Nonostante la delegazione trattante dell’Or.S.A. abbia dichiarato la disponibilità, in presenza della concessione del referendum, ad evitare ulteriori azioni di scioperi ed in subordine con l’avvio un confronto sulle maggiori criticità contrattuali a sospendere qualsiasi iniziativa, Trenord ha risposto con due indisponibilità a cui è seguita la richiesta di sottoscrivere il contratto.
Una richiesta che non considera la volontà dei lavoratori negando, nei fatti, il principale diritto di un Paese democratico, ricordiamo che la richiesta di referendum, ovvero di rendere vincolante l’applicazione del Contratto Aziendale è stata presentata da circa il 50% dei lavoratori, quindi in una percentuale molto superiore a quanto previsto dagli accordi che regolano la materia.
Un Contratto di Lavoro che ricordiamo deroga, pesantemente, dal Contratto Collettivo Nazionale sia in termini retributivi sia in quelli normativi; un contratto che dalla firma, sulla spinta di otto scioperi, sui principali aspetti negativi segnalati dall’Or.S.A., è stato modificato in più di una parte.
Per rivendicare questo diritto di democrazia si sono svolti otto scioperi che hanno paralizzato la Lombardia e organizzate numerose iniziative collaterali, citiamo ad esempio la protesta di fine marzo delle pettorine, manifestazioni, sit in e assemblee pubbliche.
In considerazione dell’esito negativo del confronto la Segreteria Regionale dell’Or.S.A. ha dichiarato il nono sciopero di tutto il personale dipendente di Trenord per il prossimo 10 luglio dalle ore 9.01 alle ore 17.00.
Inoltre si comunica che il prossimo 21 giugno è convocata la riunione delle rappresentanze dei lavoratori recentemente elette in tutti gli impianti con lo scopo di definire ulteriori iniziative che saranno promosse in concomitanza con l’astensione dal lavoro.
Nonostante il comportamento aziendale tenuto in occasione dell’incontro sulle richiamate procedure di raffreddamento e conciliazione, con il proposito di escludere una paralisi di 24 ore, quindi evitare di interessare le fasce orarie di maggior interesse per la clientela pendolare, l’Or.S.A. ha deciso di limitare lo sciopero a otto ore.
Ci rincresce che da circa un anno a subire la paralisi del traffico siano cittadini lombardi che utilizzano il mezzo ferroviario per recarsi e tornare dal proprio luogo di lavoro, allo stesso modo segnaliamo la completa assenza delle Istituzioni Lombarde su un tema, quello della democrazia nei luoghi di lavoro, che dovrebbe rientrare nelle piene competenze della politica.
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