Il “tariffario” in oggetto è un documento ad uso interno, di lavoro e dunque provvisorio, sintetico. Tra i vari fraintendimenti che si rilevano negli articoli scritti, talvolta accompagnati da commenti, il più vistoso riguarda l'accostamento tra Galleria degli Uffizi e cibo. Da architetto degli Uffizi, preciso che è sin troppo facile scrivere un titolo o un articolo su un pranzo sotto la Venere di Botticelli, perché sicuramente molti lettori ne rimarranno colpiti e finiranno col crederci.
Ma la tutela del patrimonio non ha bisogno di titoli a effetto, mentre c’è una grande necessità di informazioni sensate se si vuol seriamente contribuire alla salvaguardia dei beni culturali, ovvero di informazioni che non falsino la realtà solo per catturare l'attenzione del lettore.
Perché è assolutamente infondato che si possa cenare, come si è letto in questi giorni, nelle cosiddette “Sale rosse” degli Uffizi. Questo non è mai successo a nostra memoria, né – con le attuali leggi in vigore - mai accadrà.
Nella mia esperienza di Direttore di Orsanmichele posso anzi affermare che non solo il canone di concessione al privato si è riverberato positivamente sul bene perché ha permesso l’effettuazione di lavori di restauro ma, come più volte ho scritto, lo svolgimento di eventi in concessione ha avuto fra le conseguenze anche quella, rara e preziosa, di avvicinare settori di pubblico al bene culturale: cioè di svolgere un ruolo di accrescimento educativo.
Le concessioni temporanee ai privati, ovunque presenti nei musei del mondo, e che oggi qualcuno vorrebbe perfino demonizzare, sono previste per legge e restano in ogni caso sottoposte a precise condizioni di compatibilità e opportunità, di volta in volta, caso per caso, sempre verificate dall'Ufficio statale preposto alla tutela.
Condizione primaria e inderogabile è che le pubbliche fruibilità e accessibilità del bene culturale non vengano in alcun modo ad essere limitate.
Infine, mi sia concessa un’ulteriore precisazione: anche grazie al canone di concessione in uso di alcuni spazi per eventi occasionali, il Polo Museale Fiorentino, oltre a mantenere in perfetta efficienza 24 musei tra grandi e piccoli e intervenire per la tutela di beni altrui (Chiesa, Comune, enti ecc.), non solo non chiede fondi al MiBACT o alla città, ma destina il 20% degli incassi a grandi opere (Nuovi Uffizi) e ultimamente ha erogato un milione di euro per il Polo di Napoli.
Antonio Godoli
* Direttore del Dipartimento architettura e allestimenti museografici della Galleria degli Uffizi e Direttore del Museo di Orsamichele
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