Ci pare altresì strano che non abbia preso in considerazione altrettanti studi scientifici della comunità mondiale che invece elogiano le e-cig come valida alternativa alla lotta ai danni del fumo tradizionale. Non è nemmeno questione di appoggiare o meno la sigaretta elettronica, è questione di restare imparziali, dare una giusta informazione ai cittadini e non servire, sul piatto d'argento, un assist per varare una legge che vuole monopolizzare il prodotto e i consumatori. Il Salvagente dice di aver fatto uno scoop, nato dagli studi eseguiti presso l'Università Federico II sui liquidi usati nelle sigarette elettroniche, uno scoop che non capiamo. In commercio, come per ogni altro bene di consumo, esistono prodotti contraffatti e ciò avviene anche per i liquidi delle e-cig e sono questi a dover essere oggetto di attenzione da parte degli inquirenti e del governo, non criminalizzando in maniera così paurosamente generalista una categoria, di imprenditori ma anche di consumatori. I metalli pesanti sono ovunque, nell'aria come nelle acque come nei cibi. Esistono dei limiti però indicati dalla comunità europea, altamente superati nei tubi laziali, specie di Viterbo ad esempio. Il Salvagente cita nello scoop valori di riferimento previsti per le acque imbottigliate destinate ad uso umano, forse si riferiva all'acqua dei rubinetti, sulle etichette delle minerali non c'è traccia di piombo o arsenico e i dati che tanto hanno impressionato, però, sono sbagliati in quanto sbagliata è la proporzione. In una bottiglia di acqua da un litro troviamo 50 microgrammi di piombo e 50 di arsenico, Direttiva Europea 98/83/ CE, mentre in 1 ML di liquido al giorno troviamo, 0,12 microgrammi di piombo e 1,1 di cromo, fonte Università Federico II.
Alla luce di ciò, cosa è più pericoloso fare, bere un litro di acqua o svapare 1 ml di liquido al giorno? L'associazione Federcontribuenti con la L.I.F.E. "Lega Italiana Fumo Elettronico '', sportello per la tutela dei diritti dei consumatori, produttori, importatori e rivenditori di sigarette elettroniche, chiede agli organi di informazione il diritto di replica, infine, a seconda dell'effetto che avrà tale folcloristica campagna mediatica, deciderà di ricorrere ad una azione legale di richiesta risarcimento danni nei confronti di chi, tra tante dichiarazioni, dimentica gli altrettanti autorevoli studi in materia di sigarette elettroniche. Senza dimenticare che, tali prodotti, sono venduti anche nelle parafarmacie.