Scongiurare l’aumento dell’IVA, rilanciare il potere di acquisto delle famiglie e contrastare la crescita delle disuguaglianze: siano queste le priorità del Governo.
(ASI) I dati sul commercio resi noti oggi dall’Istat rappresentano, purtroppo, l’inizio di una catastrofe annunciata. Le vendite registrano un calo delle vendite al dettaglio del -0,9% sul mese e del -5,4% sull’anno.
Un andamento che va oltre ogni previsione negativa e che preoccupa fortemente, soprattutto dal momento che riguarda anche un settore tradizionalmente considerato anelastico, quale quello dei beni alimentari. Per questi ultimi la flessione delle vendite, in volume, tocca quota -2,4%. Uno dei peggiori dati registrati negli ultimi anni.
Tale andamento rispecchia, da un lato l’incertezza nello sviluppo e nella crescita del sistema economico, dall’altro la preoccupazione delle famiglie ed il peggioramento delle loro condizioni di vita.
Da mesi abbiamo lanciato un preciso allarme, segnalando come la spesa stia crescendo ad un ritmo decisamente più sostenuto rispetto ai redditi. Nel dettaglio, dal 2013 al 2018 (effettuando una stima relativa all’anno in corso), abbiamo registrato una crescita del reddito medio del +4,4% (3,8% al netto dell’inflazione), a fronte di un aumento della spesa del +6,4%. La spesa cresce più velocemente del reddito, per questo le famiglie non riescono a far fronte alle proprie spese, effettuando dolorose rinunce persino in settori delicati come quello della salute (è di ieri il dato del Censis secondo il quale 7 milioni di Italiani si sono indebitati per pagarsi le cure).
Questa tendenza riguarda specialmente le famiglie a reddito medio-basso, mentre si inverte per i nuclei più abbienti, per i quali il reddito cresce più della spesa.
In questo contesto la flat tax non farà altro che alimentare una crescita disuguale, senza produrre i benefici sperati per la maggior parte delle famiglie.
“È evidente che, se veramente si vuole invertire tale tendenza e rimettere in moto la domanda interna è necessario avviare misure che incidano direttamente sul potere di acquisto delle famiglie, attraverso investimenti per il rilancio dell’occupazione e mediante l’immediata ed urgente sterilizzazione dell’aumento dell’IVA.” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori.
Secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori le ricadute dell’aumento dell’IVA determinerebbero, per una famiglia media, a regime, a circa 795 Euro annui a famiglia, di cui 272 Euro annui 272 Euro annui solo per il settore alimentare e per i beni la cui aliquota dal 10 dovrebbe passare al 13%.