(ASI) In campo per prenderci “cura” della nostra città, rendergli, com’è doveroso, un’altra opportunità per poterla “declinare” al presente: “Scafati è” e non era come oggi purtroppo siamo costretti a fare.
Non vogliamo incolpare nessuno, vogliamo semplicemente aiutare a ricostruire un tessuto sociale, morale, economico, culturale, che ormai da tempo non rende sostenibili gli sforzi quotidiani che la Comunità mette in campo, non offre opportunità sociali e di lavoro ai giovani (e a i meno giovani), non da ristoro a quanti vivono la città, non da spazi agli operatori sociali ed economici, non incoraggia gli imprenditori, non assicura sviluppo e servizi atti a poter far vivere le “Famiglie” in sicurezza e in pace.
“Si diventa una persona cattiva quando te ne lavi le mani” e “Noi” non vogliamo essere ricordati per quelli che hanno seguito le orme di Ponzio Pilato, per questo eccoci in campo senza indugi riproponendo cio’ che dicemmo 3 anni fa nei vari appelli (in gran parte inascoltati) lanciati nel Maggio del 2019.
E’ una “Missione di speranza” che vorremmo condividere con tanti scafatesi nella pace e nella concordia con l’auspicio di poter rinverdire un paese da un po’ di tempo lasciato nell’oblio.