(ASI) “Bisogno di speranza. Si può sintetizzare così il risultato clamoroso del Partito Democratico a guida Renzi, una speranza che ha prevalso sul risentimento e la forza distruttiva di Beppe Grillo e ha alimentato nell’elettorato il terrore del baratro, dell’ingovernabilità, della furia vendicatrice e improduttiva (…)”.
È quanto scrive il direttore della rivista mensile Area Fabio Rampelli nell’editoriale anticipato dal sito www.area-online.it
“Anche se sembra un paradosso- prosegue Rampelli- si tratta di un risultato cui il centrodestra ha contribuito in maniera sostanziale: Berlusconi ha tessuto le lodi del leader del Pd in maniera insistente e imbarazzante, sdoganandolo tra i suoi elettori e arrivando a far credere che il ‘rottamatore’ altro non fosse che il Cavaliere redivivo. Alfano è stato un’invidiabile stampella, oltrepassa di un’inezia il 4% grazie al recupero di Casini in un salvifico accordo politico-elettorale, nonostante la gestione di ministeri di fortissimo impatto, formidabili per addensare il consenso, come l’Interno, le Infrastrutture e la Salute. No, Alfano e Lupi decisamente non fanno traino, essere portati in trionfo per tutta la campagna elettorale dagli istituti demoscopoci, con tendenze fino al 7%, ha solo finito per screditare i sondaggisti”
“(…) Nel centrodestra brilla la stella di Giorgia Meloni che, nelle condizioni di forte polarizzazione, ha raddoppiato i consensi di Fratelli d’Italia – An in poco più di un anno e oltrepassato la soglia psicologica di un milione di voti. Inutile sottolineare che lo sfaldamento del PdL ha generato una diaspora che ha tolto credibilità all’offerta complessiva, favorendo paradossalmente il richiamo del ‘moderato’ Renzi (…)”.
“Il governo potrebbe scrollarsi di dosso il Ncd, ma probabilmente lo terrà sottoscacco per rallentare un processo ricostruttivo del centrodestra (…)”.
“Gli euroscettici italiani saranno poco presenti a Strasburgo, visto che a casa nostra sia i popolari europei che i socialisti hanno chiesto voti agli elettori per ‘fermare’ l’Europa pur avendo votato in questi 5 anni il 90% dei provvedimenti insieme, inficiando l’efficacia di una posizione chiara verso la Germania”.
“Insomma, lo scenario è ancora in movimento- ha concluso Rampelli- Che le promesse fatte nel corso delle elezioni su un diverso protagonismo italiano possano presto trasformarsi in realtà, nel nome dell’Italia.