(ASI) Chieti - Tiene banco a livello regionale con risvolti di livello nazionale ed internazionale, la vicenda dello stabilimento Thales Italia SpA di Chieti, multinazionale globale di elettronica specializzata nei settori dell'aerospazio, difesa e informazione tecnologica.
Fino all'altro giorno, sembrava inesorabilmente destinato alla chiusura lo stabilimento teatino di Via Enrico Mattei. La brutta notizia era stata comunicata ai rappresentanti sindacali mercoledì 10 febbraio 2016, durante il tavolo sindacale presso il Ministero dello Sviluppo Economico. E dal 12 febbraio, i lavoratori avevano iniziato uno sciopero di protesta ad oltranza presso lo stabilimento di Chieti Scalo.
Ma, lunedì 29 febbraio, a pochi giorni dall'incontro a Chieti dell'RSU con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, c'è stato un inaspettato colpo di scena nella vicenda: l'azienda frena sulle intenzioni di chiusura definitiva, almeno fino al 21 marzo, quando si terrà la prossima riunione. La buona novella è stata data ai Sindacati durante l'ennesimo incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
A seguito di questo incontro, come ha spiegato il Sindacalista Simone Di Nisio della FIOM - CGIL "Thales ha sospeso temporaneamente la cessione del ramo d'azienda Star Mille alla newco, formata dalla stessa multinazionale francese e dalla società malese Sapura, aprendo nuovi spiragli positivi per il futuro della sede di Chieti, annunciando di voler trovare soluzioni alternative all'uscita dal mercato della difesa che potrebbero salvare il sito teatino. Aspettiamo di avere a breve un contatto con un manager francese della Thales che dovremmo incontrare a Roma presso il Ministero. Dalla Francia ci è giunto l'aiuto anche dei sindacati francesi che hanno espresso solidarietà votando contro la chiusura del sito di Chieti".
Ecco quale dovrebbe essere il destino dei lavoratori della Thales se il sito teatino sarà malauguratamente chiuso:
- Il reparto Starmille, 20 persone, sarà ceduto ad una newco, nata il 20 dicembre scorso e operativa dal 1° aprile, attualmente posseduta solo da Thales Italia, ma che in seguito sarà per metà della società malese Sapura che dovrebbe garantire almeno 3 anni di operatività.
- Le 70 persone del reparto Rcp, saranno messe in mobilità con modalità e tempi ancora da chiarire.
- Per gli 8 del reparto NIS, che si occupano della manutenzione delle reti del Ministero della Difesa, il destino è incerto, fra il trasferimento in Toscana, nella sede centrale di Firenze, o il licenziamento.
Ovviamente, tutti sperano che questa vicenda abbia un lieto fine, soprattutto per il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
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