(ASI) Per la chiarezza storica quanto avvenne da gennaio a Maggio del 1940 non fu solamente una battaglia tra gli invasori e coloro che difendevano il fronte, ma fu una vera e propria azione barbarica perpetrata dalle truppe che quella battaglia vinsero.

 

Il generale Francese Jiun, comandante delle truppe marocchine ( i “Gourmier” ),  disonorando la Francia, la bandiera, l’onore militare e la decenza umana fece il seguente discorso il giorno prima dell’attacco finale: “Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre (colonia francese, ma la liberazione non funzionava così con un proclama) che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete”.

E i soldati marocchini si scatenarono in un’orgia bestiale di furti, rapine e di diverse migliaia di stupri contro donne, uomini, preti e fanciulli.

Gli uomini che tentarono di difendere le famiglie furono impalati..!!

« Tutte le donne di Patrica, Pofi, Isoletta, Supino, e Morolo sono state violentate… A Lenola il 21 maggio hanno stuprato cinquanta donne, e siccome non ce n’erano abbastanza per tutti hanno violentato anche i bambini e i vecchi. I Marocchini di solito aggrediscono le donne in due – uno ha un rapporto normale, mentre l’altro la sodomizza. »(Nor man Lewis nel libro Napoli ’44)

Diverse città laziali furono investite dalla foga dei goumier (truppe marocchine): si segnalano nella Provincia di Frosinone le cittadine di Esperia, Castro dei Volsci, Vallemaio, Sant’Apollinare, Ausonia, Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, San Giorgio a Liri, Morolo e Sgurgola, mentre nella Provincia di Latina si segnalano le cittadine di Lenola, Campodimele, Sabaudia, Spigno Saturnia, Formia, Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia, Roccagorga, Priverno, Maenza e Sezze, in cui numerose ragazze e bambine furono ripetutamente violentate, talvolta anche alla presenza dei genitori.

Numerosi uomini che tentarono di difendere le proprie congiunte furono uccisi o violentati a propria volta. Su tutti, il caso del parroco di Esperia don Alberto Terrilli, il quale cercò invano di salvare tre donne dalle violenze dei soldati: fu legato e sodomizzato tutta la notte, morendo due giorni dopo per le sevizie riportate.”

Le stime ammonterebbero a circa 3.100 casi, come riportato in una inchiesta italiana sottostimata per difetto fino ai dati delle 50.000 denunce presentate entro la fine del conflitto.”

Vennero sodomizzati circa 800 uomini, tra cui anche un prete, don Alberto Terrilli, parroco di Santa Maria di Esperia, che morì due giorno dopo a causa delle sevizie. In una relazione degli anni ’50 si legge: «migliaia di donne oltraggiate, di cui il 20 % affette da sifilide, il 90 % da blenorragia; molti i figli nati dalle unioni forzose – Il 40% degli uomini contagiati dalle mogli, l’81% dei fabbricati distrutto, sottratto il 90 % del bestiame, gioielli, abiti e denaro»”

Infine, si può chiamare civile l'esercxito che bombarda un' abbazia monastero? Questo è stato il risultato immediato della “liberazione” portata dalle truppe alleate e per questo hanno festeggiato ieri quei barbari assassini, non soldati, ma banditi di cui il principe Herry ha ricordato la memoria.

E' un popolo senza memoria, orgoglio ed umanità quello che ha festeggiato ieri i vincitori della battaglia di Montecassino. Così come sono altrettanto infami, servi, senza decenza e senza orgoglio le autorità, i media e le istituzioni che invece di ricordare e piangere le vittime hanno esaltato i barbari vincitori..!

Ad essi tutto il disgusto, la rabbia e il disprezzo di chi è rimasto ITALIANO e LIBERO..!

Alessandro Mezzano

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