(ASI) Roma. Lettere in Redazione -Militia Christi ha manifestato nei pressi del Parlamento contro la proposta di legge discussa oggi "antiomofobia", in realtà una legge bavaglio che vuole colpire chi si batte per la famiglia naturale. Abbiamo avuto il piacere di raggiungere con i nostri volantini anche l'on. Carfagna che a suo tempo aveva proposto l'aggravante omofobia che, pur introducendo questa nuova figura ideologica ingiustamente preferendo una sola categoria, non colpiva la libertà di espressione come fa la nuova proposta dell'on. Scalfarotto.
Questa azione si pone in contraddizione anche con le proposte comunali e municipali volte ad equiparare le coppie di fatto anche dello stesso sesso con la famiglia naturale, assediata , quindi, da più fronti.
lettera aperta ai Parlamentari contro la legge anti-omofobia
Illustri Onorevoli,di fronte alla proposta di legge sulla c.d. omofobia, rimaniamo allibiti per la modalità, l'urgenza, il testo e l'introduzione idologica di un nuovo reato che taciterà chiunque tenti di opporsi allo smantellamento della famiglia naturale e critichi lo stile di vita omosessuale o consideri questa tendenza non equiparabile a quella eterosessuale. Un testo così profondamente liberticida e ostile ai diritti fondamentali riconosciuti anche dalla Costituzione segnerà lo spartiaque per una nuova polizia del pensiero a cui seguirà (ma in realtà già è iniziata) una rieducazione anche dei bambini ai nuovi "valori" non più ancorati alle regole della natura e quindi lesivi per l'uomo. Se così avvenisse, non esiteremmo a mobilitare una strenua resistenza contro questa deriva Orwelliana, che, mentre affama la popolazione, vuole sradicare l'uomo dalla verità e dal bene e colpirlo nella sua integrità per poterlo controllare e sfruttare meglio.
Si indicano le motivazioni per cui Militia Christi dice: NO AL DDL “ANTIOMOFOBIA” Perché:
- E'il cavallo di Troia per assediare la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, unica garanzia per i bambini e quindi per il futuro della nostra società, attraverso questi passaggi:
1) parificazione dei diritti della famiglia naturale con quelli delle coppie di fatto, anche dello stesso sesso.
2) matrimonio gay con automatica possibilità di avere bambini che crescano nella sostanziale mancanza di un padre e di una madre.
- Si parla di violenza (certamente intollerabile), però, estendendo la Legge Mancino, si evidenzia l'impianto ideologico, volto a normalizzare, con la forza della repressione, condotte che ledono la dignità della persona in generale e quella di chi manifesta queste tendenze, ma le vuole vivere in modo moralmente ordinato.
- Offendere la persona (o peggio usarle violenza) è sempre sbagliato; ci possono essere circostanze in cui questo è più odioso, quando la vittima è più indifesa. Identificare questa con l'omosessuale è una generalizzazione ingiusta, che lascia, allo stesso tempo, non protette ugualmente le altre categorie.
- Punire chi incita alla discriminazione vuol dire impedire ogni critica a chi non consideri la condotta omosessuale uguale a quella eterosessuale.
- I concetti di omofobia e transfobia, neologismi coniati nelle sale delle lobby LGBT (associazioni lesbiche, gay, bi e transessuali), si prestano all'arbitrarietà più assoluta finendo per coincidere con ciò che queste lobby non approvano.
- Vietare anche la mera partecipazione (reclusione fino a 4 anni e 6 anni per chi le promuove) ad Associazioni che possono essere tacciate arbitrariamente di "omofobia" legittima la persecuzione a tutto ciò che si oppone al disegno delle lobby LGBT.
- La teoria del gender a cui è ispirato questo intervento legislativo, anche se non più esplicitamente, sovverte ogni canone di ragionevolezza, enuncia per legge il relativismo etico e, sganciando la legge dal dato di natura, apre all'arbitrio più assoluto.
- Il fatto di dover prestare, senza compenso e dopo aver scontato già la pena, attività in una struttura LGBT (prima previsto espressamente e ora non escluso) certifica la regia dietro questa opera di "rieducazione".