(ASI) Lettere in Redazione. Roma -Tra due settimane si svolgeranno nuovamente in Grecia le elezioni politiche che potrebbero sancire l'uscita della Grecia dalla moneta unica. Come abbiamo scritto in precedenza, a dieci anni dalla sua introduzione, l'euro si è rivelato per la maggior parte dei paesi europei un'esperienza non solo fallimentare, ma catastrofica.
Non solo infatti ha decuplicato il debito pubblico, ma ha impoverito le fasce più deboli delle popolazioni, aggiungendo a misure fiscali usuraie varate dai governi liberisti, una perdita vertiginosa di posti di lavoro con un aumento della disoccupazione che ha toccato in Italia il 10,2 % ( oltre 35 % quella giovanile) e nella cosiddetta eurozona l'11 %. In Italia, la moneta unica varata da omuncoli come Amato,Prodi, Monti e gestita da politici pagliacci come Berlusconi, è al capolinea con uno spread che sta portando al fallimento di decine di migliaia di imprese. Le cause sono note a tutti. Una moneta unica, senza titoli di Stato unici, i famosi eurobond, senza un governo politico super partes non poteva che essere destinata al fallimento. La Germania, come è stato detto la BCE è figlia della Bundesbank, continua a voler imporre ai paesi europei le sue condizioni ed è tra i maggiori responsabili del presente fallimento monetario. Le banche hanno fatto la loro parte con la loro ingordigia, le loro operazioni sbagliate, i loro manager falliti che continuano a percepire stipendi d'oro che si aumentano pure come se nulla fosse. Non ci vuole molta memoria per ricordare l'esplosione della bolla immobiliare, i mutui subprime, lo strozzamento usuraio di centinaia di famiglie, il fallimento di tante banche americane che ha avuto pesanti conseguenze anche in Europa. In questo contesto, il governo Monti ha avuto e ha il ruolo di cercare di salvare non tanto l'euro quanto le banche, facendo pagare la crisi ai soliti poveracci: pensionati, invalidi, dipendenti pubblici eccc. ecc.
Di fronte a questo contesto se la Grecia uscirà dall'euro, come è stato osservato dagli analisti più sinceri ed obiettivi, dopo un periodo di inevitabile confusione, grazie al ritorno alla dracma, nel giro di un paio di anni riuscirà a risollevarsi. Del resto la storia ci insegna che con i provvedimenti giusti ed una politica accorta fondata su principi autarchici, dalla crisi si può uscire, anche dalla peggiore. La preoccupazione per gli usurai di Bruxelles è oggi quella di evitare che la Grecia si risollevi da sola con le proprie forze e soprattutto che dia l'esempio ad altri paesi quali l'Italia, la Spagna, il Portogallo, ecc. ecc. Come si sa, i cravattari tengono la corda al collo della loro vittima ma non la vogliono finire per non perdere il cliente... In questo mese gli italiani cominceranno a pagare le tasse vere, innanzi tutto quella relativa all'IMU. Sarà un salasso che non mancherà di fare riflettere anche perchè saranno denari non destinati allo sviluppo e alla crescita, ad affrontare la disoccupazione, quella giovanile in particolare, parole che Monti, Fornero, Passera ecc. non sanno proprio cosa significhino, ma a ripianare i debiti con le banche ( ricordate i miliardi di euro pagati alla chetichella da Monti alla Morgan Stanely nel gennaio scorso) o a continuare a tenere in piedi baracconi assurdi quali il parlamento di mille parassiti e migliaia di impiegati superpagati, commessi, segretari, segretarie, uffici vari, i consigli regionali con le loro infinite clientele, gli affollati consigli provinciali ecc.ecc.
E intanto il paese affonda piano piano ma inesorabilmente. Basti considerare la fuga dei cervelli o le migliaia di giovani che ormai si stanno organizzando per fare fortuna all'estero, per andarsene da questo paese che continua a tollerare una politica fondata sull'improvvisazione, sull'ignoranza, sul bluff e sulla menzogna. In questo contesto, non denunciare il malaffare e la cattiva politica del governo e dei suoi sodali, adagiarsi sulla logica del "salviamo il salvabile", continuare a guardare indietro per non guardare il presente, non solo denota una mancanza di senso di responsabilità e di solidarietà con chi soffre la crisi in prima linea, ma equivale ad un vero e proprio tradimento nei confronti dell'Italia e degli italiani onesti e laboriosi, e principalmente dei giovani per i quali la realtà è quella dello zero prospettive. Noi del MNP siamo ormai convinti che solo l'uscita da questa Europa di carta straccia potrà essere il punto di partenza per la creazione dell'Europa dei popoli all'insegna di quel Nuovo Ordine che abbiamo sempre sognato e al quale non intendiamo rinunciare. Questa e solo questa è la barricata dei camerati e dei nazionalpopolari italiani ed europei. Nicola Cospito Ufficio politico MNP
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