(ASI) A smentire nuovamente, se ce ne fosse ancora bisogno, l'esultanza di chi annunciava e deva per certa la fuoriuscita dalla crisi, giungono oggi i dati Istat sui consumi. Su base annua, l’indice grezzo del commercio al dettaglio diminuisce dello 0,8%.
"Nella media del trimestre novembre 2015-gennaio 2016, il valore delle vendite registra una variazione negativa dello 0,1% rispetto al trimestre precedente."
È quanto recita il testo dell'Istituto di Statistica, confermando con esattezza la fase di stallo che, purtroppo, denunciamo da tempo, esattamente in questi termini e con queste previsioni.
Stallo che risulta ancora più grave e allarmante se si pensa alla gravissima contrazione della domanda interna avvenuta dal 2012 al 2015, che ha fatto registrare una diminuzione dei consumi del 10% (con una riduzione complessiva della spesa delle famiglie di 75,5 miliardi di Euro.
Tutto ciò sottolinea, ancora una volta, la necessità di agire con la massima urgenza e determinazione per rimediare alla drammatica mancanza di lavoro che affligge il nostro Paese.
"Bisogna intervenire per rilanciare la domanda occupazionale, elemento fondamentale per la ripresa dell'economia" - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Da tempo invochiamo un Piano Straordinario del Lavoro che purtroppo tarda ad arrivare e che dovrebbe stanziare quanto prima investimenti per infrastrutture, turismo, messa in sicurezza del patrimonio culturale e scolastico, innovazione e ricerca.
Non dimentichiamo che rilanciare l'occupazione in termini generali significa anche incidere positivamente in direzione di una crescita della domanda interna in termini generali. Non dimentichiamo che ogni disoccupato pesa sulle spalle delle famiglie (nonni, genitori, parenti), che rappresentano la vera forma di welfare, con un onere di circa 450 euro mensili.