(ASI) Un tempo nelle vie e nelle piazzette dei nostri villaggi erano presenti immagini ed edicole dedicate alla Madonna. Alcune sono ancora visibili, nonostante l’incuria e l’azione del tempo. La pietà popolare esprimeva in questo modo il proprio affettuoso legame con la mamma celeste, che era così chiamata a vegliare sui propri figli.

 

Ad Assergi, antico borgo abruzzese nel versante meridionale del Gran Sasso, della presenza di Maria vi è traccia in molti luoghi dell’abitato e della campagna. Ve n’è una, molto bella ed evocativa, in uno dei quartieri più suggestivi del villaggio, all’interno delle mura di cinta del borgo antico, bellamente restaurate negli ultimi anni, in quel centro storico che oggi è deserto e dove fino ad una cinquantina di anni fa viveva la maggior parte della popolazione.

Si tratta di una piccola edicola conosciuta con il nome di “La pistérola” o “La pistérvola”. I vecchi la chiamavano anche “La Madonna alla Bùscia” (la Madonna alla buca), ad indicare una porta vicina ricavata agli inizi del secolo scorso per consentire agli abitanti e alle bestie da soma di defluire più agevolmente in direzione delle stalle e della campagna. Il nome, “pistérvola”, stava a significare, nell’intenzione degli assergesi che costruirono il piccolo monumento, che in quel preciso punto dell’abitato il contagio si era arrestato, la peste se n’era andata, era volata via, per intercessione della Madonna, a cui si esprimeva perenne gratitudine.

Il terribile flagello, una delle tante pestilenze che funestarono la nostra penisola e il nostro continente nelle passate stagioni della storia (viva memoria si è conservata della “peste nera”, diffusasi in Europa tra il 1346 e il 1353 e di quella “manzoniana”, che colpì l’Italia settentrionale e in particolare il milanese nel 1630), accadde nel 1656, proveniente dall’allora capitale, Napoli, dove, su una popolazione di 450.000 abitanti, si contarono non meno di 200.000 vittime. Il contagio raggiunse la provincia dell’Aquila a metà luglio e il capoluogo a fine agosto. Durò molti mesi e fece un grandissimo numero di morti.

Il grande storico aquilano Anton Ludovico Antinori (1704-1778) ne scrive a tinte fosche. Verso la metà di agosto fu anche la volta di Assergi, al tempo feudo dei duchi Caffarelli (l’illustre casato romano aveva acquistato il castello ai primi del ‘600). Il morbo crudele infierì tremendamente sulla popolazione. Nicola Tomei (1718-1792), cui si deve la prima ricerca storica organica sul paese, di cui fu preposto dal 1742 al 1764, riferisce che morì anche il parroco, Don Giovanni Spacone. Il suo successore, Don Giovanni Cipicchia, racconta in un suo manoscritto che in soli tre mesi perirono più di trecento persone e molte famiglie abbandonarono il villaggio per non farne più ritorno.

Una voce, forse proveniente da una triste memoria tramandata attraverso i secoli, vuole che molti cadaveri siano stati seppelliti nella scarpata esterna delle mura del Castello, nei pressi della Porta del Colle. Di sicuro molte vittime furono sepolte in cinque tombe ricavate sotto il pavimento della chiesa parrocchiale, in corrispondenza dell’attuale cappella di San Franco. Molti altri cadaveri trovarono posto sotto il pavimento della chiesa di Santa Maria in Valle, che sorgeva nei pressi dell’attuale sede del Parco Nazionale del Gran Sasso. Questo spiega anche l’attaccamento degli assergesi a quella piccola chiesa amministrata dai Frati Minori Osservanti, la cui demolizione, avvenuta nei primi anni ‘30 per far posto alla strada di collegamento con la costruenda Funivia del Gran Sasso, incontrò viva opposizione in gran parte della popolazione.

Ma torniamo all’edicola della “Pisterola”. È lecito supporre che al fondo di essa, in origine, fosse dipinta una Madonna con Bambino, poi corrosa dal tempo e sostituita da un’analoga composizione in tela stampata che risultava del tutto scolorita agli inizi degli anni ‘70. Per interessamento di Don Demetrio Gianfrancesco (1922-2004), zelante e compianto parroco nonché storiografo rigoroso, nel 1976 vi fu collocato «un pannello di maioliche riproducente una Madonna col Bambino addormentato in braccio» (D. Gianfrancesco, Assergi e S. Franco; Roma 1980, p. 73).

Si tratta di un particolare d’un dipinto, Riposo nella fuga in Egitto, realizzato nel 1673 dal pittore genovese Giovanni Battista Gaulli, detto Baciccio o Baciccia. Il celebre artista era nato a Genova nel 1639 e era morto nel 1709 a Roma, dove si era trasferito in seguito alla morte di tutti i suoi familiari a causa di quella stessa peste che un anno dopo, nel 1657, aveva funestato la città ligure. L’immagine fu scelta e riprodotta da Evelina Pogliani, una signora nata a Pola e sposata all’Aquila al marchese Fabrizio Pica Alfieri, donna di rara sensibilità artistica ed umana che lo scrivente, tanti anni fa, poco prima che venisse a mancare, ha avuto il piacere di conoscere. La scelta del soggetto risultò quanto mai appropriata. Fin qui la storia.

C’è da rimanere stupiti nello scoprire come in un angolo sperduto di un piccolo borgo possano essersi incrociati tanti destini e tanti sentimenti. Sullo sfondo della piccola nicchia, l’immagine riprodotta nel pannello è quella di una Maria che, con posa del tutto naturale, getta uno sguardo sereno su un Bambino Gesù dolcemente assopito tra le sue braccia: una sorta di graziosa e poetica variante della “Pietà”. Non c’è nessuna solennità: solo una mamma e un figlio.

In questi giorni di quarantene e di Quaresima, in questo nostro tempo che pareva avesse confinato nei «secoli bui» le pesti e i contagi insieme alle preghiere e alle benedizioni, ho rivisto con gli occhi del cuore questa piccola edicola mariana, semplice ed elegante, espressione di una pietà popolare che il tempo sembra non aver scalfito. Tre secoli non sono poi così tanti per chi non si lascia ingannare dai sensi: tre battiti delle ciglia di Dio, un’eternità che si bagna nella storia degli uomini. E quella donna che porta sul grembo prima il bambino che dorme, dopo il figlio ucciso, ci ricorda che la gioia, finché camminiamo sulla terra, ha sempre le radici a forma di croce.

Giuseppe Lalli

 

ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione

Ultimi articoli

Gasparri (FI): Tajani tracciato rotta chiara, Europa sia protagonista 

(ASI) ‘Forza Italia, forza Europa’, così potremmo sintetizzare la chiarissima ed esaustiva intervista di Antonio Tajani. Il Segretario nazionale di Forza Italia e Ministro degli Esteri delinea una strategia chiara ...

Ariccia. Il PCI condanna linguaggio denigratorio del PD locale contro la consigliera Monosilio

(ASI)“È inaudito, quanto abbiamo appreso dalla consigliera Francesca Monosilio, che ha subito un attacco verbale, sguaiato nei modi e diffamatorio nei contenuti, Riferisce  in una nota Roberto Bocchino, ...

UE–Nato, De Meo (FI-PPE): "Bene Tajani, l'Europa ritrovi coraggio e affermi finalmente la sua voce nel mondo"

(ASI) Bruxelles  – «Bene ha detto il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani: oggi all'Europa serve coraggio. Non possiamo più limitarci a essere un gigante economico e un nano politico. ...

Gran Premio d’Africa, il progetto di Christopher Aleo va avanti: “La Formula Uno occasione di sviluppo per tutto il continente”

(ASI) Il banchiere svizzero Christopher Aleo, fondatore del gruppo finanziario iSwiss e noto appassionato ferrarista, prosegue nel suo progetto di riportare un Gran Premio di Formula 1 nel continente africano.

Reggio Emilia: nessun passo indietro. Difendiamo i nostri spazi politici 

(ASI) Roma – "Siamo costretti a rispondere all'ennesima accusa costruita ad arte dall'antifascismo militante e montata come versione univoca sui giornali locali.

Scritta ‘spara a Giorgia’: Crippa (Lega), solidarietà a presidente consiglio per aberrante frase

(ASI) Roma - “Solidarietà al presidente del consiglio Meloni per l’aberrante frase, dipinta in rosso su una parete bianca, a Marina di Pietrasanta: ‘Spara a Giorgia’. Accanto, la firma ...

Disabilità, Morfino (M5S): tragedia Corleone inaccettabile, tutelare caregiver

ASI) Roma - “La tragedia avvenuta a Corleone, dove una donna di 78 anni ha ucciso sua figlia disabile prima di togliersi la vita, deve portarci ad aprire subito una profonda ...

asparri (FI): opportuno incontro autorità governo con rappresentanti sicurezza-difesa

(ASI) “È davvero opportuna l’iniziativa che Palazzo Chigi ha assunto in un incontro tra il Presidente del Consiglio insieme ad altre autorità di governo ed i rappresentanti del comparto sicurezza-difesa ...

Editoria, Speranzon (FDI): alla fiera della cultura va in scena la solita intolleranza della sinistra. uno spettacolo indegno, settario e illiberale

(ASI) “Quanto accaduto oggi alla Fiera Più Libri Più Liberi è semplicemente surreale. Metà degli espositori che abbandonano il proprio lavoro per inscenare uno sciopero ideologico, intonare Bella Ciao e gridare ‘...

Fiore (FN): "Tempo scaduto per Meloni e Von Der Leyen colpevoli dell' eclissi europea"

(ASI) Si rporta in sintesi la nota di Forza Nuova relativa all' Intervento di Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova nella trasmissione 'Bannons war room' dell'ideologo di Trump, Steve ...