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(ASI) Lettere in Redazione - Due mutui pari a 200 mila euro, 150 mila pagati. Resta un debito di circa 50 mila euro, la crisi e le rate saltate. Finisce all'asta la casa dei sacrifici e in coma la moglie. Controllati tre anni di conto corrente e si scoprono 11 mila euro dati di troppo alla banca. Paccagnella di Federcontribuenti: '' È mai possibile che se c'è una contestazione al debito, non ancora definita, la banca possa andare avanti su l'esecuzione immobiliare? Lo Stato è complice di queste azioni, altrimenti porrebbe rimedio. Segnaliamo anche la "timidezza" dei tribunali e  dei giudici, nel dare contro le banche stesse

 

Nel 2003, il sig Ianniello, un imprenditore edile, per terminare dei lavori di ristrutturazione, chiede un mutuo alla sua banca, dove è già correntista, la BNL. Gli concedono 150.000 euro e mettono l’ipoteca su un immobile di Trevi ( valutato circa un milione di euro).

L’anno dopo il direttore della BNL chiama il sig. Ianniello dicendogli che “si sono accorti” che aveva avuto un prefinanziamento di 40.000 euro e doveva quindi restituirlo immediatamente. Non potendolo fare, gli propone un altro mutuo di 50.000 euro per azzerare subito quel “piccolo debito”.  A garanzia di questo nuovo mutuo la banca mette ipoteca su un’altra  proprietà, una casa al mare in provincia di Lecce. Il direttore gli spiega che, tecnicamente, non si può garantire questo nuovo prestito con l'ipoteca del primo, anche se c'è capienza di valore.

Tutto bene fin quando la crisi nel settore non mette in difficoltà l'imprenditore, il quale inizia a non riuscire a fare fede alle rate bancarie, semestrali. La banca avvia la procedura per il pignoramento e la messa all’asta delle proprietà. L'imprenditore si affida ad un avvocato, fa controllare i conti bancari e scopre, analizzando i conti solo dal 2002 al 2005, che la banca in questi tre anni lo aveva indebitamente alleggerito di circa 11.000 euro. Ora si chiede Ianniello: '' opero con la BNL dal 1988, non oso immaginare quanti soldi le ho “regalato”. Ho fatto richiesta al Tribunale di Perugia di poter accedere ai fondi riservati alle vittime dell’usura ma è stata respinta… qualcuno me l’aveva detto che la BNL è “troppo forte” ''.

Il 2 agosto 2013, dopo nove mesi di silenzio, riceve la raccomandata con la quale gli comunicano la vendita all'asta dell'immobile che si terrà il prossimo 8 ottobre, al prezzo base di 117.724,00 euro. Il totale del debito verso la BNL compreso interessi e spese tecnico-legali ammonta a poco più di 50.000 euro, con lo spettro di quei 11 mila euro ingiustamente addebitati sul conto. Il decreto di messa all’asta, di cui non ha mai saputo niente prima del 2 agosto, porta la data di novembre 2012 (così pare, perché è poco decifrabile). In tutto questo tempo nessuna comunicazione né a lui né al suo avvocato.

Sabato 31 agosto 2013 alle ore 18, insieme alla moglie telefona alla persona nominata custode dell’immobile dal tribunale di Lecce per prendere un appuntamento per la consegna delle chiavi. Vedersi portar via la casa è sempre qualcosa di molto traumatico, la si vive come una violenza e quando sospetti ci sia anche dell'ingiustizia, il colpo può essere terribile. Tre ore dopo la telefonata la moglie di Ianniello è colta da emorragia cerebrale, operata d’urgenza durante la notte è tutt’ora in coma in una sala di rianimazione di un ospedale. 
Ci sarà qualcuno disposto, un giorno, a dare le dovute risposte ai legittimi sospetti del signor Ianniello?

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