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“Quando canto … sento solo il 'fluire della musica immortale”: intervista al cantante lirico Giulio Boschetti

 

(ASI) “Non è mai tardi per capire cosa sia giusto per te”... è questo il messaggio pronunciato dalla 'voce lirica' di 'casa nostra', il baritono Giulio Boschetti, che, pur avendo riscoperto la passione per la musica 'in età matura', ha trovato la piena realizzazione esibendosi nei teatri italiani e stranieri e vantando eccellenti collaborazioni artistiche.

 

Abbiamo incontrato l'artista perugino in una giornata uggiosa, rischiarata solo dalla trasparenza e dalla spontaneità del suo racconto.

 

1. Signor Boschetti quando nasce la Sua passione per la musica e quale è stato il Suo percorso artistico?

“La mia passione per la musica 'si aggancia' allo sport: io ero un giocatore di basket, ma a causa di un brutto infortunio all'età di 24 anni, fui costretto a rimanere fermo per diverso tempo. In quel periodo, il caso volle che un amico musicista mi proponesse di entrare a far parte del coro del paese.

Dopo qualche esitazione mi lasciai convincere. Fino ad allora mi era capitato di canticchiare in pullman con i miei amici ai tempi della scuola, ma non mi ero mai accostato alla musica … è iniziato tutto per gioco. Da li a due anni entrai nel coro dell'Università di Perugia e li la mia passione esplose.

Mi venne data la possibilità di studiare per un paio di anni gratuitamente con una bravissima docente che, attualmente, insegna al Conservatorio, la prof.ssa Maria Grazia Pittavini.

All'età di 29 anni presi la mia prima lezione di canto lirico. Considerando che un ragazzo, mediamente, intraprende un corso di studio intorno ai 17 o 18 anni e fa il suo debutto a circa 30 anni, io potrei essere considerato ancora un po' 'acerbo'. Ma vorrei passasse un messaggio ben preciso: Non è mai tardi per capire cosa sia giusto per te... la cosa più sbagliata è scoprire una passione e reprimerla. Le difficoltà nella vita non finiscono mai, anche quando si pensa di avere una sicurezza. Non mi sono mai fatto prendere dalla fretta, pur vivendo in una società che ti vorrebbe sempre 'di corsa' e all'età di 29 anni ho compreso che la strada della lirica 'mi apparteneva'. Naturalmente, considerando l'età, ho dovuto recuperare un gap notevole, pigiando sull'acceleratore ma la passione ha reso più agevole il percorso.

Artisticamente devo moltissimo al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, dove annualmente viene organizzato un importante concorso per avviare al debutto i giovani artisti. Da qui sono usciti i più grandi nomi della lirica ed io avrei voluto parteciparvi. A causa del limite di età da me superato ciò non è stato possibile ma, nonostante ciò, sono riuscito a collaborare con loro, lavorando a diverse produzioni. Devo moltissimo al maestro Zurletti, al Dott. Lepore, (Amministratore Generale del Teatro Lirico) perché mi hanno dato la possibilità di stare su un palco, di fare belle esperienze e di essere notato!

Purtroppo in Italia la situazione non è delle migliori perché la lobby delle agenzie artistiche e dei procuratori ha 'spaccato' il mercato e per questo i grandi teatri spesso ti vengono preclusi, mentre all'estero ho fatto belle tournée e ho avuto grandi possibilità per emergere e per farmi apprezzare.

 

2.C'è una collaborazione artistica che Le ha procurato particolare soddisfazione?

C'è ed è stata quella con Lina Wertmuller, una maestra di regia. Con lei ho lavorato alla produzione delle “Nozze di Figaro”di Mozart. La collaborazione risale a circa sette anni fa; lavorare con un 'mostro di regia' lascia tanta soddisfazione ma anche un background da poter rivendere in seguito. E' un modo di fare regia teatrale con un taglio cinematografico ed è molto faticoso, ma la Wertmuller e il suo entourage mi hanno stimolato tanto. Bellissima esperienza.

 

3.C'è un'opera lirica che sente più vicina a Lei  e che Le suscita emozioni particolari?

Amo molto 'Rigoletto' di Giuseppe Verdi, perché per un baritono rappresenta il “ruolo dei ruoli” … è una tavolozza di colori: un'opera che inizi con uno stato d'animo e che concludi con un altro stato d'animo passando per tutte le 'sfumature' che la natura umana può avere. E'un ruolo meraviglioso e difficilissimo e ad ogni interpretazione si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad una nuova sfida. Ci si mette continuamente alla prova.

 

4.I maggiori riscontri li ha avuti dal pubblico 'di casa Sua' o dal pubblico straniero?

Rimango sempre stupito da questo aspetto …  da un certo punto di vista esibirsi di fronte a un pubblico italiano è il non plus ultra per un artista, perché senti il cuore e il calore di chi assiste, da un altro, però, devo dire che il pubblico straniero è 'avanti' rispetto a noi, soprattutto se parliamo di preparazione, di interesse, di curiosità, di senso critico e di mentalità.

Questo sembra essere un paradosso perché gli italiani sono i 'creatori' dell'opera lirica, eppure non sono tra i maggiori estimatori a differenza degli stranieri che apprezzano e cercano di emularci in tutto il mondo.. Lo sforzo che noi cantanti lirici facciamo è quello di rendere sempre più moderno un linguaggio che sembra antico, arcaico, morto ma che, in realtà, è attuale e universale.

 

5.Signor Boschetti attualmente a cosa sta lavorando? C'è qualche produzione che La vede impegnato?

 

Proprio a seguito della collaborazione con Lina Wertmuller, al momento sto lavorando con un geniale direttore d'orchestra, una delle più grandi 'bacchette' del mondo, Gustav Kuhn.

Con lui sto realizzando le “Le nozze di Figaro” e, a partire dal mese di novembre, sarò in Austria per realizzare questa produzione. Nella cittadina di Erl vi è un teatro che verrà inaugurato proprio con questa opera e le mie energie sono tutte concentrate su questa collaborazione, poiché Gustav Kuhn è uno di quelli che danno 'del tu' alla musica. Quello che mi attende è un appuntamento prestigioso è un valido motivo di collaborazione.

Oltre a questo impegno, la prossima settimana avrò una breve parentesi in Brasile, poiché canterò all'Ambasciata.

 

6.Mentre Lei parla della musica i suoi occhi emanano una luce diversa. Cosa prova quando canta?

 

La sensazione è quella di una incredibile leggerezza … è come se non vi fossero né spazio né tempo. Sento solo il fluire delle musica 'immortale'; le note … l'orchestra che suona e tu ci 'metti' la voce. Tutto diviene un mix che sembra materializzarsi e aleggiare come uno spettro fra gli spettatori. Ti senti parte di un fluire e non vorresti uscirne. Il contatto col pubblico è la forza motrice. E' vita per l'artista.

 

Giulio Boschetti, baritono

Nell’aprile 2001 accede al Corso Mythos di Formazione Superiore per Cantanti Solisti istituito dalla Fondazione “A. Toscanini” di Parma. Per due anni consecutivi svolge in tale sede un’intensa attività di preparazione tecnica ed interpretativa con i maestri Renato Bruson, Leo Nucci, Virginia Zeani, Alain Billard e Beppe De Tomasi. Ha interpretato i ruoli principali nelle seguenti opere:La serva padrona di G. B. Pergolesi; La finta semplice, Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte di W. A. Mozart; Il matrimonio segreto di D. Cimarosa; Il barbiere di Siviglia, L’italiana in Algeri di G. Rossini; L’elisir d’amore, Don Pasquale di G. Donizetti; Nabucco, Rigoletto, La traviata di G. Verdi; La Bohéme, Madama Butterfly, Tosca di G. Puccini; La cavalleria rusticana di P. Mascagni. Ha all'attivo svariate prime assolute nel repertorio operistico contemporaneo, oltre ad una ricchissima attività concertistica e numerose tournée estere. E' impegnato attualmente nel Tiroler-Festspiele di Erl (Austria) per la messa in scena de Le nozze di Figaro di W.A. Mozart, sotto la direzione del Mo. Gustav Kuhn.

 

Maria Vera Valastro – Agenzia Stampa Italia

 

 

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