(ASI) Il Comune di Fabro (Tr) capitanato dal sindaco Maurizio Terzino riceve due anni fa la richiesta da parte di Terra Rossa di poter costruire una tettoia sotto la quale installare un impianto a biomasse. La società è riconducibile a Stefano Cimicchi, già patron della discarica di Orvieto e soggetto più volte ritenuto molto interessante dalla magistratura locale.
Così come previsto dall'iter per una simile pratica, che passa direttamente ed esclusivamente per l'ufficio tecnico, viene firmato l'assenso.
Per due anni il sindaco si premura di non far sapere assolutamente nulla alla minoranza e ai suoi concittadini quasi che la tettoia per la quale ha firmato il permesso edilizio, debba dar riparo alle vacche chianine e non ad un impianto a biomasse del quale si verrà a conoscenza, per un caso fortuito, solo nove giorni orsono.
La democrazia a sinistra è un concetto curioso, imprevedibile, talora sorprendente.Si bussa porta a porta per elemosinare il voto, si scrivono pagine e pagine di retorica post marxista sul ruolo del popolo, della gente, delle masse e poi ci si dimentica di informare quello stesso popolo che gli si metterà sotto il naso una bella ciminiera dai fumi tossici.
La cittadinanza di solito pavida difronte ad un potere prepotente e capillare non crede che quei fumi siano balsamici e trova il coraggio di reagire: costituisce un comitato, raccoglie notizie sulla pericolosità dell' impianto, crea una pagina Facebook (no biomasse a Fabro) che ha un successo immediato, prende contatto con il comitato di Castel Viscardo, interessato dal medesimo problema e viene così a sapere che le biomasse sono il nuovo sport regionale.
Se ne stanno progettando tante che sarà necessario disboscare mezza Umbria.Non è un modo di dire, ma un calcolo preciso.
Avere un mostro nel nostro territorio di boschi, porcini, tartufi ed agriturismi significherebbe distruggere le uniche ricchezze che abbiamo mai avuto, turismo e ambiente.
Gli studi dei migliori ricercatori indipendenti dimostrano senza possibilità di discussione che si tratta di installazioni altamente nocive e, per di più, non convenienti economicamente.
Nano particelle non controllabili dai filtri e certamente cancerogene, ceneri da smaltire, formaldeide e idrocarburi policiclici aromatici non sono le uniche cose a spaventare la gente dell'Alto orvietano. Si pone l' insolubile problema di chi controllerà cosa verrà bruciato giorno e notte, trecentoquaranta giorni l'anno.
A Fabro la gente partecipa numerosa ad una riunione serale nella quale medici, biologi, tecnici smentiscono i tentativi del PD locale di far passare l'impianto come una innocua maxi stufa e chiariscono che, anche fosse bruciata solo legna (ma così non è in quanto la legge consente ben altro), questa dovrebbe essere legna vergine, perchè la legna trattata pone gravissimi problemi di inquinamento per non parlare del cippato del quale bisognerà controllare costantemente la provenienza.
In questi giorni di preoccupazione e sconcerto, il sindaco è in settimana bianca, il Pd in totale confusione.
Prima tenta di attaccare coloro che protestano in rete, additandoli come violenti ed incivili poi, visto che la rabbia della gente monta, vira verso più miti consigli.
Finiamo con una nota che ci pare importante:nel 2020 i siti come quello di Orvieto dovranno essere chiusi.
Chissà dove verrano bruciati(magari nottetempo...pare sia già successo non lontano da qui che di notte arrivi quel che non può arrivare di giorno!) i rifiuti che contengono?
Certo non sarebbe legale, certo è peccato pensare male, certo sarebbe necessario ampliare l'impianto, però in Italia nulla è così probabile accada come ciò che non dovrebbe!
Oggi grazie alla pressione della gente l'amministrazione comunale ha revocato la procedura autorizzativa. E' una battaglia vinta di una guerra che è ancora tutta da combattere.
Forza Nuova Umbria
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