(ASI) Colgo l’occasione del riposo forzato, della detenzione domiciliare dovuta al coronavirus per dare una chiave di lettura diversa dalla classica sulla Divina Commedia di Dante.
Lo spunto mi viene dato dalla rilettura di una pubblicazione di qualche anno fa di Enrico Cerni, “Dante per i Manager”.
Naturalmente le riflessioni non devono essere considerate “sacrileghe” rispetto al testo sacro ma come spunto per un'attenta, innovativa, attuale interpetrazione della Divina Commedia in chiave economica manageriale.
Dietro ogni terzina di versi si nasconde uno spunto manageriale! Tutto sta a scoprirlo con una mente ben aperta e la
volontà di ritrovare nelle aziende del XXI secolo il piacere di quel viaggio verso l’alto , compiuto sette secoli fa da Dante.
La Divina Commedia potrebbe essere vista, attualizzandola,come un perfetto “manuale” per manager ed imprenditori che nel recuperare alla memoria il successo della Divina Commedia spa posono cogliere suggestioni per una migliore conduzione delle loro imprese.
I pensatori contemporanei delle teorie piu avanzate del managemnt per lo pii’ anglosassoni, fanno capolino accanto ad Ulisse, a Paolo e Francesca, al conte Ugolino ed indicano sulla mappa dantesca, gli itinerari possibili, i luoghi da visitare e l’equipaggiamento utile nel gestire persone e risorse.
La trama del viaggio dantesco si intreccia cosi’ con l’ordito del pensiero manageriale realizzando una tela a maglie fitte che
dall’inizio alla fine del manuale, tiene il lettore incollato al testo, nel desiderio di scoprire quale sara’ la trovata successiva.
Meta finale resta il Paradiso, il regno delle virtu aziendali e delle anime dei beati che sono indicati quali modelli di comportamento medievale e contemporaneo. Il filo conduttore è il desiderio di “eccellenza”, la sbuffante insoddisfazione per lo status quo ed al contempo , la ricerca
costante della innovazione, dello sviluppo e del cambiamento,nell’anelito all” amor che move il cielo e l’altre stelle”.
Tutte le teorie del Thinking Big sono gia’ in Dante!con una differenza: l’approdo al big, analizzato secondo l’angolazione
prospettica del poeta, è si’ importante ma non sufficiente.
A Dante non basta pensare in grande! l’enorme lente di ingrandimento che David Schwartz suggerisce di utilizzare è uno
strumento che a Dante piace:ma percepisce che questo tool è privo di qualcosa.
andando alla ricerca della Eccellenza , l’autore della Commedia ha puntato al grande per arrivare all’alto! Thinking big al thinking High.
Alto come il Paradiso, come la Candida Rosa : Alto come i canti musicali che possiamo ascoltare nella terza
cantica .Alto e profondo come lo stupore che ci lascia a bicca aperta quando leggiamo i sonetti o quando rinnoviamo noi stessi,
leggendo la Vita Nova.
Ecco quindi la nuova visuale: puntare in Alto puo’ divenire per tutti, un Fine anzi il Fine!
Dante nei secoli è riuscito a creare un rilevante clima di intimacy con il suo pubblico, con i “suoi clienti”.Ha conquistato seguaci, ha
creato con i lettori , un legame profondissimo tanto da essersi fatto chiamare dalla Storia, solo Dante!
il cognome diventa abbreviato a testimonianza che Dante è Dante! E Shakespeare non è Willy!!
Leaders are readers! Dante legge, studia, scrive convinto che il successo sia dato dalla traspirazione, cioè dalla fatica. E prende spunto dai vari maestri che lo conducono attraverso percorsi di educazione retorico-grammaticale ( communication training attuale), filosofico-letteraria, filosofica-teologica.
Tra questi maestri il piu’ apprezzato spicca il “manager-divulgatore” per eccellenza, Brunetto Latini.
Quali fonti di ispirazione di Dante? da dove parte? per il proprio “corporate storytelling , trae spunto sia dalla conoscenza dei sette
peccati capitali (nei termini di knowledge cristiano) sia dall’Etica Nicomachea, di Aristotele in cui il filosofo greco descrive le virtu come quelle cose che stanno in mezzo : tra gli opposti estremi del temerario e del codardo c’è colui che sa difendersi!
Secondo Serge Latouche, filosofo francese autore de Invenzione dell’Economia, oltrechè di una serie di saggi sulla “decrescita
serena” l’Etica Nicomachea rappresenta una prima riflessione organica sul valore e sui prezzi e cioè sul “cuore stesso dell’economia”.
Dante mescola insieme questi elementi ed il risultato è uno scenario fantastico ed innivativo ma strutturato sulla base di un
concretissimo “b usiness plane”.
La “Selva oscura” rappresenta il T ipping Point e l’azione :chi dirige un'azienda, un gruppo di persone sa che aver smarrito la “dritta
via” puo’ essere causato da due tipi di mancanze:la piu’ grave per il manager? L’assenza di una meta, di un obiettivo chiaro e
delineato cui pretendere: la cd. “vision”.
La lucidita’ nel riconoscere gli obiettivi da raggiungere è la chiave di volta di qualunque posizione di guida.
La seconda possibile mancanza, da guardare con maggiore benevolenza rispetto alla prima ma ugualmente minacciosa, è la non conoscenza del percorso da raggiungere gli obiettivi noti!
in questo contesto, la meta è conosciuta, delineato il punto di arrivo; ignoto resta come arrivare fino a lì, dove imboccare la strada che conduce alla soluzione, quale sentiero seguire.
il “Mentor Virgilio :tips for trips!una delle piu’ straordinarie ricchezze della vita consiste nel disporre di mentori personali: Maestri con i
quali confrontarsi. Maestri da studiare, da imitare in ogni loro comportamento. Dante ha scelto quale mentore il topo dei topo del
suo tempo:Virgilio, vissuto tredici secoli prima ma ancora ben risonante nel Medioevo!
Che cosa non dire di Francesca! la “ Guru della comunicazione emozionale”.
Qui tutto inizia con un contratto; sì con nun contratto tra due corporations: i da Polenta di Ravenna da un lato ed i Malatesta di Rimini dall’altro; entrame queste legal entities romagnole si spartivano il mercato della riviera facendo affari ciascuno nel proprio territorio ed imegnandosi in politica, quel tanto che poteva consentire loro e le imprese familiari di avere giuste coperture.Il matrimonio, rappresenta il core business per
rafforzamento del conto economico di entrambe le corporates!.
Cosa poi non dire del tratto finale della Commedia: l’Inno alla Vergine.
Nell’empireo tratteggiato nel b est seller dantesco, tutto ruota attorno al concetto di ineffabile, inesprimbile: le parole non sono
piu’ idonee a descrivere.Nella socoeta’ della ipercomunicazione il loro valore è nullo. Qualunque racconto perde di efficacia di fronte
alla straordinaria maestosita’ dell’esperienza mistica che il poeta ha il privilegio di sperimentare.
Cosi’ anche per il “management”: qualunque libro, qualunque caso raccontato, qualunque descrizione non potra’ mai trasmettere
niemte della esperienza diretta della “gestione”: ancora una volta, “ significa per verba non si porria” .Ancora una volta non ci resta che
provare e riprovare. Commettere errori per cercare simoli al miglioramento, frequentare persone e personaggi, chiedere, interrogare, domandare ad ogni passo, ringraziare di cuore, lavorare e rimboccarsi le maniche, agire, sono l’unico modo di crescere e per innovare!
L’unica srada che porta “ all’amor che move il sole e l’altre stelle”
Mauro Norton Rosati di Monteprandone