(ASI) L'Europa ha detto Si al piano del governo per il rilancio dell'Economia e competivita'! Logicamente, l'opposizione non si aspettava un epilogo di tal genere! Era gia' pronta a richiedere, cosa ormai non nuova! Le dimissioni del Premier
Invece, un organo “terzo” ed “imparziale” senza tanto per il sottile! Ha dato fiducia almeno per ora, al Governo! Spiazzando i denigratori non del Governo, ma dell'Italia stessa!!
Adesso non ci sono piu' scuse! Si lavori anche in sinergia con le forze sociali se capiscono il clou del tenore della lettera programma di Berlusconi ; altrimenti, il Governo dovra' andare avanti spedito ….. a suon di “voti di fiducia”!!
Promissio boni viri est obligatio! Dicevan i latini! il Presidente della Repubblica a questo punto non potra' trincerarsi su “sottigliezze costituzionali” adducendo la insussistenza dei requisiti di “necessita ed urgenza”!
Il problema dei licenziamenti “facili””
Non si è capita la vera “ratio” della proposta: in Italia è finito il tempo di salvaguardare chi ha il lavoro! Il sindacato è stato miope! non riesce a capire e stare al passo con i tempi! Volgiamo far lavorare i giovani!, vogliamo rendere competitive le aziende ed il lavoro!
Allora, dobbiamo renderci conto che non siamo isolati, ma in un contesto europeo, siamo in definitiva una regione degli “ Stati uniti d'Europa” anche se non completamente come dovrebbe essere e come era nelle migliori intenzioni dei nostri fondatori.
Licenziamento e scoppia l'inferno! Dopo la lettera che il premier ha presentato in Europa per salvare l'Italia dalla crisi, la sinistra e i sindacati sono tornati sul piede di guerra perché tra le misure c'è anche la possibilità per le aziende in crisi di procedere con i licenziamenti. Ma cerchiamo di essere “realisti” e vediamo cosa succede negli altri paesi europei!
In Francia esiste la possibilità di licenziare "per ragioni economiche", che implicano la soppressione o la trasformazione dell'attività, ma il datore di lavoro ha l'obbligo di proporre al lavoratore delle misure di riconversione e di riqualificazione professionale. Per quanto riguarda i licenziamenti collettivi, le imprese sono obbligate a predisporre un piano che attenui le conseguenze del licenziamento per i lavoratori coinvolti attraverso, per esempio, corsi di formazione o riduzione del tempo di lavoro. Un piano obbligatorio per imprese con più di 50 addetti.
Nella fortissima e “capofila” Germanaia si prevede la possibilità di licenziamento per motivi economici. Ma si devono rispettare alcuni criteri: tipo l'età e la possibilità di mantenimento. Il lavoratore, dal suo canto, ha diritto ad un risarcimento che oscilla tra le 12 e le 18 mensilità in base all'anzianità di servizio, inoltre può impugnare il provvedimento e continuare a lavorare mentre il giudice decide.
Il Governo socialista Zapatero in Spagna, ha modificato da poco la legge, e ha allargato il licenziamento per giusta causa a situazioni aziendali nelle quali si prevedono perdite "permanenti o anche temporanee congiunturali". L'introduzione delle nuove misure ha scatenato molte polemiche, anche perché il tasso di disoccupazione ha superato il 21%.
Ma veniamo al Regno Unito :anche qui si discute sulla riforma del mercato del lavoro. Il Governo sta lavorando alla possibilità di eliminare la disposizione che penalizza il "licenziamento senza giusta causa". In pratica il licenziamento sarebbe sempre possibile tranne i casi in cui nasconda discriminazioni di razza o di sesso. Attualmente la legge prevede la possibilità per il datore di lavoro di interrompere il rapporto per una giusta causa ma con un preavviso di tre mesi.
Quindi, direi ai nostri “sindacati”: invece di fare demagogia: aprite gli occhi e modernizzate la vostra “lotta di classe”: tutela per i giovani significa, “flessibilita” nel rapporto di lavoro e dall'altro, presenza forte di ammortizzatori sociali per le ipotesi di crisi.