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Nuovi Uffizi: ecco le sei sale  per il Seicento fiorentino

(ASI) Firenze -  Dopo la realizzazione al piano primo dell’ala di Ponente, delle sale cosiddette “blu” delle scuole straniere e di quelle “rosse” della Maniera moderna, con l’odierna apertura delle sei sale cosiddette “gialle” - numerate dal 95 al 100 - dedicate alla pittura fiorentina del Seicento restaurate dell’ala di Levante, unite a quelle dell’infilata affacciate sul cortile della fabbrica vasariana, si completa una parte importante del progetto dei Nuovi Uffizi, che dà il segno del lungo lavoro iniziato dieci anni fa e che nel dicembre del 2011 ha visto una prima e concreta sintesi delle modifiche e adeguamenti intervenuti nel corso degli anni.

Con questo nuovo ideale taglio del nastro, viene quindi rispettata la cadenza semestrale che ha visto susseguirsi finora, a partire dal dicembre 2011, le quattro inaugurazioni che hanno segnato l’apertura dell’intero primo piano dell’ala di ponente e la riapertura della Sala della Niobe.

Le sei nuove sale sono situate sempre al primo piano, come le cosiddette “sale rosse”, ma nell’ala opposta. Anch’esse sono state utilizzate per più di un secolo come depositi dell’Archivio di Stato, per poi ospitare sporadicamente mostre temporanee.

Da segnalare che, superati il Verone e la sala n. 90 che ospita le opere di Caravaggio, alle nuove sale del Seicento si accede sia dalla sala n. 91 (di Bartolomeo Manfredi), sia dalla n. 93 (pittori caravaggeschi), mentre l’uscita avviene nella sala del bookshop del Piano Nobile che conduce allo scalone magliabechiano di uscita.

Con i lavori recentemente conclusi, questi ambienti sono stati consolidati, restaurati e dotati delle apparecchiature impiantistiche necessarie sia alla climatizzazione, sia alla sicurezza e antrintrusione.

In continuità con quelle dell’ala di ponente, dedicate alle opere del Cinquecento, queste sale ospitano una selezione di dipinti del Seicento fiorentino, ordinati in base ai soggetti: allegorie, nature morte, paesaggi, ritratti, pittura di storia di artisti come Jacopo Chimenti detto L’Empoli, Giovanni Bilivert, Filippo Napoletano, Justus Suttermans, Francesco Furini, Carlo Dolci e altri. E sarà mantenuto il criterio di introdurre una nota cromatica, un pannello colorato su cui esporre le opere più significative: in luogo del rosso cremisi caratteristico del Cinquecento mediceo, troveremo qui il giallo ocra che riecheggia gli splendori delle tappezzerie barocche.

Contemporaneamente, sono stati effettuati importanti e imprevisti lavori di consolidamento delle volte di due sale al primo piano del lato di ponente, che hanno interessato anche le strutture delle soprastanti sale espositive al secondo piano (per ulteriori informazioni consultare il sito web nuoviuffizi.it).

Sono inoltre già stati impiantati due nuovi cantieri, ancora al secondo piano, che consentiranno a breve la riapertura di sei sale della Galleria storica, completamente restaurate, rinnovate e riallestite.

“Anche in queste nuove sale – dice Isabella Lapi, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana -, il risultato complessivo dei lavori di restauro e di adeguamento impiantistico prima, e quello delle opere di allestimento museale poi, testimonia del perfetto equilibrio raggiunto tra le esigenze di rispetto filologico della fabbrica storica e le innovazioni espositive volte a migliorare la fruizione delle opere d’arte e a rendere il museo più piacevole e accogliente”.

“Tocca ai Fiorentini del Seicento, dunque – afferma Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze -. E non è senza commozione che si vedono appesi alle pareti, in armoniosa quanto utile partizione tematica, quadri di autori i cui nomi sono risuonati alle nostre orecchie fin dai tempi degli studi universitari, e ci son venuti incontro dalle pagine dei maestri a noi più cari come Mina Gregori, Carlo Del Bravo, Piero Bigongiari, solo per ricordarne alcuni nel solco del grande Roberto Longhi”.

“Con il trasferimento dell’Archivio (1988) – aggiunge Alessandra Marino, Soprintendente per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Firenze, Pistoia e Prato -, spogliate del loro carico di documenti e di storia, queste sale oblunghe e semibuie sono rimaste per lungo tempo neglette, ritrovando visibilità soltanto in occasione di mostre temporanee; oggi, restaurate e fornite delle dotazioni impiantistiche necessarie, le sale vengono finalmente e definitivamente riaperte per offrire all’attenzione e all’ammirazione del pubblico una scelta di opere fra le più rappresentative del Seicento fiorentino”.

“A differenza d’ogni altro allestimento degli Uffizi – dice Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi - la pittura del Seicento fiorentino non sarà ordinata destinando le sale alla produzione d’un artista o alla scansione cronologica. Stavolta, proprio per mettere in luce la qualità di quell’epoca, s’è pensato con Francesca de Luca (direttore del dipartimento competente) che sarebbe stato più proficuo esporre le opere sulla base dei soggetti figurati. Inoltre in queste nuove sale si potrà per la prima volta sperimentare quel giallo ocra che agli Uffizi sarà colore distintivo della pittura del diciassettesimo secolo. Colore ch’è stato scelto per l’evocazione (sottesa) di damaschi di miele su cui campeggiavano dipinti e cornici dorate nelle stanze di nobili dimore”.

 

 

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