(ASI)
Lettere in Redazione - Bartali "giusto tra le nazioni" nel sacrario della memoria di Gerusalemme. Salvò,con la sua preziosa opera dal 1943,centinaia di ebrei dalla persecuzione nazifascista. Lui,"devoto cattolico",agiva in pieno accordo con i partigiani e sotto la guida dell'allora arcivescovo di Firenze,Dalla Costa.
Francamente non mi ha colpito tanto il fatto che un italiano,un indiscusso campione sportivo,quindi esempio da seguire per moltissimi ragazzi ed idolo di tanti connazionali senza distinzione di bandiera,non avesse il coraggio di opporsi ai nazifascisti con le armi ed a viso aperto ma facendo da corriere e sfruttando la impunità che gli derivava dalla sua fama. Sostanzialmente un eroe postumo che agiva a tradimento. Uno dei tanti,dei tantissimi "certificati" dopo la fine della guerra.
Quello che mi incuriosisce ora,a riconoscimento attribuito dalle autorità ebraiche,è un altro "dettaglio" non insignificante per capire se e quanto Bartali,come obbligo per un devoto cattolico,sia un " giusto" per l'umanità tutta,senza distinzione di parti,oppure soltanto per gli eredi di coloro che salvò.
Sappiamo tutti che a Firenze,in Toscana e tutto il Nord,a guerra finita,migliaia di persone,donne,bambini e sacerdoti compresi,furono assassinate a sangue freddo da partigiani ed affini. Sotto la accusa,piú o meno comprovata ,di essere fascisti e parenti o amici complici del fascismo.
Ebbene,sotto la guida del pastore-vescovo Dalla Costa o di qualche rabbino di buon cuore,QUANTE di queste potenziali vittime furono salvate dal "devoto cattolico" Bartali ?
Dato che continuava a pedalare ed ormai,avendo vinto i suoi amici partigiani,non correva alcun rischio,presumo potesse,sempre "per spirito cristiano" salvare tante vite umane.
Magari di peccatori incalliti o di innocenti senza macchia.
Lo avrà fatto ?
Secondo me avrà tirato dritto,senza guardare,sentire e parlare.
Ma potrei sbagliarmi. E ne sarei contento.
Vincenzo Mannello
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