(ASI) Varese. “E’ finita l’epoca dello storytelling, del narrare, occorre tornare alla storia che rimanda alle lunghe derive, al racconto interpretante e interrogante più che alla narrazione del presente” (Aldo Bonomi, La società circolare, ed. DeriveApprodi)
Schiacciati dalla cronaca e dalla quotidianità, facciamo fatica a comprendere il presente e ancor più ad immaginare un futuro diverso e migliore. L’Utopia nei secoli è stato proprio questo, uno strumento che, liberando l’immaginazione e facendoci guardare lontano, ci fa intravedere prospettive inimmaginate e ci aiuta a leggere il presente.
Il Festival dell’Utopia 2018, che si svolge a Varese dal 3 ottobre al 28 novembre, chiama a raccolta ricercatori, pensatori ed esperti per farci uscire dalla gabbia dell’immediatezza e collegare fili che ci appaiono separati.
Si articolerà in tre sessioni tematiche:
1. Utopia tra ecologia ed economia,
2. Utopia del ’68, Utopia del XXI secolo
3. Dialoghi sull’Utopia tra Varese e Ticino.
Il festival si aprirà mercoledì 3 ottobre, alle ore 17,30, nel Salone Estense del Comune di Varese, con l’introduzione di Davide Galimberti, Sindaco di Varese, e Alberto Coen Porisini, Rettore dell’Università dell’Insubria, e la relazione di Enrico Giovannini, portavoce di ASviS, Associazione per lo Sviluppo Sostenibile, autore del libro “Utopia sostenibile”, docente all’Università di Roma Tor Vergata e alla LUISS, già presidente dell’Istat e Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nel governo Letta.
Giovannini colloca la cisi ambientale sullo sfondo di altre emergenze.
L’emergenza demografica di una classe media globale che tra vent’anni conterà cinque miliardi di persone, e con la sua domanda di carne, elettricità, manufatti eserciterà una pressione insostenibile sulle risorse del pianeta.
Il “terremoto del lavoro”, con la strage di lavoro, soprattutto lavoro intellettuale, conseguente alla diffusione dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali.
La trasformazione della piramide demografica, non più solo nel primo mondo, ma anche nei paesi terzi, che metterà in discussione il concetto stesso di lavoro e la tripartizione della vita in studio, lavoro, riposo.
Giovannini propone come ‘utopia sostenibile’ un percorso di sviluppo integrato, una trasformazione radicale del sistema, capace di affrontare in maniera trasversale i temi della povertà, della sostenibilità, dell’inclusione sociale e della sicurezza alimentare, facendo leva sulla tecnologia, sul cambiamento di mentalità nella gestione dei processi economici e sociali, su nuovi sistemi di governance.
La sua proposta è fondata sull’Agenda2030 delle Nazioni Unite e sull’impegno di governi e imprese a farne propri gli obiettivi, pur nella consapevolezza che la vera sfida è la costruzione del consenso e delle volontà politiche alle politiche di trasformazione.
Se lo sguardo di Giovannini è tipicamente top-down, dall’alto dei luoghi di governo dell’economia e della politica, Aldo Bonomi, sociologo e antropologo da sempre dedito allo studio delle realtà territoriali italiane, e relatore nella conferenza di chiusura, procede dal basso, bottom-up, da dove s’incontrano i flussi globali con le soggettività locali.
Bonomi delinea, anch’egli con spirito visionario e utopico, la ‘società circolare’, come tappa del cammino che in poco più di trent’anni ha condotto dalla società verticale del fordismo alla società orizzontale del post-fordismo, ed ora si apre sulla società circolare della conoscenza globale in rete.
Bonomi prende ad esempio la città di Milano, con la sua fioritura creativa di ‘artigiani digitali’, nuovo made in Italy, cooperative di comunità, startup a vocazione sociale, fab-lab, economia della condivisione, luoghi di condensazione sociale.
In questa esplosione produttiva, culturale e sociale, Bonomi vede i prodromi di una smart city che si fa social city e smart land, combinando innovazione tecnologica con nuova tessitura sociale, allargandosi dalla città al territorio circostante.
Giovannini e Bonomi aprono e chiudono il festival materialmente ed anche idealmente, perché impostano ed intrecciano i molti fili che lo attraversano.
Il rapporto tra ecologia ed economia, che può essere non solo conflittuale, ‘mors tua vita mea’, ma anche dialogante e portatore di prospettive innovative, nel campo dell’etica e della filosofia politica (l’Antropocene), della rivisitazione della Costituzione, delle politiche redistributive e della finanza verde.
Il tragitto dell’utopia sessantottina fino a noi, con letture molto diverse e contro-corrente di quel periodo, fino alla riflessione su come si è trasformato e come potrebbe trasformarsi il lavoro, con la partecipazione di uno dei protagonisti dell’autunno caldo, diventato in seguito segretario generale della CGIL.
Infine una sottolineatura sul dialogo Varese-Ticino. Tra i numerosi eventi previsti nel programma, risalta un filo di continuità, evidente anche per la coincidenza di molti relatori, tra la conferenza sulla progettazione e gestione degli spazi verdi urbani e quella sui corridoi verdi tra Varese e Lugano, in cui si materializza la relazione tra le due realtà territoriali in comuni visioni degli spazi di vita, sia nel senso naturalistico che di luogo di costruzione di comunità.
“L'evento si configura quale grande opportunità per la città perché, grazie alla sinergia tra diversi soggetti, potrà godere di importanti e qualificati interventi mirati ad animare il dibattito culturale tramite la diffusione di conoscenza, lo scambio di esperienze e buone pratiche, la riflessione sui molteplici temi trattati, coinvolgendo giovani e anziani, esperti e cittadini comuni”, commenta il Sindaco di Varese, avv.Davide Galimberti.
«L’Università degli studi dell’Insubria partecipa al Festival dell’Utopia mettendo in campo saperi e spazi: le tematiche affrontate, lo spirito dell’evento, il taglio e il grado di approfondimento, infatti, meritano una collaborazione fattiva e sono perfettamente in linea con quella che è la Terza Missione dell’Università: ossia la formazione di una cittadinanza responsabile e informata, attraverso la diffusione della conoscenza» sottolinea il Magnifico Rettore, professor Alberto Coen Porisini.
“Il Festival dell’Utopia è un’occasione unica e preziosa di conoscenza e riflessione. Grazie all’apporto di relatori qualificati, possiamo uscire dalla cronaca quotidiana e muovere uno sguardo ampio sulla realtà in cui viviamo, ponendo al centro dell’attenzione le sfide con cui ci dovremo confrontare nei prossimi decenni, dalla sostenibilità, al lavoro, all’economia, alla società. Lo faremo con l’efficacia derivante da punti di osservazione ed impostazioni culturali diverse, dalla ricchezza dei temi trattati e dai rimandi ed intrecci tra loro, che fanno del festival non una mera rassegna di opinioni, ma una ricerca approfondita ed appassionata che si muove lungo fili molteplici che si separano e si rincontrano. Ringrazio per la collaborazione preziosa il partner Comune di Varese, i patrocinatori Provincia di Varese, Università dell’Insubria e Ordine degli architetti di Varese, CGIL e SPI-CGIL per il loro contributo, e tutti i relatori e i volontari, grazie ai quali ha vita il festival dell’Utopia” dichiara Fulvio Fagiani di Universauser, organizzatore del Festival.
“Il festival dell’Utopia è per CGIL un’occasione preziosa per riflettere insieme su aspetti centrali della nostra società” sottolinea Umberto Colombo, segretario generale di CGIL Varese “Nella conferenza del 13 novembre metteremo a confronto ruolo e prospettive del lavoro negli anni successivi al ’68, segnati dalla conquista dello statuto dei lavoratori nel 1970 con l’attuale battaglia contro la precarietà e per la conquista dei diritti, in particolare per le nuove generazioni, e con la proposta della Cgil per la legge di iniziativa popolare denominata CARTA dei DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO. Nelle due conferenze, del 6 e 27 novembre che ha contribuito ad organizzare, SPI-CGIL metterà al centro la questione della vivibilità urbana per gli strati sociali più fragili, come gli anziani, ed la qualità territoriale e ambientale come sfondo irrinunciabile”.
Il festival dell’Utopia è una manifestazione culturale organizzata da Universauser, affiliata all’associazione nazionale Auser, con il partenariato del Comune di Varese, il patrocinio dell’Università degli Studi dell’Insubria, della Provincia di Varese e dell’Ordine degli architetti di Varese, il contributo di CGIL Varese e SPI-CGIL Varese.
Programma e informazioni di dettaglio sul sito www.universauser.it.