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Relazione sulla Siria e Appello di Mairead Maguire, Premio Nobel
(ASI) Lettere in Redazione - Dai voce a Mussalaha! Passaparola contro la censura della voce del popolo siriano! La gestione dell'impianto degli embarghi alla Siria colpisce il popolo siriano.


La BOCCA TAPPATA AL POPOLO SIRIANO

Dai voce a Mussalaha! Passaparola contro la censura della voce del popolo siriano! La gestione dell'impianto degli embarghi alla Siria colpisce il popolo siriano!



http://www.youtube.com/watch?v=f5pcWGByhx4


LA REVOCA DELL'EMBARGO ALLE ARMI IN SIRIA? UN BOOMERANG!

E' evidente perché era l'unico embargo alla Siria con un senso: quello che consiste nel siccome le armi uccidono per fermare la violenza in Siria non si dovrebbero venderle armi. Ma, appunto, era: perchè FRANCIA E INGHILTERRA ( evidentemente spinte dai loro creditori, non contente di aver volatilizzato la riserva finanziaria nazionale libica, che nessuno sa dov'è andata a finire dopo il "congelamento" e di cui solo il Hugo Chavez chiedeva pubblicamente spiegazioni ) SONO RIUSCITE A  IMPORRE LA REVOCA DELL'EMARGO ALLE ARMI AL CONSIGLIO EUROPEO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI IL 27 MAGGIO 2013, stracciando  il rispetto delle regole che impediscono di armare i ribelli in Siria, cosi' come se niente fosse.
La ministro degli esteri italiana  Bonino riferisce di essere per il no a questa scellerata decisone e dice di parlarne con il governo italiano e con il ministero della difesa ( ? ): dovrebbe significare che l'Italia può rifiutarsi di continuare a prestare il fianco allo sciacallaggio, ma non si sa e si preferisce che l'obiezione di sana coscienza  rimanga un tabù! A che che pro non è dato sapere, in perpetuo, tanto che sembra che i popoli nascano non solo per mantenere i capitalisti e per fargli da carne  da cannone quando hanno voglia di giocare alla guerra,  ma anche per proteggerli dagli scandali in qualsiasi occasione.
ARMARE I RIBELLI PRO-CAPITALISTI IN SIRIA DOPO TUTTO QUELLO CHE HANNO FATTO E CONTINUANO A FAR PASSARE ALLA GENTE?
Sarebbe invece d'obbligo, non solo morale, che l'Italia si sottraesse immediatamente da una decisone così inconsulta, da delirio di branco in onnipresente e onnipotente commissionato dalle solite  multinazionali, che già fanno morti di cancro inquinando senza rimedio e morti di fame tramite del loro schiavitù e le  loro rapine.
Come minimo sarebbe BENE COMUNE che l'Italia fuoriuscisse dalla banda autonominatasi "amici(?) della Siria": i siriani, potessero far giungere la loro voce, ci illustrerebbero l'"amicizia" praticata dal quel gruppo in questi due anni con dirette testimonianze,  foto e video di parenti fatti decapitare dai nostri mitici eroi spediti sul terreno.
La rinazionalizzare dell'abuso di potere di armare a piacimento i gruppi ribelli contro i loro governi legittimi con cui ogni paese potrà fare come gli pare è uno SPAVENTOSO BOOMERANG CONTRO IL FUTURO DELL'UMANITA' INTERA.

FORNIRE ARMI AI RIBELLI DI ALTRI PAESI E' ILLEGALE SECONDO LA  CARTA ONU E LA CARTA EU. HA UN SIGNIFICATO!

In Siria si tratta di UN'AZIONE CHE MINA L'UNICO PASSO SERIO CHE IL MONDO STA FACENDO PER LA PACE: LA CONFERENZA GLOBALE DI GINEVRA 2, PREVISTA PER META' GIUGNO e che Fabius, ministro degli esteri francese, vorrebbe spostare a luglio.

Gli  autonominati "amici(?) della  Siria" già  avevano ottenuto l'allentamento dell'embargo al rifornimento di armi alla  Siria,  assicurata la fornitura di  aiuti ai ribelli e la consegna di  ARMI NON LETALI ( ? ) come ad esempio maschere antigas ( ... ma guarda caso!). 
La fornitura non ufficiale di armi non si è mai interrotta, nutrita attraverso la via libica e la via del golfo ( leggi i rifornimenti di armi ai paesi del golfo sul blog di ANTONIO MAZZEO ).


SPIETATO L'EMBARGO AI BENI DI PRIMA NECESSITA'



Vieta ogni tipo di scambio commerciale  estero con la Siria, come ad esempio la  vendita di cibo e medicine: quindi vengono IMPEDITI ANCHE I RIFORNIMENTI DI BENI PRIMARI PER LA SOPRAVVIVENZA ED E' GRAVISSIMO CONSIDERANDO LA CONDIZIONE DI VITA IN CUI LE POTENZE STRANIERE HANNO  COSTRETTO IL POPOLO SIRIANO,  invadendo il loro paese con gruppi addestrati e armati che violano e minacciano la popolazione, USANDOLA PERFINO  COME SCUDO UMANO.

Quelle che seguono sono elencate a memoria, tratte dalle letture delle testimonianze dei siriani che continuano a lanciare SOS:

-viene terrorizzata e uccisa la popolazione con auto bombe in luoghi pubblici frequentati;
-viene impedito con il terrore ai lavoratori a recarsi al lavoro ( i ribelli fanno scendere le persone dai veicoli, le derubano, le torturano, le rapiscono, le uccidono);
- viene impedita l'auto produzione di ogni bene primario ( le fabbriche sono state distrutte dai ribelli, rubati i macchinari e trafugati all'estero dai ribelli ); 
-viene impedito al popolo di sfamarsi ( i ribelli rubano il grano dai silos svendendolo alla Turchia, che a sua volta fa scrivere alla stampa che  spedisce farina in Siria per sfamare il popolo siriano allo stremo);
-viene impedita l'autoproduzione di cibo ( la gente spaventata dalle uccisioni compiute dai ribelli e dalle loro minacce teme di uscire e non si arrischia di andare a lavorare la terra );
-viene impedito l'accesso alla salute, alle cure e all'acquisto di medicine a causa dell'embargo: LA FAME E LE MALATTIE SONO CONSEGUENZE CHE IL POPOLO SIRIANO PATISCE A CAUSA DEL DIVIETO DI COMPRARE DALL'ESTERO CIO' DI CUI NECESSITA, IMPOSSIBILITATO AD AUTOPRODURSELO.
-vengono trafugate le ricchezze del popolo siriano come ad esempio i reperti archeologici.

In questa situazione gravissima l'EMBARGO AI BENI DI PRIMA NECESSITA' PER LA SOPRAVVIVENZA COME IL CIBO E LE MEDICINE RAGGIUNGONO L'INFAME OBIETTIVO DI GENERARE INSICUREZZA, SCHIAVISMO E DIPENDENZA DA AQ, FAME,  FREDDO,  MALATTIA, MORTE.

Questo embargo consiste quindi senza dubbio in ARMI LETALI, FAME, MALATTIA ) PUNTATE E USATE SU TUTTA LA POPOLAZIONE SIRIANA, SOPRATUTTO SUI PIU' INDIFESI COME DONNE, VECCHI, BAMBINI.


CRUDELE E CINICO L'EMBARGO ALLA VOCE DEL POPOLO SIRIANO CHE INVOCA LA  MUSSALAHA ( RICONCILIAZIONE) E LA PACE

L'embargo alla pace viene esercitato silenziosamente, omettendo la verità, oltre che con la demagogia della "rivoluzione".
La gestione dei satelliti che oscurano la voce siriana e dei suoi portavoce ne è la prova più evidente. Ma la prova più evidente è che ci siano giovani che continuano ad andare in Siria credendo di andare a combattere per liberare il paese dalla dittatura.
La natura capitalista di questo embargo ha come obiettivo l'impedimento all'informazione completa, sbarrando la circolazione alle testimonianze delle sofferenze subite dal popolo siriano per mano dei ribelli, la falsificazione dell'informazione veicolata dai media in stato di servitù militare. 

Eppure quella del popolo siriano è' la voce di 23 milioni di  persone, cioè della stragrande maggioranza.
Chiede di non armare i  ribelli, chiede di non mandare gruppi paramilitari in Siria, chiede di poter sopravvivere, chiede la pratica della riconciliazione, chiede l'unità e la pace in Siria.

Queste sono alcune caratteristiche a memoria tratte dalle testimoniaze  raccolte su cosa accade in Siria:

- VIENE NEGATA LA VERITA' AL MONDO SU QUEL CHE SUBISCE IL POPOLO SIRIANO A CAUSA DEI GRUPPI PARAMILITARI DEI RIBELLI VENUTI DA FUORI DEL PAESE , 29 NAZIONALITA' DIVERSE;
- AI RAPPRESENTANTI LEGITTIMI DEL POPOLO SIRIANO VIENE IMPEDITA A PRIORI LA POSSIBILITA' DI COMUNICARE E INTERAGIRE CON IL RESTO DEL MONDO;
- VIENE PRATICATO SPUDORATAMENTE IL BOICOTTAGGIO DA PARTE DELLE ISTITUZIONI OCCIDENTALI E DEL GOLFO  DEL PARLAMENTO SIRIANO PER NON PERMETTERGLI DI PARLARE E INTERAGIRE DIPLOMATICAMENTE, PERFINO AI MEMBRI PARLAMENTARI SIRIANI DELL'OPPOSIZIONE;
- CENSURATA LA DENUNCIA DELLA VIOLENZA SUBITA PER MANO DI GRUPPI STRANIERI NEI CONFRONTI DEL POPOLO SIRIANO , E PEGGIO NASCONDENDO COSI' I VERI MANDANTI E I LORO OBIETTIVI;
- IMPEDITA NEI MEDIA LA PUBBLICAZIONE DELLE RICHIESTE DI SOCCORSO PACIFICO URGENTE E LE SUPPLICHE A NON MANDARE PIU' ARMI;

Revocando l'embargo alle armi si acuisce L'EMBARGO ALLA PACE perchè la situazione diventa ancora più pericolosa e minacciosa contro il popolo siriano, ma anche contro tutta la regione medioorientale.

L'embargo alla pace quindi si aggrava: OMISSIONE DELLA VERITA', FALSIFICAZIONE, ISOLAMENTO, TERRORE, MALTRATTAMENTI E TORTURE, FURTI, UMILIAZIONI, RICATTI, COERCIZIONI, STUPRI,  FAME, FREDDO, ESILIO,  MALATTIA, MORTE. 
E' l'emabargo che impedisce la comunicazione  via stampa fra i popoli, nega l'accesso alla diplomazia politica internazionale che dovrebbe avere la funzione di impedire la violenza non di fare demagogia e nasconderla.
Si boicotta la volontà, messa a dura prova, di rimanere uniti da parte del popolo siriano e, insieme, di raggiungere la pace.

Alcuni esempi concreti, oltre agli oscuramenti satellitari:
-IL DINIEGO DI NAPOLITANO E DI TERZI AI VISTI ALLA DELEGAZIONE DI PARLAMENTARI SIRIANI AD INCONTRARSI CON  I LORO COLLEGHI IN ITALIA ( DENUNCIATO DALL'ASSOCIAZIONE ITALO-ARABA ASSADAKHA );
-LA FALSIFICAZIONE E L'IPOCRISIA POLITICA : MENTRE SI NEGAVA IL VISTO ALLA DELEGAZIONE PARLAMENTARE SIRIANA, L'ALLORA MINISTRO TERZI FACEVA SCRIVERE SUI GIORNALI CHE LA  SOLUZIONE DOVEVA ESSERE DIPLOMATICA, MANDANDO ARMI AI RIBELLI IN SIRIA E ACCUSANDO IL GOVERNO SIRIANO DI NON VOLER NEGOZIARE, TUTTO IN CONTEMPORANEA;
- IL SILENZIO CALATO LAPIDARIO DA QUASI TUTTI I MEDIA MONDIALI  SOPRA LA VOCE DEL POPOLO SIRIANO  SOFFOCANDONE LE DISPERATE DENUNCE, LE TRAGICHE TESTIMONIANZE, LE PROPOSTE DI RISOLUZIONE DA PARTE DEL POPOLO SIRIANO COME MUSSALAHA, LE SUPPLICHE DEI CORAGGIOSI PORTAVOCE DEI MILIONI DI VITTIME DELLA TRAGEDIA SIRIANA
-IL BOICOTTAGGIO DI MUSSALAHA: IL MOVIMENTO POPOLARE PER LA RICONCILIAZIONE AMBITA DAL POPOLO SIRIANO PER RAGGIUNGERE TUTTI INSIEME LA PACE.


PER SAPERE COSA FARE PER IL POPOLO SIRIANO E'  NECESSARIO DA SUBITO DARGLI VOCE, TOTALE, TRASVERSALE E PACIFICA.


A questo scopo è dedicata questa serie di rapporti, articoli e testimonianze.

"....è la prima volta nella storia moderna che si chiama pubblicamente ed esplicitamente allo stupro come arma da guerra. I miei sentiti complimenti come donna e infedele, anche se penso provengano davvero da troppo in basso perché uomini santi come voi possano apprezzarli." Maria G. Di Rienzo

http://www.youtube.com/watch?v=vzYu88jIDYs O Superman di Laurie Anderson ( http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=6192&lang=it )

DAI VOCE AL POPOLO SIRIANO! DAI VOCE A MUSSALHA!

ELENCO DEL CONTENUTO DI QUESTA MAIL:

-SIRIA/MONDO: Report from Syria and Appeal by Mairead Maguire, Nobel Peace laureate  http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1517
- SIRIA/FRANCIA: Retour sur les bobards des "grands reporters de guerre" -  Un cruel et terrifiant démenti à la propagande de Sofia Amara di Silvia Cattori 
- SIRIA/AUSTRIA:  Il governo austriaco: armare l’opposizione siriana è illegale secondo la legge , Movisol 24/05/ 2013
- SIRIA/ARABIA SAUDITA: Un nome da ricordare , "...è la prima volta nella storia moderna che si chiama pubblicamente ed esplicitamente allo stupro come arma da guerra..." di Maria Di Rienzo 3 gennaio 2013
- SIRIA/OPPOSIZIONE: Russian journalists have proof Syrian insurgents used chemical weapons , Voice of Russia 24/05/2013
- SIRIA/EU: http://oraprosiria.blogspot.it/2013/02/ma-lembargo-colpisce-il-popolo.html Ma l'embargo colpisce il popolo.
- SIRIA/EU: http://oraprosiria.blogspot.it/2013/02/crudele-ipocrisia-delle-sanzioni-la.html Crudele ipocrisia delle sanzioni

MONDO:
- MUOS: http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20130521/manip2pg/14/manip2pz/340567/
MUOS, Niscemi resiste all'imperialismo, di Manlio Dinucci, il Manifesto 21 maggio 2013
- BILDERBERG: http://www.youtube.com/watch?v=bgzwZVao39Q "Il Gruppo Bilderberg dietro alle stragi di Stato italiane", scoperto dal 1967
- SOA: http://www.soaw.org/ SOA Watch: Close the School of the Americas

Report from Syria and Appeal by Mairead Maguire, Nobel Peace laureate

Report from Syria and Appeal by Mairead Maguire, Nobel Peace laureate  http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1517
24 maggio 2013



Report from Syria and Appeal by Mairead Maguire, Nobel Peace laureate

Report and Appeal to the International community to support a process of dialogue and reconciliation in Syria between its people and Syrian government and reject outside intervention and war.

By Mairead Maguire, Nobel peace laureate. Spokesperson forMussalaha International

Peace delegation to Lebanon/Syria, May, 2013,

After a 10 days  visit to Lebanon and Syria, leading a 16 person delegation from 8 countries, invited by Mussalaha Reconciliation Movement,  I have returned hopeful that peace is possible in Syria, if all outside interference is stopped and the Syrians are allowed to solve their own problems upholding  their right to  self-determination.

 

An appeal to end all violence and for Syrians to be left alone from outside interference was made by all those we met during our visit to Syria.  We have tried to forward it to the International community in our Concluding Declaration(l).

 

During our visit we went to refugee camps, affected communities, met religious leaders, combatants, government representatives, opposition delegations and many others, perpetrators and victims, in Lebanon and Syria.

 

1. Visits to refugee camps:   In Lebanon we visited several refugee camps, hosted by Lebanese or Palestinian communities.  One Woman said: "before this conflict started we were happy and had a good life (there is free education, free healthcare, subsidies for fuel,  in Syria ,) and now we live in poverty". Her daughter and son-in-law (a pharmacist and engineer) standing on a cement floor in a Palestinian refugee camp, with not even a mattress,  told us that this violence had erupted to everyone surprise’s and spread so quickly they were all still in shock, but when well armed, foreign fighters came to Homs, they took over their homes, raped their women, and killed young males who refused to join their ranks, so the people fled in terror.They said that these foreign fighters were from many countries like Libyans, Saudis, Tunisians, Chechens, Afghanis, Pakistanis, Emiratis, Lebanese, Jordanians, Turkish, Europeans, Australian, and these gangs are financed and trained by foreign governments.  They attach suicide vests around peoples’ bodies and threaten to explode them if they don’t do what they are told.  One refugee woman asked me ‘when can we go home’? (To my great delighted a few days later in Damascus I met a woman working on a government programme which is helping refugees to return to Syria and over 200 have returned to date).

 

Religious and government leaders have called upon people not to flee Syria and it is to be hoped many will heed this call, as after seeing so many Syrian refugees living in tents and being exploited in so many ways, including sexually, I believe the best solution is the stability of Syria so its people feel safe enough to stay in Syria.If refugees continue to flee Syria then surrounding countries could be destabilized, causing the domino effect and destabilizing the entire Middle East.

 

Many people have fled into camps in surrounding countries like Turkey, Jordan or Lebanon, all of whom are trying to manage the huge influx of Syrian refugees. Although the host countries are doing their best to cope they are overwhelmed by refugee numbers. (UNHCR’s official figure of refugees is 1,5 millions).Through our meetings we have been informed that Turkey invites Syrian refugees into the country and forbid them to go back home. It is documented that Syrian refugees in Turkey and Jordan are mistreated. Some young Syrian refugee girls are sold for forced marriage in Jordan.   From Ohchr reports we know that more than 4 million Syrians are displaced inside their own country, living in great need.

 

A representative from Red Cross, told us that there is freedom to do their work throughout Syria for all Ngo and the Syrian Red crescent in co-ordination with the Ministry of Social affairs  and under such dire circumstances, they are doing their best, providing services to as many people as possible.  However there is a great shortage of funds for them to cope with this humanitarian tragedy of refugees and   internally displaced population.   The economic sanctions, as in Iraq,are causing great hardship to many people and all those whom we met called for them to be lifted.  Our delegation called for the lifting of these illegal US-led sanctions that target the Syrian Population for purely political reasons in order to achieve regime change.

 

2- Hospitals: We visited the hospitals and saw many people injured by shootings, bombings, and armed attacks.  A moderate Sunni Imam told me how he was abducted by jihadists, who tortured him, cut off his ear, tried to cut his throat, slicing his legs, and left him for dead.  He said when he goes back to his mosque they will slaughter him.  He told us"these men are foreign fighters, jihadists from foreign countries, well armed, well trained, with money, they are in our country to destroy it.  They are not true Muslims but are religious extremist/fundamentalists terrorizing, abducting, killing our people".  The government spokesman also confirmed that they have in detention captured foreign fighters from 29 countries, including Chechens, Iraqis, and many others.The Ministry of Health showed us a documentary on the terrible killings by Jihadists and the terror caused by theseforeigners with thekilling of medics and destruction of medical infrastructure of the Syrian State whichhas made it difficult to answer the needs of the population.

 

3- Meeting with Opposition: Our delegation participated in an open forum with many representatives  of internal opposition’s parties. One political opponent who was in prison 24 years under the Assad (father) regime, and has been out for 11 years, wants political change with more than 20 other internal opposition components, but without outside interference and the use of violence.  We met with ‘armed’ opposition people in a local community who said they had accepted the governments offer of amnesty and were working for a peaceful way forward.  One man told me he had accepted money from Jihadists to fight but had been shocked by their cruelty and the way they treated fellow Syrian muslims considering them as not real Muslims. He said foreign Jihadists wanted to take over Syria, not save it.

 

The 10thMay a part of our delegation headed to Homs, invited by the opposition community of Al Waar city where displaced families from Baba Amro, Khalidiyeh and other rebel’s strongholds seek refuge. The Delegation saw all the conditions of this city and is studying a Pilot Project for Reconciliation and peaceful reintegration between this community and the surrounded non rebel communities (Shia and Alaouites) with whom 15 days ago an agreement of non belligerence has been signed through the auspices of Mussalaha.

 

4 -  Meeting with Officials: Our Delegation met, and spoke, at the Parliament, and also with the Governor, Prime Minister and 7 other Ministries.  We were given details of the new Constitution and political reforms being put in place, and plans for elections in 2014.  Government Ministers admitted that they had made mistakes in being slow to respond to legitimate demands for change from civil community but these were now being implemented.  They told us when the conflict started it was peaceful for change but quickly turned into bloodshed when armed men killed many soldiers.

In the first days soldiers were unarmed but when people started asking for protection the government and military responded to defend the people and in self defence.

 

When we enquired from the Prime Minister regarding the allegation that the Syrian Government had used Sarin gas, he told us that as soon as  news came from Aleppo that allegedly gas had been used, his government  invited immediately the UN to come into investigate, but heard nothing from them.  Most recently however, a UN investigator, High Commissioner Carla Del Ponte, has confirmed that it was rebels, not Syrian government, who used Sarin gas.   During meeting with Justice Minister, we requested that a list of 72 non-violent political dissidents currently detained be released.  The justice Ministersaid after checking those listed were indeed non-violent political dissidents,  he would,  in principal, agree to the release of these nonviolent detainees.  He also informed us thatthey do not implement the death penalty and it is hoped that when things settle in Syria they will move to have the death penalty abolished.  We also asked the Justice Minister (an international lawyer) about Syrian Government’s Human rights abuses, namely the artillery shelling into no-go areas being held by jihadists and armed opposition.  The Minister accepted those facts but alleged that the Government had a duty to clear these areas.  We suggested there was a better way to deal with the problem than artillery shelling but he insisted that the government had responsibility to clear the areas of rebel forces and this was the way in which they were doing it

 

The Ministers and Governor said that President Assad was their President and has their support.  There were many people we spoke to who expressed such sentiments.   However, some young people said they support the opposition but in order to protect the Unity of Syria from outside destruction, they will support the government and President Assad, until the election next year and then they will vote for the opposition. They said the Doha Coalition in Qatar does not represent them and that no one outside Syria has a right to remove President Assad but the Syrian people through the elections next year.  The journalists in Syria are in great danger from the religious extremist/fundamentals,and during my visit to a television station a young journalist told me how his mother was killed by jihadists and he showed me his arm where he had been shot and almost killed.

 

5- Meeting with religious leaders: We attended in the Omayyad Mosque in Damascus a prayer gathering led by the Grand Mufti of the Syrian Arab Republic, Dr. Ahmad Badr Al-Din Hassoun and the Greek Catholic Patriarch Gregory III Laham with the delegate of Greek Orthodox Patriarch John X Yazigi, and clerics of all traditions. The Assembly prayed for the peace and unity of Syria and the non-interference of outsiders in their country.  They stressed the conflict in Syria is not a religious conflict, as Muslims and Christians have always lived together in Syria, and they are,(in spite of living with  suffering and violence much of which is not of their own making), unified in their wish to be a light of peace and reconciliation to the world.  The Patriarch said that from the Mosque and Christian churches goes out a great movement of peace and reconciliation and asked both those inside and outside Syria, to reject all violence and support the people of Syria in this work of dialogue, reconciliation and peacemaking.

 

The Muslim and Christian Spiritual Leaders are very conscious if the religious extremist/fundamentalists gain momentum and control Syria, the future of those who are not supportive of fundamentalists like moderate Muslims, Christians, minorities, and other Syrians is in great danger. Indeed the Middle East  could loose its precious pluralistic social fabric with the  Christians, like in Iraq, being the first to flee the country. This would be a tragedy for all concerned in this multi-religious, multi-cultural secular Syria, once a light of peaceful conviviality in the Arab world.

 

AN OVERVIEW:

Following many authorized reports in the mainstream Medias and our own evidences I can stress that the Syrian State and its population are under a proxy war led by foreign countries and directly financed and backed mainly by Qatar who has imposed its views on the Arab League. Turkey, a part of the Lebanese opposition and some of the Jordan authorities offer a safe haven to a diversity of jihadist groups, each with its own agenda, recruited from many countries. Bands of jihadists armed and financed from foreign countries invade Syria through Turkey, Jordan, and Lebanon porous frontiers in an effort to destabilize Syria. There are an estimated 50,000 foreign jihadist fighters terrorizing Syria.Those death squads are destroying systematically the Syrian State infrastructures (Electricity, Oil, Gas and water plants, High Tension Pylons, hospitals, schools, public buildings, cultural heritage sites and even religious sanctuaries).  Moreover the country is submerged by snipers, bombers, agitators, bandits.  They use aggression and Sharia rules and hijack the freedom and dignity of the Syrian population.  They torture and kill those who refuse to join them. They have strange religious beliefs which make them feel comfortable even perpetrating the cruelest acts like killing and torture of their opponents. It is well documented that  many of those terrorists are permanently under stimulant like Captagon. The general lack of security unlashes the terrible phenomenon of abduction for ransoms or for political pressure.  Thousands of innocents are missing, among them the two Bishops, Youhanna Ibrahim and Paul Yazigi, many priests and Imams.

 

UN and EU economic sanctions as well as a severe embargo are pushing Syria to the edge of social collapse. Unfortunately the international media network is ignoring those realities and is bent on demonizing, lying, destabilizing the country and fuelling more violence and contradiction.

 

In summary: the war in Syria is not as depicted a civil war but a proxy war with serious breaches of International laws and the Humanitarian International laws.. The protection of the foreign fighters  by some foreign countries among the most powerful gives them a kind of an unaccountability that pushes them with impunity to all kind of cruel deeds against innocent civilians. Even war conventions are not respected incurring in many war crimes and, even, crimes against Humanity.

 

CONCLUSION:

During our visit to Syria, our delegation was met with great kindness by everyone and I offer to each one who facilitated or hosted our Delegation my most sincere feelings of gratitude.  We witnessed that the Syrian people have suffered very deeply and continue to do so.  The entire population of 23 million people are under tremendous threat of continued infiltration by foreign terrorists.  Many are still stunned by the horrors and suddenness of all this violence and worried their country will be attacked and divided by outside forces, and are all too aware that geopolitical forces are at work to destabilize Syria for political control, oil and resources. One Druze leader said ‘if westerns want our Oil – both Lebanon and Syria have oil reserves – let us negotiate for it, but do not destroy our country to take it’.     In Syria memories of next door Iraq’s destruction by US/UK/NATO forces are fresh in people's minds, including in the minds of the one and a half million Iraqis who fled Iraqi’s conflict, including many Christians, and were given refuge in Syria by the Syrian Government.

 

The greatest hope we took was from Mussalaha, a non political movement from all sections of Syrian society, who have working teams throughout Syria and is proceeding through dialogue to building peace and reconciliation.  Mussalaha mediates between armed gunmen and security forces, help get release of many people who have been abducted, and bring together all parties to the conflict for dialogue and practical solutions.  It was this movement who hosted us, under the leadership of Mother Agnes-Mariam, Superior of Saint James’ Monastery, supported by the Patriarch Gregory III Laham, head of the Catholic Hierarchy of Syria.

 

This great civil community movement building a peace process and National Reconciliation from the ground up, will, if given space, time, and non-interference from outside, help bring Peace to Syria.  They recognize that there must be an unconditional, all inclusive political solution, with compromises and they are confident this is happening at many levels of society and is the only way forward for Syrian peace.

Isupport this National Reconciliation process which, many Syrians believe, is the only way to bring Peace to SYRIA and the entire Middle East. I am myself committed to this peaceful process and hope that the International Community, the Religious and Political Leaders as well as any person of good will help Syria to bypass violence and prejudice and anchor in a new era of Social peace and prosperity.  This cradle of civilizations where Syria occupies the heart is an enormous spiritual heritage for humanity, let us strive to establish a non war zone and proclaim it an OASIS of Peace for the Human Family.

MAIREAD MAGUIRE

Nobel peace laureate.    www.peacepeople.com


LA PROPAGANDA DI GUERRA CONTRO LA SIRIA ANALIZZATA DA SILVIA CATTORI

http://www.silviacattori.net/article4445.html
Retour sur les bobards des "grands reporters de guerre"
Un cruel et terrifiant démenti à la propagande de Sofia Amara

La « grande reporter » Sofia Amara (*), est une piètre journaliste qui sait pratiquer à merveille la manipulation, faire cadrer l’information à la ligne éditoriale. Elle s’est rendue célèbre par ses reportages à la gloire des bandes armées opposées à Damas, qu’elle s’est attachée à présenter systématiquement sous les couleurs les plus avenantes.

15 mai 2013 | Thèmes (S.Cattori) : Rôle des médias Désinformation Syrie

Or, il apparaît aujourd’hui que l’« adorable » et « charmant » rebelle qui avait si bien servi la propagande anti-Assad de Sofia Amara, n’est autre que le monstre qui vient d’être filmé en train d’arracher le cœur d’un Syrien. [1].

Alors Sofia Amara cherche maintenant à tirer son épingle du jeu en affirmant au sujet du monstre qu’elle avait pourtant adoré : « Quand je l’ai rencontré dans le quartier de Baba Amr, à Homs, entre le 16 et le 24 décembre 2011, alors que je tournais un reportage pour Arte intitulé Syrie : Au cœur de l’armée libre (…) c’était quelqu’un de charmant, d’avenant, d’adorable ». Il aurait entre temps selon Sofia Amara perdu son humanité !

Cela n’est que manipulation. Les nombreux témoignages, que nous avons recueillis et diffusés sur les nouveaux médias, sont là pour attester que les « adorables rebelles » de Sofia Amara ont bel et bien commencé à kidnapper, égorger, couper des Alaouites en morceaux, dès mai 2011.

Sofia Amara ne pouvait pas l’ignorer. Comme elle ne pouvait pas ignorer les aveux du « rebelle », rapportés en mars 2012 par la correspondante du Spiegel à Beyrouth, Ulrike Putz. Celui-ci avait raconté avec précision comment, dans le quartier de Baba Amr occcupé par les « rebelles » - où Sofia Amara s’est rendue -, la « brigade d’interrogatoire » de l’ASL égorgeait les hommes qu’elle capturait.

Mais l’objectif de Sofia Amara n’a jamais été de rapporter honnêtement ce qui se passait véritablement en Syrie. Aller dans le sens du courant, ici démoniser Assad, est autrement plus gratifiant pour ce genre de journaliste sans éthique ! Pour preuve. Son premier reportage « Syrie, dans l’enfer de la répression » - acheté par Arte, diffusé le 11 octobre 2011, repris par quantité de chaînes télévisées, salué par Amnesty International qui l’a invitée à Genève, ainsi que par le Festival du Film et Forum International sur les Droits Humains (FIFDH) [2], - lui a valu le prix de la vidéo au festival du scoop à Lille en décembre 2011 [3].

Il nous parait utile de rediffuser le contre-documentaire réalisé en novembre 2011 par le site Karabalaqsa [4] qui montre sur quel tissu d’impostures Sofia Amara a brodé l’entier de son reportage. [Silvia Cattori]


Syrie : Le reportage de Sofia Amara mis en question

Par Karabalaqsa, le 30 novembre 2011

Des médias occidentaux et arabes (notamment Al-Jazeera et Al-Arabia téléguidées respectivement par le Qatar et l’Arabie Saoudite) nous ont décrit sans discontinuer l’enfer d’une sanglante répression en Syrie : manifestants pacifiques froidement assassinés, enlèvements, tortures, mutilations de cadavres… dont les autorités syriennes, selon eux, se seraient rendu coupables. Le but de ces accusations serait-il de préparer l’opinion publique à une intervention étrangère, selon le scénario de l’offensive de l’OTAN et de ses alliés ?

Alors que j’ai pu en Syrie voir de mes propres yeux un des immenses rassemblements de soutien à Bachar El-Assad, j’ai été extrêmement surpris de la manière tendancieuse avec laquelle les médias français, dans leur grande majorité, rapportaient les faits.

Un reportage m’a particulièrement frappé, car il reprenait et synthétisait toutes les accusations attribuées au gouvernement syrien depuis des mois. Il s’agit du reportage réalisé par la journaliste Sofia Amara, diffusé par la chaîne télévisée ARTE le 11 octobre 2011.

Estimant que le travail de Sofia Amara était totalement subjectif, j’ai décidé de faire une contre enquête. D’où les huit vidéos que je présente ici. Je tiens à préciser que ma démarche critique ne concerne pas uniquement cette journaliste, mais doit être interprétée comme une opposition globale à un système médiatique néfaste, parce qu’orienté et trompeur. Le reportage de Sofia Amara en est une merveilleuse illustration.

Depuis Mars 2011, l’écrasante majorité des manifestations contre Bachar El-Assad ne réunissent que quelques centaines ou quelques milliers de personnes, alors que le peuple syrien descend régulièrement dans la rue par centaines de milliers, voire par millions, pour exprimer son soutien au Président de la République et dénoncer ce qu’il perçoit comme étant un « complot extérieur ».

Malgré leur supériorité numérique, ces rassemblements ont été à peine relayés dans les médias occidentaux, laissant ainsi le citoyen lambda croire que le gouvernement syrien ne bénéficiait que d’un très faible appui populaire.

Aujourd’hui, alors que la crise syrienne rentre dans son neuvième mois, nous savons de manière certaine que beaucoup d’exactions dénoncées par les journalistes et certaines ONG sont totalement fausses et infondées. Il y a eu de nombreux cas qui ont été montés de toute pièce, comme celui d’Amina Abdallah Araf el-Omari, une blogueuse soi-disant kidnappée ou encore celui de Zaynab Al-Hosni, retrouvée décapitée, démembrée et la peau arrachée selon Amnesty International. Après contre enquête, tous ces cas se sont avérés être de pures inventions.

France 24 est allée jusqu’à diffuser un entretien téléphonique durant lequel une personne présentée comme étant Lamia Chakkour, ambassadrice de Syrie à Paris, annonçait sa démission en signe de protestation contre les violences dans son pays. L’ambassadrice a immédiatement démenti et France 24 s’est trouvée contrainte de porter plainte contre X pour usurpation d’identité !

Toutes ces accusations portées contre le gouvernement syrien ne sont que très rarement prouvées par les médias. Elles proviennent de sources invérifiables, pour la plupart. Cependant le climat qu’elles installent demeure, même quand les accusations s’effondrent. Ce qui est grave, c’est que la fiabilité de ces journalistes qui volontairement ou non trompent l’opinion publique n’en est pas pour autant remise en question.

Il devient de plus en plus évident que l’appareil médiatique dominant a eu et a toujours pour objectif caché de préparer les peuples à accepter des interventions militaires extérieures, comme cela s’est passé pour l’Irak et la Libye.

Après les mensonges au sujet des « armes de destructions massives », l’intervention militaire américaine en Irak a laissé place à huit années de chaos et détruit un pays entier. Et en Libye, la presse si prompte à dénoncer la « barbarie » des forces gouvernementales a clairement révélé son parti pris lors du lynchage sauvage de Kadhafi. Pour ceux qui n’auraient pas encore compris, il existe une barbarie « logique », « compréhensible » et « non condamnable » aux yeux de la presse et des milieux politiques lorsque cette barbarie est commise par des milices alliées de l’OTAN.

Le rôle des médias dans la déstabilisation de ces pays tient une place essentielle car ce sont eux qui légitiment les interventions militaires auprès de l’opinion publique. Les journalistes qui remplissent cette tâche, consciemment ou non, portent donc une lourde responsabilité, malheureusement très rarement reconnue. En effet, s’il arrive assez souvent que les institutions militaires soient critiquées et prises à partie après coup, très rares sont les journalistes visés pour de fausses informations qu’ils auraient relayées ou inventées.

Faut-il attendre un nouveau drame pour réagir ?

Conscients du fait que ce genre de documentaire jette de l’huile sur le feu et génère des conséquences désastreuses pour les peuples qui en sont victimes, il convient désormais que nous puissions désigner chaque journaliste qui relaie des informations mensongères, chaque rédaction qui diffuse des nouvelles ou des vidéos sans en vérifier l’authenticité [5], a fortiori lorsqu’il s’agit de vidéos manifestement manipulées.

L’erreur est humaine, mais ces comportements sont des fautes. Chacun doit assumer ses fautes face au public. C’est pourquoi nous demandons à ceux des journalistes qui se sont trompés de reconnaitre leurs manquements et de cesser de vouloir décider au nom des autres de ce que doit être leur avenir.

Karbalaqsa.blogspot.com - 30 novembre 2011

Réponse au reportage de Sofia Amara « Syrie, dans l’enfer de la répression », diffusé par la chaîne télévisée ARTE le 11 octobre 2011


http://rutube.ru/video/5d7414ac1bc6e7db16951b135d1df1ca/ video: Syrie - Erreur ou manipulation d'Arte (Sofia Amara)? 1/8
http://rutube.ru/video/55a8013e28c1e9292a343ace64a5f9e4/ video: Syrie - Erreur ou manipulation d'Arte (Sofia Amara)? 2/8
http://rutube.ru/video/1a63173a4055dff0b15b2610be37c963/ video: Syrie - Erreur ou manipulation d'Arte (Sofia Amara)? 3/8
http://rutube.ru/video/35f86ea5c0f458d985962ce8c659466f/ video: Syrie - Erreur ou manipulation d'Arte (Sofia Amara)? 4/8
http://rutube.ru/video/d4867bb46a1a285da3e1b5fc5ebb489b/ video: Syrie - Erreur ou manipulation d'Arte (Sofia Amara)? 5/8
http://rutube.ru/video/0ac4d9f3a8b714cb4b9ffd7ffc0a6046/ video: Syrie - Erreur ou manipulation d'Arte (Sofia Amara)? 6/8
http://rutube.ru/video/8ab5c8e5a5e38564d0f6760cbdd9dfc3/ video: Syrie - Erreur ou manipulation d'Arte (Sofia Amara)? 7/8
http://www.dailymotion.com/video/xmmucd_8-8-syrie-erreur-ou-manipulation-d-arte-sofia-amara_news#from=embediframe
Contre-documentaire exposant les mensonges délibérés ou, au mieux, les erreurs et omissions, du reportage de Sofia Amara pour ARTE sur la Syrie.

UN DECRESCENTE GRUPPO DI AUTONOMINATI AMICI(?) DELLA SIRIA , ERANO IN UN CENTINAIO IL 12 DICEMBRE 2012  A MARRAKESH ( MAROCCO )  E FORSE IN  UNA DECINA(?) SETTIMANA SCORSA  AD AMMAN ( GIORDANIA ) , ARMANO E PREMONO PER ARMARE ULTERIORMENTE I RIBELLI IN SIRIA.

LA CARTA DELL'ONU DICE CHE ARMARE I RIBELLI E' ILLEGALE!

LA CARTA DELL'UNIONE EUROPEA DICE CHE ARMARE I RIBELLI E' ILLEGALE!

L'UNIONE EUROPEA NON VUOLE ARMARE I RIBELLI IN SIRIA, E' STATO RIBADITO IN NUMEROSE RIUNIONI: MENTRE L'INGHILTERRA DECIDERA' SOLO NEL 2017 SE ADERIRE ALL'UNIONE EUROPEA, L'AUSTRIA  RICHIAMA ALL'ORDINE I PAESI EU FUORI LEGGE EUROPEI PER IL REATO DI CONNIVENZA CON IL TERRORISMO DI INVASIONE STRANIERA IN SIRIA, CHE SU INDICAZIONI DI POTENZE STRANIERE ESEGUE ATROCITA' INUMANE  SUI CIVILI.


http://www.movisol.org/13news093.htm

Il governo austriaco: armare l’opposizione siriana è illegale secondo la legge internazionale

24 maggio 2013 (MoviSol) - Tra i governi delle nazioni membri dell'UE circola un documento ufficiale del governo austriaco che si oppone alla proposta britannico-francese di togliere l’embargo di armi all'opposizione siriana. Pubblicato il 13 maggio, il documento austriaco è un contributo alla discussione in vista del vertice dei ministri degli Esteri UE del 27 maggio, in cui si deciderà dell’embargo UE che scade il 1 giugno.

Il documento, di cui la Reuters ha ricevuto copia, riassume in modo molto efficace i motivi per cui togliere l’embargo sarebbe politicamente e legalmente inaccettabile.

Le ragioni politiche date sono le seguenti:

Togliere l’embargo minerebbe la recente iniziativa USA-Russia per giungere ad una soluzione politica.

La Coalizione Nazionale Siriana non ha il controllo sui ribelli all’interno della Siria. Inoltre non si dissocerà da gruppi quali Al Nusra.

Ci sono già fin troppe armi in Siria. Altre forniture rischiano di cadere nelle mani di gruppi antidemocratici.

Fornire altre armi metterebbe in pericolo le forze di pace UNDOF, alcuni membri delle quali sono stati recentemente rapiti.

Anche le argomentazioni giuridiche sono solide, in quanto la fornitura di armi all’opposizione "violerebbe il diritto internazionale e le leggi UE":

La fornitura di armi "equivale ad una violazione del principio di non intervento e del principio del non uso della forza previsti dall’ Art. 2, 4 della Carta dell'ONU".

Violerebbe inoltre la posizione comune UE sul controllo dell’esportazione di armi.

Equivarrebbe "ad una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che stabiliscono l’embargo sulle armi contro individui ed entità associate ad Al-Qaeda".

"Gli stati membri che forniscono armi all’opposizione siriana si macchierebbero di assistenza in atti illegali secondo la legge internazionale".

Il fatto che l’opposizione ufficiale non "controlli i ribelli" è stato ammesso candidamente dal Generale Salim Idriss, l’uomo scelto dall’occidente per guidare l’opposizione militare al governo Assad, che ha sede in Turchia. In un’intervista al giornalista del McClatchy News David Enders, pubblicata il 7 maggio, il generale ha ammesso di avere pochi contatti con le unità di ribelli all’interno della Siria, e nessuna autorità diretta su alcune delle sue fazioni. 

La posizione chiarissima del governo austriaco mette i bastoni tra le ruote ai piani francesi e britannici di indurre l’UE a fornire armi pesanti all’opposizione siriana, che in larga parte è composta da elementi stranieri. Stando ai resoconti della stampa austriaca, il Regno Unito ha chiesto a Vienna di non far circolare questo documento, ma il governo l’ha fatto lo stesso.

La posizione austriaca, così come quella ribadita più volte dai russi, afferma chiaramente che armare i ribelli in Siria equivale ad una palese violazione del diritto internazionale. Ma è anche vero che i leader UE non si sono preoccupati di violare il diritto internazionale in molti casi, come in Iraq e Libia, per non parlare delle violazioni delle leggi UE con la politica di salvataggi bancari.


http://lunanuvola.wordpress.com/2013/01/03/un-nome-da-ricordare/

Un nome da ricordare

3 gennaio 2013 

Un nome da ricordare: Muhammed al-Arifi. Prestigioso chierico saudita, propugnatore della violenza contro le donne già in passato, bandito qualche settimana fa dall’entrare in Svizzera dove partecipava al Consiglio centrale islamico, ha ora emanato una fatwa (ordinanza religiosa) in cui chiama allo stupro di gruppo per le ragazzine e le donne siriane.

E’ un uomo pio che pensa al benessere dei suoi confratelli, il chierico. L’ordinanza esprime infatti la preoccupazione che i “guerrieri dell’Islam” che stanno combattendo in Siria possano perdere nerbo per la mancanza di piacere sessuale. Il decreto di Muhammed al-Arifi istituisce quindi i “matrimoni per coito” (letterale) che dureranno qualche ora, di modo che (sempre letterale): “ogni combattente possa avere il suo turno”. La fatwa specifica che a tale scopo possono essere usate ragazze maggiori di 14 anni e donne che siano vedove o divorziate.

L’Arabia Saudita e il Qatar stanno finanziando da almeno da otto mesi i loro “rivoluzionari” in Siria; in particolare, i sauditi hanno mandato anche armi contraeree come missili e similia. Ora possono aggiungere un primato al loro orgoglio islamico e nazionale: è la prima volta nella storia moderna che si chiama pubblicamente ed esplicitamente allo stupro come arma da guerra. I miei sentiti complimenti come donna e infedele, anche se penso provengano davvero da troppo in basso perché uomini santi come voi possano apprezzarli. Maria G. Di Rienzo



RUSSIAN JOURNALIST HAVE PROOF SYRIAN INSURGENTS USED CHEMICAL WEAPONS


Russian journalists have proof Syrian insurgents used chemical weapons      

Russian journalists who were on assignment in Syria have handed the United Nation Secretariat videos showing chemical weapons attacks allegedly committed by opposition fighters in the vicinity of Aleppo on March 19. This was confirmed by the spokesman for the Deputy Secretary General Farhan Haq.

He said that the information will be passed along to Oke Selstemu, the head of the group of experts investigating the possible use of weapons of mass destruction in Syria.

In late March, Damascus notified the UN Secretariat of the chemical attacks carried out by armed insurgents.

In a report RTR journalist Anastasia Popova confirms the use of toxic substances, apart from footage of the event, there are eyewitness accounts, reports from doctors who took care of the dead and injured and statements from experts from the University of Aleppo.

In response to the formal request by Damascus UN Secretary General Ban Ki-moon sent a special mission to the area. However, the Syrian government has not let a team of experts into the country after the Secretariat of the United Nations decided to investigate other reports of the possible use of chemical weapons in Syria.

Voice of Russia, TASS,  RIA


Read more: http://english.ruvr.ru/news/2013_05_24/Russian-journalists-have-proof-Syrian-insurgents-used-chemical-weapons-089/


EMBARGO ED EMBARGO

http://oraprosiria.blogspot.it/2013/02/ma-lembargo-colpisce-il-popolo.html
Ma l'embargo colpisce il popolo

SANZIONI  UE  ALLA  SIRIA

Il patriarca Gregorios III Laham chiede all'Europa un protagonismo diverso: ''Il nostro Paese non ha bisogno di forniture di armi. La nostra terra è intrisa di sangue. Più armi significa più morte, più violenza, più emigrazione, più povertà. Abbiamo bisogno che le diplomazie lavorino per raggiungere la pace''

S.I.R. Martedì 19 Febbraio 2013

L’Unione europea, nella seduta di ieri a Bruxelles, ha rinnovato per tre mesi il pacchetto di sanzioni contro il regime di Damasco in scadenza il prossimo 28 febbraio, con l’impegno di “emendare” le misure in modo da “fornire un maggiore supporto non-letale e assistenza tecnica per la protezione dei civili”. Nel prolungamento delle sanzioni non c’è l’allentamento sull’embargo delle armi che era stato ventilato dalla Gran Bretagna, per poter dare un aiuto diretto all’opposizione. Ipotesi tiepidamente sostenuta dalla Francia, ma osteggiata dalla maggioranza dei 27.
Sempre ieri, ma a Ginevra, la Commissione Onu sulle violazioni dei diritti umani, di cui è membro l’ex procuratrice federale, Carla Del Ponte, ha presentato un rapporto che punta il dito “sugli individui in posizione di leadership” come responsabili dei crimini. “C’è un bisogno urgente di avere accesso alla Siria” per indagare sulle violazioni dei diritti umani ed è ora che il Consiglio di sicurezza deferisca la situazione nel paese alla Corte penale internazionale, ha detto Del Ponte.
Sul terreno degli scontri la situazione si fa ancora più complicata ora che le milizie sciite libanesi di Hezbollah sono scese in campo a fianco dello storico alleato siriano, il presidente Assad, sferrando attacchi contro i ribelli locali nella provincia centrale di Homs. Su questi ultimi sviluppi Daniele Rocchi, per il Sir, ha posto alcune domande al patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme, Gregorios III Laham.

Beatitudine, ieri l’Ue ha prorogato per tre mesi il pacchetto di sanzioni contro il regime di Damasco. Cosa ne pensa?
“Questo embargo non fa che peggiorare le condizioni del popolo e non tocca il Governo e il presidente. La vita in Siria è ogni giorno più costosa, le famiglie hanno difficoltà ad acquistare i generi di prima necessità, moltissime hanno avuto le proprie case distrutte. Tante hanno lasciato il Paese. Per questo oggi siamo riuniti qui a Damasco con i rappresentanti di tutti gli organismi di solidarietà delle chiese cristiane. Lo scopo è quello di coordinare gli aiuti alla popolazione sfollata, rifugiata, alle famiglie e alle persone che sono rimaste ma che hanno perso la casa, il lavoro e che non riescono ad andare avanti”.

Cosa avrebbe dovuto fare l’Unione europea, allora?
“La situazione è da tempo insostenibile, la violenza e l’instabilità minano l’economia, ormai al collasso, impediscono ogni dialogo e la ricerca di una soluzione politica negoziata che è quella che tutti auspichiamo. L’Ue invece di aiutare la riconciliazione interna, lottando contro il fondamentalismo di tante fazioni in campo, proroga di tre mesi le sanzioni. Non è questa l’Ue che vogliamo”.

Di cosa avrebbe bisogno la Siria?
“Diciamo prima di cosa non ha bisogno la Siria: la Siria non ha bisogno di forniture di armi. La nostra terra è intrisa di sangue. Più armi significa più morte, più violenza, più emigrazione, più povertà. Abbiamo bisogno che le diplomazie lavorino per raggiungere la pace. Non vogliamo denaro, non vogliamo armi. La gente siriana che soffre della violenza chiede questo alla comunità internazionale: che si dia da fare per il negoziato, il dialogo e la riconciliazione. La Siria vuole stabilità e sicurezza”.

Sono sempre di più i casi di violenza e abusi contro la popolazione e la piaga dei rapimenti sembra colpire principalmente i cristiani. Perché proprio i cristiani?
“Oggi non c’è luogo sicuro in Siria. I rapimenti sono solo un aspetto della mancanza di sicurezza che si vive in Siria oggi. Questi non riguardano solo i cristiani ma tutta la popolazione. I cristiani, certamente, sono anch’essi nel mirino. Al momento sappiamo di tre sacerdoti rapiti e stiamo cercando di riportarli a casa salvi”.

Da domani, fino al 22 febbraio, ad Amman, in Giordania si tiene un summit delle 17 Caritas nazionali del medio Oriente e del Nord Africa, che avrà a tema anche la tragedia siriana. I profughi siriani sono più di 350mila sia in Giordania che in Libano e non meno di 150mila in Turchia…
“L’incontro di Amman è il segno più vero e autentico dell’amore della Chiesa verso la Siria e indica ciò che si dovrebbe fare per aiutare veramente il nostro Paese. Salutiamo con riconoscenza la Santa Sede e le Chiese che si stanno prodigando per portare sostegno spirituale e materiale ai nostri fratelli sfollati e rifugiati in Giordania, Libano, Turchia. Questa è la vera risposta alle sanzioni imposte dall’Ue, che ormai ha perso ogni senso di valore cristiano”.

La fuga dei siriani dal Paese sembra non finire. A complicare le cose anche la discesa in campo delle milizie libanesi di Hezbollah a fianco del presidente Assad. Teme l’escalation della guerra?
“L’allargamento del conflitto, che vede adesso in campo anche le milizie sciite di Hezbollah a fianco di Assad è la riprova che questa guerra potrà finire solo in presenza di un’azione vigorosa di dialogo e di negoziato. Con le armi non si va da nessuna parte. Mi appello all’Europa e al mondo: non armate i contendenti ma aiutateli a sedere intorno ad un tavolo per trovare una soluzione politica giusta. Serve uno sforzo politico e diplomatico per la riconciliazione tra i gruppi in conflitto”.

Carla Del Ponte, magistrato dell’Onu che si occupa di diritti umani, ha detto ieri che “è arrivato il momento” per il Consiglio di Sicurezza di portare i crimini di guerra della Siria davanti alla Corte penale internazionale (Cpi). È d’accordo con questa richiesta?
“Oggi in Siria siamo tutti criminali, siamo tutti da processare, ma anche l’Europa. Questa è anche la guerra dell’ipocrisia e della bugia. Quel che si scrive intorno a questo conflitto non è tutto vero. Non è vero, per esempio, che tutta la popolazione è contro Assad. La gente chiede solo la fine della violenza, di uscire dal caos in cui vive, di ritrovare sicurezza e stabilità. Aiutateci a dialogare allontanando tutte quelle forze straniere e fondamentaliste che combattono dentro la Siria e che minano la convivenza del popolo e la rinascita del Paese”.

http://www.agensir.it/pls/sir/v3_s2doc_a.a_autentication?target=3&tema=Anticipazioni&oggetto=256105&rifi=guest&rifp=guest

http://oraprosiria.blogspot.it/2013/02/crudele-ipocrisia-delle-sanzioni-la.html

martedì 19 febbraio 2013

Crudele ipocrisia delle sanzioni: la guerra che voi state facendo ...

"Così si uccide la speranza, la dignità, e anche la vita fisica di un popolo" 

Testimonianza delle Monache Trappiste dalla Siria lacerata dal conflitto

Lettera delle sorelle Trappiste in Siria

da Avvenire, 18 febbraio 2013

Titolo Articolo

Ancora un bollettino di guerra. Ma stavolta non quella che stanno combattendo esercito e ribelli, una guerra che è diretta da grandi potenze e da grandi interessi, e che ci supera, noi e voi che leggete. Vi imploriamo di riflettere su una guerra a cui si dà il consenso in nome di una sedicente prassi democratica. Stiamo parlando delle sanzioni internazionali, e della strage quotidiana che provocano.

 

Ci commuoviamo e ci indigniamo (giustamente) alla notizia che in un bombardamento sono morti bambini e donne. Perché non ci sconvolge il fatto che ci siano intere famiglie ridotte alla fame a causa nostra? Pensate sia più duro morire improvvisamente sotto le bombe, o morire di inedia, un giorno dopo l’altro? È più crudele raccogliere il corpo dei propri figli sotto le macerie, o vederli lamentarsi e soffrire per giorni per la mancanza di medicine? Le sanzioni stanno uccidendo molto più delle bombe. Uccidono i corpi; uccidono la speranza. Uomini che da mesi non hanno lavoro, e non hanno prospettive di trovarne : nella sola zona di Aleppo, 1.500 officine, laboratori, piccole industrie distrutte. I macchinari rubati, e trasportati in Turchia. Una vera razzia. Con cosa si lavora, se manca tutto ?

In città ci si inventa qualcosa, si vende di tutto pur di guadagnare almeno il pane. Si affitta un’auto, ci si improvvisa trasportatori verso destinazioni pericolose, dove nessuno accetta di andare.
Come George, padre di tre figli, che pur di lavorare è morto in questo modo ai confini della Turchia, ucciso da cecchini, "liberatori della Siria".
In molte campagne i contadini non osano seminare: troppo pericoloso. Manca il gasolio, senza gasolio non vanno le pompe dell’acqua, con cosa si irriga ? E i trattamenti e i concimi, molti dei quali importati, soprattutto dopo che sono state bruciate fabbriche chimiche e magazzini, sono costosissimi e, anche se si dispone di denaro, spesso introvabili. I più poveri, che hanno solo qualche mucca, la stanno vendendo: tra mangimi e foraggi il costo degli alimenti è al minimo 60-70 lire siriane al chilo, quando un litro di latte si vende a 25. I rapimenti, in tragica crescita, e la delinquenza, sono un’altra conseguenza delle sanzioni.

Certo, direte : che ingenuità! Le sanzioni sono fatte apposta per esasperare un Paese, e un Paese esasperato significa pressione sui suoi politici e quindi un intervento democratico efficace. È ciò che vogliono i vostri politici. Ma la nostra domanda è : lo volete anche voi? Volete davvero questo? Volete avere responsabilità sulla sofferenza e la morte di tante persone innocenti, in nome di un "intervento" che loro non vi hanno chiesto? Sì, il popolo siriano vuole la sua libertà e i suoi diritti, ma non così, non in questo modo. Così si uccide la speranza, la dignità, e anche la vita fisica di un popolo.

Siete convinti che bisogna pur pagare un prezzo per ottenere libertà e democrazia? Allora digiunate, voi, nelle piazze europee, a favore della Siria. E lasciate che qui ognuno scelga se e come dare la vita per ciò in cui crede. Costringere un popolo alla fame, alla rabbia, alla disperazione, perché si ribelli, è forse metterlo in grado di esercitare una scelta democratica? Che razza di idea di democrazia e di libertà è mai questa? Il lavoro è una grande forza per un popolo, dà dignità, crea prospettive, educa alla libertà vera. Uccidere il lavoro è un altro modo di uccidere vite. Le sanzioni internazionali sono uno strumento iniquo, perché ipocrita : lascia l’illusione di non sporcarsi le mani con il sangue altrui.

La Siria stava crescendo, lentamente, anche contradditoriamente, ma con continuità. È tornata cinquant’anni indietro. E adesso si raccolgono milioni di dollari di aiuti umanitari, con spese enormi di invio, di distribuzione. Per dare cibo là dove si è lasciato bruciare il grano, per dare coperte là dove si sono lasciati distruggere i magazzini. Che senso ha? Certo, deve esserci un guadagno per qualcuno, altrimenti che interesse avrebbe il mondo politico internazionale a dirigere le cose in questo modo?

Ma , alla fine, la nostra domanda è ancora: voi volete davvero questo? Volete combattere questa guerra contro un intero popolo? Se la vostra risposta è "no", fate qualcosa. Ve lo chiediamo con tutte le nostre forze e la nostra preghiera, a nome di tanti siriani .
Raccogliete firme, fate petizioni a livello europeo, promuovete incontri per sensibilizzare la gente, create associazioni di persone e di imprenditori che facciano pressione per riaprire il commercio con la Siria. Pensate voi agli strumenti, ma fate qualcosa. E in fretta. C’è gente che muore, tanta. E tanta che se ne va, per sempre.

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/suore_trappiste_siria.aspx



"L’Unione europea ha deciso di rinnovare per tre mesi le sanzioni al regime di Damasco, con un significativo allentamento dell’embargo sulle armi. I provvedimenti, scrivono i ministri degli esteri dell’Ue dopo un giorno di vertice a Bruxelles, sono modificati in modo da fornire all’opposizione «un maggiore supporto non letale e assistenza tecnica per la protezione dei civili».
La decisione è un compromesso dopo settimane di disaccordo tra Gran Bretagna, che con il ministro William Hague chiedeva di dare il «massimo supporto e assistenza» alla coalizione «che abbiamo riconosciuto» come legittimo rappresentante, ipotizzando di fornire una «più ampia gamma di materiali».
Notizia da Avvenire,

19 febbraio 2013 Pubblicato da Fraternità Maria Gabriella

 

 

SIRIA: ALTRE IMPORTANTI NOTIZIE IN BREVE


http://italian.ruvr.ru/2013_05_24/Mosca-ci-sono-atti-ad-impedire-la-collocazione-della-conferenza-internazionale-per-la-Siria/
La Russia denuncia, "qualcuno ostacola la conferenza per la Siria"
24.05.2013, 12:53 - La Russia nota tentativi per impedire la collocazione della conferenza internazionale per la Siria, con una iniziativa per la quale sono intervenuti Mosca e Washington all'inizio di maggio, ha dichiarato il rappresentante del Ministero degli Esteri russo Aleksandr Lukashevich alla breve conferenza stampa di venerdì.Si tratta di tentativi per mettere gli stretti interessi politici sopra l'obiettivo principale: la cessazione del spargimento di sangue e la garanzia del successo degli sforzi internazionali “a favore del dialogo intersiriano” ha detto Lukashevich.

http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-6a9cab42-342b-48f6-8d3d-b5f60f450a85.html
Impossibile fissare data precisa - Siria, Mosca: "Damasco parteciperà a Ginevra II'
24 maggio 2013, 11:22
"Annotiamo con soddisfazione che Damasco ha dato il suo assenso di massima a partecipare alla conferenza internazionale, nell'interesse degli stessi siriani di trovare una soluzione politica per risolvere un conflitto distastroso per la Nazione e la regione", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri russo, Alexander Lukashevich, in un incontro con i giornalisti.
MOSCA -Per la Russia è impossibile fissare una data precisa per la conferenza internazionale di pace sulla Siria a Ginevra prima di sapere chi vi prenderà parte per l'opposizione siriana. Lo ha detto oggi a Mosca Alexander Lukashevich, portavoce del ministero degli Esteri."La richiesta di citare con urgenza una data specifica per la convocazione di una conferenza, senza alcuna chiarezza su chi e quali poteri parleranno a nome dell'opposizione, semplicemente non può essere presa sul serio" ha detto Lukashevich.

http://www.bocchescucite.org/?p=44689
Siria. L’opposizione sorride, a Qusayr si muore 24/5/13
In Giordania Kerry, opposizioni e Paesi del Golfo abbandonano la diplomazia e preparano la guerra. Gli Stati Uniti si piegano al volere dei ribelli.
di Michele Giorgio
Roma, 24 maggio 2013, Nena News – Sorridevano ieri i capi dell’opposizione siriana in apertura dei tre giorni di colloqui che avranno a Istanbul. Erano soddisfatti per gli esiti della riunione ad Amman degli 11 Paesi, Usa in testa (ma c’è anche l’Italia), che compongono il nucleo principale dei cosiddetti «Amici della Siria» e che mercoledì, di fatto, hanno buttato nel cestino dei rifiuti l’intesa per la conferenza internazionale sulla Siria – il prossimo mese a Ginevra – raggiunta dal Segretario di Stato John Kerry e dal ministro degli esteri russo Lavrov. Se Usa e Russia, appena qualche giorno fa, avevano deciso di andare alla conferenza senza chiedere l’uscita di scena del presidente Bashar Assad prima della «transizione politica» in Siria, in Giordania gli «Amici della Siria» e, quindi, lo stesso Kerry, hanno deciso l’esatto contrario. Assad deve farsi da parte immediatamente, come desiderano l’opposizione siriana (o gran parte di essa) e, soprattutto, la Turchia e il Qatar. Una dimenticanza di parte Gli «Amici della Siria» hanno anche chiesto l’uscita immediata dalla Siria dei guerriglieri del movimento sciita libanese Hezbollah (che l’Europa si accinge a proclamare «organizzazione terroristica», come chiede Israele) e di quelli iraniani schierati con Damasco, dimenticando i jihadisti ceceni, libici, egiziani, tunisini e di molti altri paesi che combattono dalla parte dei ribelli. «È un comunicato molto positivo (quello degli «Amici della Siria», ndr), in ogni caso alla conferenza di Ginevra noi andremo solo con l’uscita di scena immediata di Assad», ha commentato un portavoce dell’opposizione siriana, Louay Safi. Nel disinteresse generale. [...]

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PASSAPAROLA.

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