad Aodi, illustre Presidente di origine
palestinese dell'Amsi e Co-mai, il quale che ci ha riferito la posizione ufficiale delle sue Associazioni: “No all' intervento militare Usa! No ad un nuovo Iraq! No alle intromissioni ed infiltrazioni esterne! No alla divisioni del mondo arabo per assecondare le mire egemoniche delle potenze straniere. Sì al cessate il fuoco immediato! Sì agli aiuti sanitari ed umanitari per la popolazione. La Siria appartiene solo ai siriani ed esprimiamo la nostra solidarietà al popolo siriano!”. Infine, il Presidente Della Co-mai Prof.Aodi Foad, si rivolge direttamente al presidente americano Obama ribadendogli il concetto: “ No all'intervento militare in Siria anche per non ripetere gli stessi sbagli fatti in passato con la guerra in Iraq. Un intervento bellico fatto con il falso pretesto delle armi chimice di Saddam, tra l'alltro mai trovate. Per questo chiamo che si trovi una soluzione e si arrivi alla pace tramite l'accordo tra i siriani. Una intesa che dovrà realizzarsi con la mediazione dell'Onu ,della Comunità internazionale e della Lega araba. Quindi è nostro auspicio che le varie frazioni siriane prendano atto della realtà e si convincano che l'unica via d'uscita dalla guerra civile in atto è mettersi intorno ad un tavolo ed iniziare a trovare fra di loro una soluzione pacifica. Soluzione che, per prima cosa, deve riportare la pace fra i siriani e tutelare i civili e i profughi .
In considerazione di questa drammatica situazione ci rivolgiamo anche all'Italia e alla croce rossa italiana affinchè si attivino per favorire l'urgente invio di medicinali,sangue e dei medici specialisti (chirurghi, ortopedici,pediatri) per affrontare e gestire l'emergenza sanitaria e per curare tutti i feriti, soprattutto quelli che si trovano nei vari campi dei profughi ai confini di Libano, Giordania, Turchia ed Algeria, in luoghi dove manca di tutto e lo stato delle cose è più grave. Perciò, come Amsi e Co-mai ribadiamo la nostra completa solidarietà al popolo siriano in patria e a quello in Italia”.
Ettore Bertolini Agenzia Stampa Italia
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