(ASI) Custoza (Vr) – L’Italia odierna non ha culto delle memorie patrie. E’ una grave colpa. Non c’è nulla da dire a riguardo. Esse sopravvivono o per alimentare il turismo, oppure per una sorta di “scadenziario” degli anniversari. Se non fosse per queste due variabili, si ascriverebbero solamente alla sfera privata, di coloro i quali ancora oggi onorano i loro avi e le loro memorie.
L’ultima schifezza, perché solo così si può definire, è la chiusura, dell’Ossario di Custoza (1877 – 1879), provincia di Verona. Esso, per chi non lo conoscesse, si trova in Frazione Sommacampagna, e (come ogni ossario), ospita le spoglie dei soldati italiani e austriaci morti durante le guerre d'indipendenza del 1848 e del 1866.
L'ultimo giorno di apertura è stato il primo di agosto, poi la chiusura. Il Comune di Sommacampagna ha assicurato che si tratta di una chiusura temporanea, senza specificare tuttavia quando il monumento sarà riaperto. A quanto pare, se si visita il sito dell’Ossario, si trova il seguente regolamento: “La gestione dell’Ossario e la promozione della sua immagine storico –turisto – culturale attraverso la programmazione e promozione di attività culturali, didattiche e turistiche ad esso collegate e l’attivazione di un efficiente servizio museale con la diffusione di materiale informativo in relazione all’Ossario, alle vicende storiche connesse e dei percorsi nei quali può essere inserito.” (1)
Ergo, dovrebbe essere un gioiello di gestione. Invece, apprendiamo che sarebbe in corso la definizione della proroga della convenzione tra il proprietario, Provincia di Verona, e il Comune di Sommacampagna. Il futuro quindi, appare incerto, non solo per i visitatori, ma anche per i lavoratori stessi impiegati nella gestione di quest’opera sacra alla Patria.
La controversia, fortunatamente, è stata risolta proprio il 19 agosto. Dopo quasi tre settimane di chiusura temporanea, la struttura riapre al pubblico. L'annuncio è stato fatto proprio dal Comune di Sommacampagna che pare abbia risolto i problemi burocratici con Provincia di Verona e Sovrintendenza per il rinnovo della convenzione almeno fino al termine del 2016.
Il futuro comunque, è incerto al massimo. Se la Provincia, come dichiara, non possiede denaro per gestirlo, lo potrà cedere al Comune. Sarà in grado, quest’ultimo di onorare il suo compito? Lo faccia almeno per chi vi è sepolto.
Valentino Quintana – Agenzia Stampa Italia