(ASI) New York- A 39 anni luce da noi c’è un sistema solare con sette pianeti simili alla Terra, è questo l’annuncio della NASA divulgato nella serata di mercoledì 22 Febbraio. Da giorni si sapeva infatti che oggi sarebbe stato fatto l’annuncio in diretta mondiale.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature, ed è coordinata dall'Università di Liegi.
I pianeti “gemelli” alla Terra ruotano intorno alla stella Trappist-1, stella più piccola e debole del nostro Sole (era stata scoperta nel maggio 2016 insieme ai tre pianeti che si trovano nella fascia abitabile): "E' un sistema planetario davvero eccezionale, non solo perché i suoi pianeti sono così numerosi, ma perché hanno tutti dimensioni sorprendentemente simili a quelle della Terra", spiega il coordinatore della ricerca, Michael Gillon.
La massa della stella Trappist-1, è pari a un decimo rispetto a quella Sole e la sua luminosità è pari a solo 5 decimillesimi. I pianeti, inoltre, sono sorprendentemente molto più vicini tra loro di quanto non lo siano i pianeti del nostro Sistema Solare. Compiono un’orbita completa intorno alla loro stella nell’arco di una manciata di giorni, il loro anno è dunque molto breve.
Brice-Olivier Demory, professore della University of Bern’s afferma: “Alla ricerca di vita altrove, questo sistema è da oggi la nostra migliore scommessa”.
“Il gemello della Terra non è mai stato così vicino: dopo i tanti annunci degli anni passati sulla scoperta di pianeti simili al nostro, averne visti sette in una volta apre una prospettiva completamente nuova. “In passato ci sono stati più volte annunci su possibili gemelli della Terra, ma adesso ci si sta avvicinando molto di più”, dice all’Ansa l’astronomo Silvano Desidera, dell’osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). “È una bella scoperta”, ha aggiunto, e “incoraggia la ricerca di pianeti in grado di ospitare la vita”. L’esistenza di un sistema solare come quello della stella Trappist-1 conferma infatti che “pianeti piccoli simili alla Terra sono abbastanza frequenti, anche attorno a stelle molto diverse dal Sole”.
Didier Queloz, dell'Università di Ginevra, coautore dello studio, afferma che "vent'anni dopo l'individuazione dei primi pianeti extrasolari si tratta di una delle più grandi scoperte e la ricerche di forme di vita su di un altro pianeta è oggi a portata di mano".
Utilizzando il telescopio Trappist, installato in Cile presso lo European Southern Observatory (Eso), i ricercatori hanno scoperto con chiarezza che tre dei sette pianeti si trovano nella zona abitabile, cioè alla distanza ottimale dalla stella per avere acqua allo stato liquido, e potrebbero dunque ospitare oceani e la vita.
I sei pianeti più vicini alla stella sono dunque paragonabili alla Terra per dimensioni e temperatura, hanno probabilmente una composizione rocciosa e si trovano in una zona in cui la temperatura è compresa fra zero e 100 gradi.
Molti dei sette i pianeti di Trappist-1 potrebbero avere acqua liquida in superficie ma analizzando i modelli climatici, tre pianeti più interni sembrano essere probabilmente troppo caldi per avere acqua liquida e il pianeta più esterno è probabilmente troppo distante e freddo.
Invece per quanto riguarda quei tre pianeti che si trovano con le loro orbite nel mezzo del sistema solare rappresentano per gli astronomi pianeti “gemelli” alla Terra avendo le condizioni ideali per poter ospitare la vita.
I ricercatori nel prossimo futuro studieranno, con telescopi di nuova generazione, le atmosfere di questi pianeti, per identificare la reale presenza di acqua e gli eventuali organismi viventi.
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia