(ASI) "Ho letto sul sito Globalist un nteressantissimo articolo del giornalista veterano Antonello Sette sulla ricomparsa nel mercato italiano dei prodotti dalla Silimed, un'azienda brasiliana specializzata nella produzione, distribuzione e vendita di protesi mammarie.
Nel 2015 i presidi medici, prodotti della Silimed, erano stati bloccati, dopo che un'ispezione presso un sito produttivo aveva rivelato l'inquietante utilizzazione di materiale non consentito, comprese, udite udite, di fibre di vetro. La Silimed ha improvvisamente una nuova sede, che non è più a Roma, ma a Vicenza. Nuova è anche la certificazione della C.E. Da un prestigioso ente tedesco si è passato a un altro sicuramente meno conosciuto, stando ai sussurri di nazionalità polacca. Una situazione molto ambigua e misteriosa sulla quale sono convinto la Giustizia dovrebbe indagare e fare accertamenti per evitare possibili altre truffe e soprattutto tutelare la salute pubblica delle nostre donne soprattutto da situazioni potenzialmente gravissime. Ma purtroppo la nostra Giustizia si è visto preferisce spesso perseguitare chi fa impresa sana e con il suo lavoro produce benessere generale come nel recente flop del caso ENI o inseguire inesistenti mafie romane distruggendo il prezioso mondo delle cooperative che reinserivano detenuti e svantaggiati come la 29 giugno o lottare per far cambiare di nuovo i domiciliari in carcere ad un anziano malato ed incensurato come Pittelli. E la nostra stampa si accoda, quindi complimenti ad Antonello Sette che da vecchio leone fa ancora veramente giornalismo d'inchiesta indipendente ed è stato l'unico a denunciare una situazione che tutti stanno ignorando non avendo evidentemente risvolti politici di interesse per stampa e magistratura in questo momento"