(ASI) "Ho vinto io, assertore convinto dell’astensionismo" scrivevo già nel 2015, in occasione delle elezioni regionali. Stamane, con il dato ufficiale del 36% di cittadini italiani che hanno scelto, legittimamente, di NON VOTARE non posso che "rielaborare" quanto esposto in quella occasione.
L’astensionismo vince ancora: arriva al 36% e in qualche comune diviene pure maggioranza. Fenomeno MAI verificatosi per le elezioni politiche italiane.
Questo il dato incontrovertibile, il resto sono solo opinioni più o meno condivisibili da chi si voglia soffermare sull’ampiezza del fenomeno non-voto per cercare di informarsi meglio o di capirne motivazioni e prospettive.
Le istituzioni, i partiti con i loro leader e tutto il codazzo dei principali media che sostengono la partitocrazia imperante, i sociologi ed esperti vari che stiamo vedendo in tv ed ascoltando in radio glissano sull’astensione e tirano dritto.
Peraltro, secondo il loro (e dei tanti che, votando, condividono) ragionamento contano soltanto i voti espressi e gli eletti: il resto mancia.
Da qui, governando loro ed avendo “chi conta” in mano la stampa e le radiotelevisioni nazionali, sembra quasi che tutto sia “normale”.
“Ho vinto io" già reclama la Meloni; "siamo risorti" proclama l'ex dittatore Conte; "faremo una opposizione durissima", afferma (piangendo) tale Serracchiani; ad ora (ore 5,30) si sono perse le tracce di Letta e Salvini .. gli altri non contano.
Bla, bla, bla ...
Io, assertore convinto dell’astensionismo, li vedo, sento e leggo come appartenenti ad un altro pianeta: alieni che sono sulla Terra per sfruttarci e levarci il sangue, vampiri-magnaccia che ci prendono in giro con paroloni roboanti e promesse mai mantenute. Tutti, senza eccezioni, dal primo all’ultimo: chiunque partecipi, vincendo o perdendo, fa parte del “sistema” partitocratico, quello che ci sta affossando ed affamando sempre più.
Sono pazzo? Non credo proprio.
Se già praticamente non vota oltre 1/3 del corpo elettorale un motivo ci sarà pure, no? Non presumo che ciò avvenga per le stesse mie motivazioni e percezioni, ma avviene: è incontestabile.
È proprio in questa massa sempre crescente di italiani insoddisfatti del sistema partitocratico ed in cerca od attesa di nuove forme di aggregazione che si annida la speranza di un cambiamento.
Come, dove… quando? Non lo so, ma la storia insegna che proprio tra le masse “insoddisfatte” si realizzano nuove possibilità di rovesciare poteri costituiti non rappresentativi della volontà popolare.
Per questo affido la mia analisi più che altro alle libere testate presenti su internet, quelle pluraliste e che non hanno “padroni”.
Le stesse che, ne condividano o meno il contenuto, ritengano giusto dar voce ad uno dei 15 milioni di italiani che non ci cascano più."
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
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