(ASI) Il segnale principale che indica la crisi delle famiglie, come ribadiamo da tempo, è la profonda contrazione dei consumi alimentari.
Un indicatore che, già dagli ultimi dati pubblicati dall'Istat, registra un andamento estremamente negativo, con una contrazione del -2,4% solo nell'ultimo anno. Il confronto appare addirittura drammatico se si estende al periodo 2008-2014: in tale periodo la contrazione registrata relativamente ai consumi alimentari risulta pari al -10,4%.
Tale percentuale equivale ad una caduta della spesa delle famiglie in questo settore chiave di oltre 14,2 miliardi di Euro.
Una cifra impressionante se si pensa che la domanda relativa al settore alimentare è definita anelastica, proprio perché con grande difficoltà viene intaccata in situazioni di crisi.
Le famiglie, il cui potere di acquisto dal 2008 ad oggi è diminuito di oltre il -13,4%, hanno invece subito una crisi tanto profonda da trovarsi costrette a tagliare non solo la quantità dei prodotti, ma anche la qualità, modificando in alcuni casi radicalmente le proprie abitudini di consumo.
Il consumo di carne e pesce ha conosciuto una fortissima contrazione, lasciando terreno invece al consumo di carboidrati, patate e uova.
"Si tratta di un vero e proprio allarme, che richiede la massima attenzione e priorità da parte del Governo." - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Per questo chiediamo che si intervenga al più presto per rilanciare il potere di acquisto delle famiglie e rimettere in moto i consumi (la cui crisi, non lo dimentichiamo, ha un impatto pesantissimo sull'andamento dell'intero sistema economico).
Il primo passo da avviare in tal senso è il rilancio dell'occupazione: solo creando lavoro, e quindi reddito, sarà possibile dare un nuovo impulso alla domanda interna ed alla ripresa.
Redazione Agenzia Stampa Italia