(ASI)La crisi economica legata al Covid-19 ha penalizzato interi settori economici,andando ad incidere negativamente sull’impatto sociale.I dati rilasciati a febbraio del nuovo anno, dall’Istituto Nazionale di Statistica mettono in luce una situazione drammatica per il Paese.
Viene registrata già dalla fine del 2020, una diminuzione del PIL a dicembre (-5,3%), in calo anche la produzione industriale. il Pil dell’area euro è diminuito, sintetizzando andamenti eterogenei tra paesi, con flessioni dell’attività sia in Francia sia in Italia e incrementi in Germania e Spagna.
A fine anno , è proseguita la fase di debolezza della produzione industriale italiana evidenziata anche dalla riduzione dell’indice di diffusione tra i settori. Indicazioni complessivamente positive si registrano per gli ordinativi esteri e le esportazioni.
Il mercato del lavoro, a dicembre, ha mostrato decisi segnali negativi, con un calo congiunturale dell’occupazione e un aumento della disoccupazione e dell’inattività, interrompendo il processo di recupero dei mesi precedenti. In diminuzione le ore pro capite effettivamente lavorate nella settimana.
L’attenuazione della dinamica deflativa della componente energetica e la moderata crescita dell’inflazione nei servizi, a gennaio, hanno riportato su valori positivi la variazione annua dei prezzi al consumo.
A gennaio, gli indici di fiducia hanno segnato una sostanziale stabilizzazione delle aspettative: al lieve calo della fiducia dei consumatori si è accompagnato un moderato aumento di quella delle imprese.La stima dell’Istat stabilisce che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,2% rispetto a novembre. Nella media del quarto trimestre la flessione è dello 0,8% rispetto al trimestre precedente.
L’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale sostenuto per l’energia (+1,8%) e un più modesto incremento per i beni intermedi (+1,0%), mentre diminuzioni contraddistinguono i beni strumentali (-0,8%) e, in misura più contenuta, i beni di consumo (-0,3%).
Corretto per gli effetti di calendario, a dicembre 2020 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 2,0% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21, contro i 20 di dicembre 2019). Si registra un incremento tendenziale solo per i beni intermedi (+4,1%), mentre i restanti comparti mostrano flessioni, con un calo pronunciato per i beni di consumo (-9,8%) e meno marcato per gli altri aggregati (-2,1% per i beni strumentali e -0,7% per l’energia).
I settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+10,9%), la fabbricazione di prodotti chimici (+7,5%) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+6,8%). Viceversa, le flessioni maggiori si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-28,5%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,5%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-10,9%).
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia