(ASI) L'intervista video prende spunto da alcune riflessioni del Prof. Alessandro Giovannini, Università degli Studi di Siena, totalmente condivisibili da me rielaborate con taglio giornalistico.
Non è affatto vero, ma è pura demagogia ad ogni livello , addossare il forte debito pubblico e la incapacità a sostenere “economicamente” sia l'attuale momento di crisi epidemica sanitaria ed economica che quella successiva, al fenomeno di evasione fiscale.
Si parte da due principi, affermazioni assunte in tempi non sospetti da due grandi ed eminenti personaggi: economista l'uno, Luigi Einaudi, giurista-costituzionalista l'altro, Piero Calamandrei.
“....la frode fiscale non potra' essere davvero considerata alla stregia degli altri reati finchè le leggi tributarie rimarranno, quali sono, vessatorie e pesantissime e finchè le sottili arti della frode, rimarranno l'unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitazioni del Fisco”
Sta avvenendo un forte, determinata, progettata “distrazione” della opinione pubblica, fuorviante in quanto imbastita per distogliere il cittadino da problemi che dovranno essere affrontati e risolti, poi, post epidemia, con provvedimenti impopolari, aggressivi a tutela, giustamente delle PMI, delle famiglie: il c.d “Welfare state”.
Altra censura, sempre fuorviante è l'errore di un metodo: ad ogni affermazione non possiamo addurre semplici considerazioni : una minore evasione fiscale avrebbe comportato minore debito pubblico: oppure, maggiore lotta alla evasione fiscale , avrebbe prodotto risorse economiche tali da non procedere ai tagli della sanità:ergo: lo Stato sarebbe stato in grado di affrontare al meglio la crisi.
Quello che manca è il “senso di legalità” ai cittadini italiani: ciò scaturisce indubbiamente dalla “slealtà del legislatore”: gli “ordini “imposti dallo Stato possono e devono essere rispettati solo se “reciprocamente, accettati e rispettati”dai soggetti:cittadino e Stato.
Lo stesso Luigi Einaudi afferma:”....quando non si fa giustizia le leggi non sono osservate, nemmeno quelle tributarie e gli stati vanno alla perdizione..”
Che altro da aggiungere: Calamandrei affermò che interviene il “discredito della legge” solamente di fronte alla “slealtà del legislatore”.
Quindi senza stare a badare a tante elucubrazioni pseudo politche e demagogiche, il Fisco deve essere semplice, equo e pungolo per il rilancio della Economia.
Non piu' tenendo conto “interesse alle entrate tributarie” ma “sviluppo “ con abolizione burocrazia, ossificata oserei dire, irrazionale, efficienza scarsa, ma in particolare, sperpero di denaro pubblico, giustizialismo forcaiolo ed oppressione parossistica degli adempimenti fiscali talvolta, con eufemismo,irrazionali.
Mauro Norton Rosati di Monteprandone - Agenzia Stampa Italia