Albania e Romania i mercati emergenti per gli investimenti

(ASI) Abbiamo chiesto al prof. Mauro Norton Rosati di  Monteprandone, docente universitario e esperto di diritto internazionale delle società e del trust nonché consulente per la internazionalizzazione delle PMI  se  conviene aprire una attività in Romania ed Albania.Assolutamente si.

I paesi Ex Balcani  si stanno affacciando in maniera preponderante sul mercato internazionale per la assoluta  semplicità e burocratizzazione, dell’apparato amministrativo sia dal punto di vista societario   che  fiscale.

Il nostro governo nonostante i proclami   è completamente “sordo” da questo punto di vista  e si fossilizza solamente su interventi che non riescono in maniera totale ed assoluta a rilanciare il nostro sistema economico industriale.

Se vogliamo attirare investimenti , se desideriamo che gli stranieri  vengano ad investire e non a colonizzare l’Italia, e’ necessaria  una assoluta , flessibilità e no burocrazia in ogni aspetto amministrativo, dal semplice rilascio della licenza, sino alla agevolazione del core business dell’investitore straniero ed italiano.

Ma dal punto di vista fiscale che cosa hanno di appetibile questi stati?

Ambedue hanno una  flat tax  del  16-20 %  che è ben vista dagli investitors  e non  si pone assolutamente in concorrenza sleale  con altri sistemi europei : lo si fa per attirare investimenti  e creare ricchezza non solo per il singolo imprenditore ma per l’intera nazione.

Ed il costo del lavoro? Che cosa ci dice a tal proposito?

Molto basso e meno burocrazia.

Un Operaio specializzato in Romania percepisce, imposte comprese, un salario di 400,00 €

E’ logico che  le aziende, de localizzano.

 Ma quali sono i settori maggiormente richiesti?

Si va dalla manifattura  al sistema calzaturiero, al  legname : in Romania ad esempio, a parità di qualità il prezzo è notevolmente inferiore di 1/3 rispetto alla identica materia in Italia.

Ciò comporta che  per una azienda  italiana  è conveniente acquistare materia prima in Romania, trasformarla e rivenderla in Italia  e che con un normale ricarico ( senza un eccessivo surplus!!) si renderebbe completamente “competitiva” e con buon profitto.

E’ logico che per poter fare questo è indispensabile aprire unità operative in loco.

Ma soprattutto nel settore turistico : in Albania vi sono incentivi sul settore eco turistico e quindi una implementazione di tutto  quanto sia eco -compatibile.

Ma è allora facile aprire una impresa?

Si! In quanto, come dicevo prima, in questi stati si è combattuta la “burocrazia” e quindi  i tempi di start up aziendale sono molto contenuti, semplici, veloci, flessibili e senza intervento di parerei inutili.

L’Investitor deve avere certezza del pianificazione e dei costi e tempi: tra questi anche il sistema “arbitrale” tanto disatteso e contestato dagli avvocati italiani ancorato ancora al” processo”.

Quindi cosa consiglia all’imprenditore italiano?

Non vorrei apparire catastrofico. Ma sarebbe opportuno che aprisse gli occhi e avesse il coraggio di oltrepassare l’ostacolo. Altrimenti affonda. Tra fisco, burocrazia e sistema bancario egoistico e non aperto alla impresa.

 

Francesco Rosati - Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

 

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